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Il gatto nei pantaloni

Zlatan era un piccolo e buffo ragazzino con un fisico minuto rispetto ai suoi coetanei, portava dei pantaloni ascellari ed una maglietta tutta rammendata.

Le sue scarpe poi bucate e di qualche numero più grande. Portava gli occhiali fin dai cinque anni e non passava giorno che sbattesse la testa addosso a qualche porta oppure che si schiantasse su qualche albero con la bici.

Zlatan si considerava un piccolo mago che voleva stupire tutti con i giochi di prestigio e non c’era giorno che raccontasse dei suoi numeri prestigiosi.

Le uniche persone che gli davano fiducia erano il papà Ettore e soprattutto mamma Irma che passava dei pomeriggi assieme a fare i compiti e lui gli era sempre accanto mente lei si muoveva ai fornelli. Un giorno Zlatan prese un uovo e disse alla mamma che lo avrebbe trasformato in un scoiattolo “Abra cadabra cominciò a pronunciare” e dopo qualche attimo lancio l’uovo verso l’alto e … splash l’uovo si era trasformato in una frittata.

Un boato si levò dal giardino da dove i suoi 4 fratelli sbirciavano la scena nascosti dietro la finestra.

Il gatto nei pantaloni

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Il mondo di Emma

Emma stava sbirciando da dietro un albero, era in una vallata incantata, c’erano foglie verdi,  ninfee fantastiche, una bellissima cascata, tantissimi salici piangenti.

Proprio questi ultimi erano i suoi preferiti, in inverno quando il terreno era ghiacciato usava i rami come fossero delle liana per scivolare sul ghiaccio proprio  come se ai piedi avesse dei pattini.

Di solito era un gioco che faceva sempre con suo cugino, vinceva chi riusciva a non cadere.

Il suo sguardo si soffermo su alcuni fiori con dei petali grandi più del solito e con dei colori fantastici, il viola, il rosso, il giallo, il bianco, il rosa e l’azzurro. 

Su questi fiori erano posate delle coccinelle intente a intonare una canzone.

Il mondo di Emma