Vai al contenuto

Tutte le fiabe che parlano di "natura"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "natura", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

matteo-macchina-magica

Matteo e la macchina magica

Era una bella giornata di primavera e Matteo aveva deciso di andare a giocare un po’ al parco insieme alla sua mamma ed al suo amico Leo. Matteo era un bimbo come tanti, vivace, allegro e con molta fantasia. Gli piacevano tantissimo le macchinine, ne aveva interi scatoloni pieni ed erano di tanti colori: rosse, gialle, blu e con scritte di ogni tipo.

Quel pomeriggio Matteo decise che si sarebbe portato al parco la sua macchinina preferita, abbastanza grande e rossa, con le fiancate blu tipo onda di mare.
-La farò vedere a Leo così potremo giocarci se lui porterà anche la sua! La mia è la più bella!- aveva detto con la mamma.
-D’accordo Matteo, ma poi non mettetevi a litigare come al solito…- aveva risposto la mamma avviandosi a prendere le giacche per uscire.

Matteo e la macchina magica

Il villaggio dei lombrichi

C’era una volta un villaggio di nome Lombrichetto, si trovava nelle fonde zolle di una collinetta appena sotto il bosco, gli abitanti erano lombrichi molto operosi.

Il centro, raccolto in una manciata di terra, aveva le strade pulite e nessuna scritta sui muri, era ben tenuto sia dagli abitanti che dall’amministrazione comunale.

La vita nei cunicoli sotterranei non conosceva soste, il tempo non era scandito dal giorno o dalla notte, quindi ad ogni ora si poteva andare al ristorante, magari da Luisa, una lombrica grassoccia che, se non era ai fornelli, stava sull’uscio della sua cucina. Cercava refrigerio agitando vicino al muso il grembiule maculato dagli schizzi di sughi di sua invenzione.

Il villaggio dei lombrichi

L’amore per sé

C’era una volta un prato.

Un prato con tanti fiori profumati.

Su nel cielo si sentivano le grida di tante piccole gocce d’acqua colorate dell’arcobaleno; Si stavano divertendo un mondo tra di loro a mescolare il rosso con il giallo e il blu.

Ad un tratto udirono un rumore strano, un cigolio lento e continuo.

Guardarono curiose giù, verso il basso, e videro una formichina molto triste che stava trascinando un pesante carretto.

Era ricolmo di provviste per l’inverno e tra esse un grosso seme di grano.

Lei pensava sempre a tutti, poco a se stessa, per questo era triste.

Cosi, quel giorno, parlava da sola, o canticchiava non si udiva bene, e ,nel frattempo, trascinava il suo peso.

L’amore per sé

Il mare

Il Mare era di buon animo. Era calmo. Rideva. Giocava con la misteriosa luna tirandosi su e lasciandosi cadere giù. Il sole lo colorava di cento colori e delle fasce d’argento lo facevano prezioso; ed ora il mare voleva che tutti gli entrassero dentro… .che giocassero con lui. Ormai erano giorni che non era più arrabbiato. Accarezzava all’ancora le barche abbandonate. Voleva essere amato. Capito. Rispettato.

Voleva essere capito innanzitutto! Rispettato quand’era arrabbiato! Lo aveva sempre detto, raccomandandosi al buon senso. Quel giorno aveva pianto a lungo. Per un’ intera notte! e poi ancora altre notti.

Il mare

Il topolino e l’elefante

C’era una volta un elefante che doveva fare un lungo viaggio.

C’era una volta un topolino che doveva fare un lungo viaggio.

Si misero d’accordo e viaggiarono insieme.

Il topolino prese uno straccio e ci mise dentro un pò di pane e un po’ di formaggio.

E l’elefante si procurò due grosse ceste e le riempì ben bene di paglia e se le posò sul groppone.

Il topolino e l’elefante

Il campo di margherite e la vera bellezza

Al limite della città di Meraviglia, c’era un bellissimo prato ricolmo di margherite e tutte se ne stavano tranquille e beate a prendere il sole, in attesa che i contadini le venissero a raccogliere per abbellire le loro tavole.

Un giorno accadde che tra queste, ne spuntasse una diversa dalle altre.

“Come sei strana”, cominciarono a dirle “Sì, sei proprio stravagante”.

Il piccolo fiore non sapeva neppure che cosa volesse dire quella parola e quindi non ci fece caso.

Il campo di margherite e la vera bellezza

Come il riso arrivò sulla terra

Una leggenda popolare raccontata infatti che un buon genio della campagna se ne stava tranquillo a osservare compiaciuto la vita degli uomini: Essi avevano dimenticato da tempo l’ultima terribile carestia che li aveva colpiti,

Vivevano serenamente e la loro esistenza semplice andava al passo con il ritmo della natura, Gli anni scorrevano come un fiume lento e tranquillo,lasciando nella memoria delle persone la gratitudine per il doni che ricevevano dalla terra, Infatti, nonostante la coltivazione dei campi costasse molta fatica, gli uomini avevano di che sfamare le loro famiglie in abbondanza.

Come il riso arrivò sulla terra

La fata nella nocciola

E’ tutta sola,Lola,
la fata della nocciola
ma si consola.

Delicata, bionda carina
è la fata, della brina.

Nutrita da scoiattoli, circondata da usignoli,
dai loro voli.
Saltella trai fiori tra mille colori,

E’la fata dell’ arcobaleno,
del cielo, sereno,
della gioia della serenità.
Fin’ora nessuno l’ha vista, la vedrà

La fata nella nocciola

Il serpente ingrato

In una giornata di tardo autunno (faceva molto freddo, i corsi d’acqua erano già ghiacciati) un cacciatore si senti chiamare:

– Buon uomo, salvami! La mia coda si è attaccata al ghiaccio.

Attraversando un ruscello, improvvisamente ghiacciatosi, un serpente era rimasto prigioniero.

Il cacciatore accorse, spaccò il ghiaccio col calcio del fucile e liberò il rettile intirizzito:

Il serpente ingrato

CIP e… l’inquinamento

Cip è un uccellino tutto speciale.. lo aveva detto mamma uccellina appena lui aveva messo il capino fuori dall’uovo.

Sì perchè dovete sapere che mamma uccellina stava da giorni covando con tanto amore le sue quattro uova lassù nel nido nascosto tra le foglie del grande albero che c’è proprio in mezzo al parco.

Stando sempre ferma ed accovacciata ad un certo punto si era assopita quando all’improvviso aveva sentito una vocina dire:”Cip… sono qui che vorrei uscire, ti sposti per piacere?”quella vocina arrivava proprio da sotto di lei… ma com’era possibile???

Tutta meravigliata aveva alzato un’ala per sbirciare tra le uova che stava covando ed aveva visto spuntare da un guscio un capino con due dolci occhietti curiosi che la osservavano con meraviglia.

CIP e… l’inquinamento

Exit mobile version