Il palloncino celeste-azzurrino
Fiaba pubblicata da: Serenag
Grida spensierate, allegre, chiassose
grida di bambini, grida festose
regali, festoni e palloncini
fanno la gioia di grandi e piccini.
Si ride, si canta e si balla
si mangia, si beve e si gioca a palla.
Al termine della festa
ad un papà viene un’idea in testa:
tagliare il filo che lega i palloncini
per regalarli a tutti i bambini.
Alcune sfere colorate
si sentono minacciate
e per paura che qualcuno li possa scoppiare
decidono di scappare.
Si alzano in aria e con l’aiuto del vento
che soffia, ora forte e ora lento,
raggiungono l’altezza degli uccelli migratori
e qui, non sapendo cosa fare, iniziano a parlare dei colori.
“Io sono verde” , “Io sono giallo”
“Io rosso, come la cresta del gallo”
“Io sono viola”, “Io sono rosa”
“Io bianco, come il vestito d’una sposa”
“Io sono blu”, “Io sono arancione
come la pelliccia del leone”.
“Io, invece, sono azzurrino”,
esclama l’ultimo palloncino,
qualcuno ribatte: “No, tu sei celeste
come le ghirlande dei bimbi alle loro feste!”
“No, lui è turchese”
dice una voce dal tono cortese.
E così le sfere colorate iniziano a litigare
a discutere e a strillare.
Passa il tempo e il sole scompare,
le stelle, ancora timide, iniziano a luccicare.
E nella penombra della notte
i palloncini, irati tra loro, quasi fanno a botte.
Finché non si accorgono che i loro colori sono cambiati
e si guardano tra loro meravigliati.
Ora il bianco sembra azzurrino
il giallo non è più paglierino
il rosso si è scurito
e il blu si è annerito.
“Basta un raggio diverso da quello del sole per mutare il nostro colore?”
Si domanda il verde, che ora è diventato verdone.
Il rosa dice: “Evidentemente il nostro colorito non è poi così importante!”
e questa volta le sfere sono d’accordo tutte quante.
“E’ la sostanza che fa la differenza
e non certo il colore che si vede all’apparenza.
L’essenziale per noi palloncini
è far divertire tutti i bambini”.