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Tutte le fiabe che parlano di "pettirosso"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "pettirosso", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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Freddy il pettirosso

Freddy è un pettirosso forte e vivace;
sfida il gelido vento e vola tenace.
Le sue piume sono di un caldo rosso colorate;
ha il becco fine e le ali frastagliate.
Quando nevica si riposa sui rami di alberi imbiancati;
noi bambini lo osserviamo dalle finestre incantati.

Freddy è sempre in cerca di cibo per poter mangiare;
quanto sono duri il freddo e la fame da sopportare!
Cinguetta nel silenzioso inverno per farsi coraggio ed

Freddy il pettirosso

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Sofia la giovane allodola

C’era una volta una giovane allodola dalle ali bianche e gli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Sofia.

Nata senza ali, storpia e malferma, impacciata nella postura, ma cocciuta e caparbia, lei non si era mai persa d’animo, e anche se claudicante e incerta, costretta a nutrirsi solo di semi e tanta, tanta acqua, non aveva mai smesso di cantare, seppur facendolo sui rami bassi – gli unici che riusciva a raggiungere balzando con le sue zampette – come la sua condizione le imponeva, ugualmente orgogliosa di riempire con le sue belle note il creato.

“Storpia!”, “E’nata senza ali!” echeggiavano le voci intorno “Ma come mai è nata senza le ali?”, “Ma non può affrontare il volo!”, “Vive fra le rocce!”, “Ma riesce a nutrirsi?”, “E nei periodi di magra come fa, se sulla pietra scarseggiano i semi?”, “Ma non si può guarire?” , “No, mai?”, “E con voi sorelle non canta mai?”, “E come potrebbe?”, “Come farebbe a seguirci in volo?”, “Alla festa della primavera, mi sembra, non sia mai stata invitata” , “E’ chiaro!”

Sofia la giovane allodola

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Ulisse il pettirosso canterino

C’era una volta un giovane pettirosso dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Ulisse.

Allegro e altruista, romantico e sognatore, perduta alla nascita un’ala, l’uccello, con una soltanto, non si era mai perso d’animo, e anche se storpio e malfermo, ridicolo nei movimenti grotteschi e sgraziati, costretto a nutrirsi solo di semi e tanta, tanta acqua, non aveva mai smesso di cantare, cullando nel proprio cuore il sogno di diventare sempre più bravo, seppur cantando su rami bassi, come la sua condizione gli imponeva – un passo dietro agli altri – senza poter raggiungere mai il cielo aperto, ugualmente orgoglioso delle sue note con cui amava riempire il creato.

“Ma con un’ala sola!” gli facevano eco voci sconosciute alle sue spalle, mischiandosi spesso a patetiche mezze risate e sguardi caritatevoli di pietà “Una sola! Devi ammettere che non sarà mai, una così gran cosa! La tua ala maciullata, che tra l’altro non guarirà mai, non è certo un belvedere! E così conciato, impedito, forzato a soste tanto frequenti, puoi star certo che nessuno dei tuoi fratelli t’inviterà mai a cantare alla grande Festa della Primavera!”

Ulisse il pettirosso canterino