Vai al contenuto

Tutte le fiabe di brunaparodi

Questa la raccolta personale di brunaparodi. Puoi contribuire anche tu al progetto "Ti racconto una fiaba" inviando i tuoi testi attraverso l'apposita pagina invia la tua fiaba.

gemma-goccia

Gemma e la piccola goccia

Le era apparsa il giorno del suo sesto compleanno in un’alba di opale, aggrappata ad un ramo nodoso che, con un’arroganza insolita in  un albero vecchio di molti secoli, si era spinto fino a lambire i vetri della sua finestra, facendoli risuonare con il suo martellante tong-tong, tong, tong – tong, tong tong tong, che  uno zefiro marzolino, con tutte le dissonanze che il suo estro gli dettava, ripeteva all’infinito.

Tong – tong, tong tong tong, tong, tong tong tong…

Un’unica piccola goccia, piovuta chissà da dove, e come lei aggrappata ad un vecchio ramo nodoso.

Un timido raggio di sole sembrava  giocare con quella stilla:  l’ accendeva di rosso fuoco, poi, sparendo tra i rami, la trasformava in una perla lattiginosa, infine , filtrando tra il fitto fogliame, la screziava di vari colori.

Gemma aveva  poco più di un anno quando i suoi nonni l’avevano accolta nella loro casa, poi anche la nonna, come i suoi genitori  tanto tempo prima, era volata via. E d’allora era rimasta aggrappata, come quella piccola goccia, ad un vecchio ramo nodoso, suo nonno Gionò.

Gemma  rimase a lungo a contemplare la goccia, temendo per la sua sorte e  chiedendosi chi mai fosse: una goccia di rugiada, una stilla di pioggia, o piuttosto una lacrima sfuggita ad una stella innamorata?

Gemma e la piccola goccia

cignanatroccolo

Il cignanatroccolo

C’era una volta un piccolo anatroccolo, gli occhi grandi e verdi, il becco aguzzo e tanta, tanta voglia di arrivare.

Era tanto insignificante, o almeno così riteneva di essere, che andava per di qui e per di là  ricoperto di splendide penne bianche, prese in prestito chissà dove, che avevano il potere di farlo apparire nel rilucente aspetto di un cigno.

Ammirato, amato, odiato per quelle splendide penne bianche,  correva affannosamente, pieno di noia,  gli occhi sempre più  grandi e più verdi,  il cuore sempre più piccolo e freddo: voleva arrivare e per arrivare  non aveva bisogno di  stupidi anatroccoli, ma solo di cigni che gli avrebbero finalmente aperto gli occhi sul mistero di un giardino incantato.

Il cignanatroccolo