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Il mondo di Emma

Emma stava sbirciando da dietro un albero, era in una vallata incantata, c’erano foglie verdi,  ninfee fantastiche, una bellissima cascata, tantissimi salici piangenti.

Proprio questi ultimi erano i suoi preferiti, in inverno quando il terreno era ghiacciato usava i rami come fossero delle liana per scivolare sul ghiaccio proprio  come se ai piedi avesse dei pattini.

Di solito era un gioco che faceva sempre con suo cugino, vinceva chi riusciva a non cadere.

Il suo sguardo si soffermo su alcuni fiori con dei petali grandi più del solito e con dei colori fantastici, il viola, il rosso, il giallo, il bianco, il rosa e l’azzurro. 

Su questi fiori erano posate delle coccinelle intente a intonare una canzone.

Il mondo di Emma

tre-pifferi

I tre pifferi

C’era una volta un pastorello rimasto orfano del padre e della madre. Non passava giorno che non piangesse amaramente sulla sua dura sorte.

Un giorno sentì una voce che gli diceva:

– Dinanzi a te ci sono tre pifferi, prova a suonarli!

Il ragazzo trovò i tre pifferi. Quando suonò il primo, le lacrime si asciugarono, soffiò nel secondo e gli venne voglia di ridere. Al suono del terzo piffero, le gambe si misero a ballare da sole.

Ripresosi dallo stupore, il pastorello si accorse che le sue mucche si erano disperse per i prati:

«Adesso vi sistemo!», pensò allegramente impugnando il terzo piffero. E le mucche si avvicinarono al giovane danzando.

Il sovrano di quel paese stava tornando dalla caccia e, passando per quella radura, sentì il piffero magico e… si mise a danzare pure lui!

I tre pifferi

Celestino Mingherlino e Agenore il tenore rock

La signora Delia Penna, bibliotecaria di Roccabretella, è appassionata di teatro.

Ci va di frequente, almeno due o tre volte a settimana, con le amiche ma anche da sola. È abbonata a tutti gli spettacoli e perciò paga prezzi molto bassi e, non si sa come, attraverso conoscenze e adesioni a certi circoli culturali, riesce molto spesso ad avere ingressi gratis.

Questa mattina Celestino Mingherlino è andato alla biblioteca del paese a restituire alcuni gialli letti in breve tempo con grande interesse, e a scegliere qualcos’altro di avvincente per passarsi il tempo.

– Buondì, Celestino – lo saluta la signora Delia Penna, con i suoi occhialetti sulla punta del naso, e la sua crocchia grigio- bionda – lei è proprio mattiniero, eh? –

Celestino Mingherlino e Agenore il tenore rock

L’albero che cantava

C’era una volta un albero un po’ particolare, e vi dirò subito perchè: sapeva cantare! All’arrivo della primavera, dunque, al primo tepore del sole, le sue tenere foglioline cominciavano ad aprirsi e intonavano un coro che si espandeva per tutto il giardino.

Dapprima iniziavano fievolmente, poi, mano a mano che crescevano e diventavano delle robuste foglie verdi, anche le loro voci si facevano sempre più sonore e armoniose rallegrando così le giornate di quel luogo ameno.

Vicino a quest’albero canterino c’era una di quelle piante grasse con quei tremendi aculei che sembravano sempre pronti a colpire chi si avvicinava troppo. Ebbene questa pianta era l’unica nel giardino che non apprezzava per niente le canzoni di questo albero e pertanto continuava a brontolare come una pentola di fagioli.  – Verrà anche l’autunno – borbottava tra sé – così questa musica smetterà -. E intanto diventava sempre più gonfia di stizza e i suoi spini sembravano pronti a schizzar via per pungere qualche malcapitato.

L’albero che cantava

Willy coniglietto pittore

Willy e’ un coniglietto pasticcione ne combina di tutti i colori giallo,verde,blu, con questi tre colori vuole ridipingere il mondo. Oggi ha indossato la tuta da lavoro,ha comprato un grande pennello ed e’ pronto per la grande avventura trasformare tutto in una tavolozza dai colori sfavillanti….che gioia! Il cielo turchino, le nuvole rosee il sole giallo,e il prato di un verde brillante guardandosi intorno tutti saranno piu’ felici.willy vuole dipingere anche i fiori e restituire loro i caldi colori della dolce primavera..chi ben comincia è a meta’ dell’opera…! a lavoro dunque!

– vieni con me paperino,voglio ridipingere questo fienile – dice willy al suo migliore amico ed insieme si recano sul posto di lavoro discutendo sul colore da dare. . Arrampicandosi su una lunga scala di legno in precario equilibrio willy da prova della sua grande abilita’ di pittore. In pochissimo tempo tutto il fienile dal tetto a terra e’ ricoperto di verde come l’erba dei prati e willy tutto contento ammira con con orgoglio tutto il suo capolavoro.

Willy coniglietto pittore

Il tacchino pizzaiolo

Un tacchino un po’ goloso, sta pensando già da un pezzo d’imparare a far la pizza.
Su una grande spianatoia mette un sacco di farina,
sale grosso da cucina e di lievito un cubetto,
d’acqua fresca aggiunge un secchio
e mischia tutto con il becco.

Forma una bella palla, che  fa crescere con calma al calduccio nella stalla.
Poi prepara gli ingredienti per condir quella delizia,
prende tutto dentro all’orto della cara zia Letizia.
Rossi e grossi pomodori ,melanzane e peperoni,
di basilico un cestino e di aglio uno “spicchino”.

Il tacchino pizzaiolo

Ascolto parole

Ascolto parole di vetro,
ascolto parole lunghe, corte, senza metro.
Ascolto parole fatte di lettere e di suono,
che la tua bocca pronuncia come un dono.
Ascolto parole che suonano in armonia,
mentre la stanza s’accende di magia:
suoni caldi, freddi, un po’ stridenti,
pronunciati dalla lingua in mezzo ai denti.

Ascolto parole

Il pifferaio magico

Questa è una favola quasi vera, perché perfino in una città asettica e a volte disattenta e crudele come Milano, a volte si può ambientare una fiaba se si ha ancora voglia di emozioni semplici e pulite, se si ha voglia di credere nelle cose ingenue, semplici e belle.

Come tutte le fiabe inizia con: “C’era una volta”…

C’era una volta un uomo anziano, ma non così anziano come si potrebbe pensare.

Era un uomo modesto, un pensionato che viveva con un sussidio da fame dopo una vita di lavoro per arricchire altri, ma era pulito, ordinato, sempre sbarbato e con un sogno ed un’arte nel cuore.

Il pifferaio magico

I musicanti di Brema

Un uomo aveva un asino che lo aveva servito assiduamente per molti anni; ma ora le forze lo abbandonavano e di giorno in giorno diveniva sempre più incapace di lavorare.

Allora il padrone pensò di toglierlo di mezzo, ma l’asino si accorse che non tirava buon vento, scappò e prese la via di Brema: là, pensava, avrebbe potuto fare parte della banda municipale.

Dopo aver camminato un po’, trovò un cane da caccia che giaceva sulla strada, ansando come uno sfinito dalla corsa. “Perché‚ soffi così?” domandò l’asino. “Ah,” rispose il cane, “siccome sono vecchio e divento ogni giorno più debole e non posso più andare a caccia, il mio padrone voleva accopparmi, e allora me la sono data a gambe; ma adesso come farò a guadagnarmi il pane?” – “Sai?” disse l’asino. “Io vado a Brema a fare il musicante, vieni anche tu e fatti assumere nella banda.” Il cane era d’accordo e andarono avanti. Poco dopo trovarono per strada un gatto dall’aspetto molto afflitto. “Ti è andato storto qualcosa?” domandò l’asino. “Come si fa a essere allegri se ne va di mezzo la pelle?

I musicanti di Brema

Le avventure di Camilla

Questa è la storia di un folletto suonerino e delle sue amiche gnome.

Un giorno, e per la precisione era un martedi mattina, questo folletto suonerino, che si chiama ik, era nel bosco vicino casa, era uscito per farsi una passeggiata fino al mercato.

Arrivato al mercato , vide una bancarella con un bellissimo organetto e incominciò a urlare “Ioioioio è mio è mio mio”.

La gente si giro’ a guardare questo folletto un po’ strano, e tutti iniziarono a pensare che fosse un po’ matto !!

Il fatto è che quell’ organetto ebbe un nome ( Camilla.).

Ebbene, quel martedi mattina incontro’ una piccola gnoma che annusava un fiore, e con il viso faceva buffe faccette, vedendo la scena lui scoppio’ a ridere e la gnometta di nome Aifos si alzò e la risata di Ik si fece piu’ fragorosa quando si accorse che la sua faccia era diventata gialla del polline del fiore.

Le avventure di Camilla

Il pifferaio magico // audio fiaba

Il pifferaio di Hameln è una fiaba tradizionale tedesca, trascritta, fra gli altri, dai fratelli Grimm.

È anche nota come Il Pifferaio Magico o con altri titoli simili.

Si ritiene che essa sia stata ispirata da un evento tragico realmente accaduto nella città tedesca di Hameln in Bassa Sassonia, nel XIII secolo.

Il più antico riferimento a questa fiaba si trovava in una vetrata della chiesa della stessa città di Hameln e risalente circa al 1300. Della vetrata si trovano descrizioni su diversi documenti del XIV e XVII secolo, ma pare che essa sia andata distrutta. Sulla base delle descrizioni, Hans Dobbertin ha tentato di ricostruirla in tempi recenti. L’immagine mostra il Pifferaio Magico e numerosi bambini vestiti di bianco.

Si pensa che questa finestra sia stata creata in ricordo di un tragico evento effettivamente accaduto nella città. Esisterebbe tuttora una legge non scritta che vieta di cantare o suonare musica in una particolare strada di Hameln, per rispetto nei confronti delle vittime. Nonostante le numerose ricerche, tuttavia, non si è ancora fatta luce sulla natura di questa tragedia (vedi qui per un elenco di ipotesi).

In ogni caso, è stato appurato che la parte iniziale della vicenda, relativa ai ratti, è un’aggiunta del XVI secolo; sembra dunque che la misteriosa vicenda di Hamelin avesse a che vedere solo con i bambini. (Paradossalmente, l’immagine del Pifferaio seguito da un esercito di topi è quella che la maggior parte delle persone associano a questa fiaba, magari senza ricordare nient’altro della vicenda).

Introduzione tratta da Wikipedia.

Versione audio a cura di Audiofiabe per bambini di Walter Donegà.

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare l’audio fiaba.

Il pifferaio magico // audio fiaba

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