La fata dei merletti
Fiaba pubblicata da: carmelina fraraccio
Graziella osservava estasiata bianchi pezzettini di neve che, dopo aver volteggiato leggeri fra le nuvole, si posavano lievi sulle piantine del suo giardino.
All’inizio si scioglievano al primo contatto con il suolo, poi diventarono più pesanti, più numerosi e , lentamente, cominciarono ad ammantare il paesaggio rendendolo simile a un luogo incantato.
guardò verso la nonna, che come ogni pomeriggio, seduta nella sua comoda poltrona di cuoio, intrecciava veloce l filo con il suo uncinetto e creava meravigliosi merletti dai mille disegni geometrici
Chiese il permesso di uscire , ma la nonna le ricordò della sua recente influenza e il pensiero di quello sciroppo amaro e stomachevole la bloccò immediatamente
Non le restava che aspettare che la neve candida compisse il suo prodigio e rimanere lì, a bocca aperta, a chiedersi chi mai potesse essere così brava e fantasiosa da realizzare quei meravigliosi ricami di ghiaccio
Tornò dalla nonna e le si accucciò ai piedi: “Nonna i tuoi lavori sono meravigliosi, somigliano ai ricami della neve”
La nonna le sorrise con i suoi splendidi occhi azzurri
“Ma che ci fai con tutti questi centrini? Lavori, lavori e poi spariscono”
“Li regalo alla fata del ghiaccio e lei li porta in tutti i paesi e vi decora rami e cespugli , tetti e monti. Così l’inverno è più sopportabile per tutti. In modo particolare per quei luoghi dove le temperature scendono…scendono..”
Graziella rise di cuore, era dunque la sua nonna la fatina della neve?
Quella notte vi fu un vera tormenta di neve, il vento burrascoso non permise alla bimba di poter dormire, le imposte battevano minacciose e il vento sibilava forte
Graziella uscì dalla sua stanza per rifugiarsi nel lettone della nonna, ma stranamente la nonna non era al calduccio delle coperte.
in punta di piedi si avviò in salotto, dove un parlottare sommesso la incuriosì.
La nonna, illuminata dal riflesso della luna pareva una statua di ghiaccio, era avvolta da un’aureola argentata, e dalla finestra aperta lanciava nell’aria turbinosa i suoi bianchi centrini , che dopo essersi arrotolati su se stessi, quasi a farle un inchino di saluto, si allontanavano nel nulla della notte
Graziella se ne tornò a letto stranamente rasserenata , felice ed orgogliosa di essere la nipotina di un ‘amica della fata dei merletti .
Non poteva immaginare, che in un giorno, non troppo lontano, sarebbe stata lì, al posto della notte, come da sempre succedeva nella loro famiglia.