Giove e i fulmini
Giove un dì dall’alto scanno,
i peccati rimirando,
che dagli uomini si fanno,
– Fino a quando, – prese a dire, –
questa razza soffrirò?
D’altra gente riempire
men noiosa il mondo io vo’ -.
E a Mercurio: – Va’, precipitati
all’inferno,
e la più feroce tirane
delle Furie e fa’ che tutta
questa gente sia distrutta
in eterno -.
Ma il comando non finì
che il buon padre si pentì.
