La fuga di Babbo Natale
Fiaba pubblicata da: barbara cerrone
L’Eco Lappone
Giornale fondato nel 1870
Babbo Natale è fuggito!
Le sue renne ancora nel recinto
Lunedì, 12 dicembre 2016
Dalla nostra inviata
Rovaniemi
E’ la notizia del giorno. Non ci sono né morti né feriti ma la scomparsa di Babbo Natale oggi riempie le prime pagine di tutti i giornali. Si dice sia fuggito dalla Lapponia diretto verso uno di quei paradisi tropicali dove alloggerebbe in un lussuosissimo hotel, al riparo da sguardi indiscreti e dai giornalisti.
Per capirne di più abbiamo intervistato la sua governante, Annikki “Soffriva di artrite da tempo – spiega- e questo clima non faceva più per lui. Troppi ghiacci qui intorno ”.
Il panico suscitato dalla notizia pare abbia spinto le più intraprendenti fra le madri a stipulare contratti di ferro con i rispettivi mariti mediante i quali gli stessi s’impegnerebbero a indossare i panni del buon Babbo ogni futura notte di Natale, e fino al raggiungimento della maggiore età dei figli, con eventuale proroga per i nipoti. I contratti, del cui valore legale si farebbe garante un pool di avvocati ingaggiati per l’occasione, sembra prevedano anche l’obbligo, per i mariti, di guidare una slitta tirata da renne gridando in media ogni dieci – quindici minuti “Hoh! Hoh! Hoh! Bambini, è arrivato Babbo Natale!”
Il dramma della sparizione si fa sentire soprattutto in quelle famiglie dove si ha ancora fiducia in lui e i bambini sono stati cresciuti con la convinzione del suo regolare arrivo ogni anno, mentre si registra una velata soddisfazione nei volti dei ragazzi che non hanno mai creduto a questa storia: adulti prima ancora di esser bambini, e indottrinati da genitori realisti e pragmatici convinti sia bene vedere “Le cose come stanno” anche a due anni, alla notizia della fuga hanno fatto sfoggio di un sorrisetto sadico, come a dire “Benvenuti anche voi nel mondo reale…e ora sono affari vostri!”
Nelle città dove il grande vecchio può contare sul più alto numero di sostenitori, si sono formati numerosi comitati “Pro Babbo” che per ora si scontrano aspramente sulla strategia da seguire, ma contano di trovare un accordo al più presto, e intanto progettano di riunirsi in un unico grande gruppo che avrebbe così più forza e rappresentatività, senza contare l’ottimizzazione delle spese.
La linea che incontra maggiori consensi fra la popolazione è quella emersa dal comitato “Babbo torna a casa”, un piccolo gruppo formatosi intorno ad una vecchia famiglia che vanta una parentela per parte dei nonni materni con il gran fuggiasco. In sintesi, ciò che propongono i “Babbini”, come prontamente li ha soprannominati la stampa locale, è di fare un accordo che comprenda tutte le tutele di legge previste per i lavoratori stagionali, magari anche un aumento di stipendio, consenta all’anziano impiegato di vivere nel paradiso tropicale per tutelarsi dai reumatismi ma che, al contempo, lo vincoli alle sue tradizionali mansioni con l’obbligo di prendere il primo aereo utile e tornare ogni 23 dicembre nella sede lappone per predisporre la consegna dei pacchi dono, da effettuarsi categoricamente la notte della vigilia di Natale ed esclusivamente per mano sua. Nessuna indiscrezione è trapelata circa le reazioni del vegliardo, il quale, a detta dei suoi detrattori, manterrebbe il silenzio stampa all’unico scopo di alzare la tensione intorno alla sua scomparsa e strappare, così, condizioni contrattuali migliori.
Chi lo conosce afferma che questa è una volgare calunnia “Una delle tante vigliaccate che gli son state fatte dai realisti!”dice piangendo una sua piccola sostenitrice.
Come sempre in questi casi le voci si rincorrono frenetiche e nessuno sa, o vuole dire, la verità sul caso Babbo Natale.
Quel che è certo è che per quei bambini orfani del loro benefattore il prossimo potrebbe essere un Natale molto triste, ed è per questo che, consci del nostro ruolo e del potere dei mass media, abbiamo deciso di farci portavoce di un appello da parte di tutti i piccoli che lo amano:
“BABBO, FATTI VIVO! Vogliamo solo sapere se stai bene e quali sono le tue intenzioni, tutta una nazione te lo chiede in nome della missione che le è stata data dal mondo intero!”
Ecco, noi il nostro dovere di cronisti lo abbiamo fatto, adesso non ci resta che aspettare.
Barbara Cerrone