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Tutte le fiabe che parlano di "bambini"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "bambini", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

bimbi belli

Bimbi belli

Hai mai visto gli occhi di un bambino sono limpidi puliti impenetrabili non hanno visto le cattiverie del mondo Un bambino nasce  nudo son tutti uguali nessuna differenza la fortuna sta dove nasce Se non… Bimbi belli

Una storia d’amore

Un giorno una ragazza di nome Maddalena passeggiava in giro per il parco, vicino a casa sua, all’improvviso vide che un bambino cadde perciò è corsa in suo aiuto quando lo vide la ragazza provò… Una storia d’amore

Poesie dei bambini di Terezin

Le poesie sono state pubblicate dal sito dell’Unione delle Comunità Ebraiche in occasione del “Giorno della Memoria” e riteniamo utile dare massima visibilità a queste opere. La lettura a volte è un ricordo, non sempre piacevole, ma che fa parte di ciò che siamo e pertanto non va cancellato.

A volte la fiaba evoca tempi lontani con il suo “C’era una volta”, ma le fiabe devono sempre mostrare anche come affrontare le paure per dare ai bambini il coraggio di trovare una via di felicità e serenità per affrontare il futuro.

Voi, nuvole grigio acciaio

Voi, nuvole grigio acciaio, dal vento frustate,
che correte verso mete sconosciute
Voi, portatevi il quadro dell’azzurro cielo
Voi, portatevi il cinereo fumo
Voi, portatevi della lotta il risso spettro
Voi, difendeteci! Voi, che siete fatte solo di gas.
Veleggiate per i mondi, semplicemente, spazzate dai venti
come l’eterno viandante aspettando la morte
voglio una volta così come voi – i metri misurare
di lontananze future e non tornare più
Voi, cineree nuvole sull’orizzonte
Voi, siate speranza e sempiterno simbolo
Voi, che con il temporale il sole coprite
Vi incalza il tempo! E dietro a voi è il giorno!

Vedem, Hanu Hachenburg (1929 morto nel 1944)

Poesie dei bambini di Terezin

La scuola dei grandi

Anche i grandi a scuola vanno
tutti i giorni di tutto l’anno.
Una scuola senza banchi,
senza grembiuli nè fiocchi bianchi.

E che problemi, quei poveretti,
a risolvere sono costretti:
“In questo stipendio fateci stare
vitto, alloggio e un po’ di mare”.

La scuola dei grandi

Mirtino

C’era una volta un bambino chiamato Mirtino che viveva in una bella villa al limitare del bosco con i suoi genitori e, soprattutto, col suo saggio nonno Livio.

Mirtino amava giocare all’aria aperta insieme ai suoi amici, per tutto il giorno, ad inseguire le farfalle, a fischiettare agli uccellini, a pallone, a rincorrersi… e a fare un gran rumore. Ma proprio tanto.

Un giorno, però, successe qualcosa di molto bislacco. Infatti, il nonno Livio aveva la febbre e stava riposando, in pieno giorno, nel suo caldo letto, amorevolmente curato da sua figlia, Manuela, la mamma di Mirtino. Intanto il nipotino e la sua allegra brigata avevano deciso di sperimentare un nuovo gioco: ” Fai più baccano possibile” con ogni mezzo. E ci riuscivano benissimo!

Mirtino

Nonno Mario

Il signor Mario è veramente un super nonno. I suoi nipotini Giada e Michele gli vogliono un mondo di bene, e passano insieme a lui interi pomeriggi spensierati e creativi. I piccoli, dopo aver finito i compiti, si fiondano nella stanza del nonno e insieme giocano fino a sera, quando la mamma ritorna a prenderli da una giornata di lavoro.

-Nonnino, che storia ci racconterai oggi? –esclama Michele già entusiasta.

-Sarà bella come quella del gattino di ieri? – dice Giada.

Nonno Mario ci pensa un attimo, poi, come per magia, estrae dal suo cappello color grigio un cartoncino e lo legge.

-Ora vi racconterò la storia di un coniglietto chiamato Carotino- fa il nonno. Mentre la racconta, i due bambini lo fissano con la boccuccia aperta, appoggiati alle sue gambe, bene attenti a non perdersi nemmeno un pezzettino della storia.

Quando invece Giada e Michele sono un po’ agitati, nonno Mario tira fuori da un vecchio cassetto una tovaglia color zafferano e l’appoggia sul grande tavolo di legno del salotto.

Nonno Mario

La favola dell’infanzia senza gnomi o principesse

Chi sorride è punito, l’uccello che crea lo stormo perché con gli altri cerca la libertà, bisogna spaventarlo, che si disperda tra le nuvole.

Un raggio di sole, è un illusione.

La nebbia, un sogno bianco, sfumato.

La pioggia, una immensità di lacrime, e così chiudono i Luna Park.

Se fossimo aquile ce ne guarderemmo bene dall’essere uomini, ma bambini sì, ne vale sempre la pena.

La favola dell’infanzia senza gnomi o principesse

Clotilde

Clotilde viveva sola, non parlava con nessuno, era molto triste.

Le anziane del paese uova, farina, frutta fresca per aiutarla. A volte carbone per il camino.

Clotilde non è stata sempre un befana.

Nella sua gioventù era un madre affettuosa.

Poi un brutto giorno la casa prese fuoco, morirono nell’incendio i suoi cari, bambini compresi.

La giovane cambiò molto, Clotilde viveva il ricordo di quel giorno.

Diventò la befana del paese per veder felici i bambini.

Posso dirvi però non era molto bella: goffa, gobba, rugosa, non amava farsi vedere così dai bambini.

Clotilde

Se ci credi tutto si avvera

Immagina un pomeriggio, uno di quelli in cui il sole splende alto nel cielo, riscaldando di luce tutto quello che trova; immagina il suo calore, vivo e torrido e quella luce che solo le giornate d’estate possono avere. Immagina il silenzio che la calura delle prime ore del pomeriggio genera, quando è fatica anche respirare e tenere gli occhi aperti.

In questo cerchio di luce, immagina un bambino: immagina i suoi occhi: grandi  biglie di un colore indefinito che si trasformano dal marrone chiaro al verde scuro, a seconda di come la luce li attraversa, ma sempre allegri e  vivaci, capaci di spalancarsi, ogni qual volta sono felici, in un grande sorriso che passa prima da loro e poi scende alle labbra.

Avrà più o meno la tua età, questo bambino e vive come vivi tu. Ha tante passioni, come forse hai tu: gli piacciono i giochi tecnologici, quelli che vi fanno stare ore e ore attaccati a quegli aggeggi infernali con quelle musichette insopportabili …  gli piacciono i cartoni animati e i libri, la pizza e il gelato, ma le sue  più vere e grandi passioni sono due, due amori che lo accompagnano fin da quando era davvero molto piccolo.

Se ci credi tutto si avvera

L’omino di panspeziato

C’era una volta una vecchina che sapeva fare dolci meravigliosi.

Un giorno, mancava poco a Natale, preparò un bellissimo e dolcissimo omino di panspeziato.

Per occhi aveva due uvette marroncina, per naso una ciliegina candita, per bocca una mandorla.

Tutta soddisfatta mise l’omino di panspeziato in una teglia e lo infilò nel forno.

Ma subito dopo sentì bussare insistentemente alla porticina del forno e una vocina che gridava:

“Fammi uscire !! Fammi uscire!!”

L’omino di panspeziato

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