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Tutte le fiabe che parlano di "amicizia"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "amicizia", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Rosannella

A Mariù questa mattina è venuta una gran voglia,
prende tutto dall’armadio e prepara un bel bagaglio.

Ha deciso di partire per andare ad Ariabella,
là ci vive già da un pezzo l’altra cara sua sorella,.
delle tre la più tranquilla e si chiama Rosannella.

La sua casa colorata è a due passi dalla spiaggia,
lei si siede e guarda il mare che la fa tanto sognare,
chiude gli occhi  in un momento e comincia un lungo viaggio.

Rosannella

L’eredità

A tutti gli amici che stimo sinceri,
io lascio da oggi la mia eredità.
Nè terre e palazzi ,nè soldi nè averi ,
ma solo dei piccoli e chiari pensieri.

Prima di tutto si deve sapere
che al mondo nessuno è proprio perfetto.
Pertanto da questo bisogna partire
perché in  ognuno c’è almeno un difetto.

L’eredità

gigante egoista

Il gigante egoista

Tutti i pomeriggi, quando uscivano dalla scuola, i bambini avevano l’abitudine di andare a giocare nel giardino del Gigante.

Era un giardino spazioso e bello, con morbida erba verde. Qua e là sull’erba si trovavano bei fiori come stelle, e vi erano dodici peschi che a primavera si aprivano in delicate infiorescenze rosa e perla, e in autunno portavano ricchi frutti. Gli uccelli posati sugli alberi cantavano in così dolci suoni che i bambini solevano interrompere i loro giochi per ascoltarli. – Come siamo felici qui! – gridavano l’un l’altro.

Il gigante egoista

Pierina e il porcellino

In una soleggiata giornata di primavera nacque una bambina di nome Pierina. Alla nascita di un figlio, mamma Adriana e papà Patrizio, festeggiavano l’evento acquistando un animaletto da far crescere nella loro casetta di campagna. Nella loro casetta c’erano il pony Aurelio, la capretta Gina, la mucca Paola, la gallina Giuditta, il gatto Mario ed il cane Aldo. Per la loro settima creatura mamma e papà decisero di acquistare un porcellino nano. D’accordo con i bambini più grandi chiamarono il porcellino “Danilo”.

Tutti gli animaletti di casa avevano un nome da essere umano perché erano considerati membri della famiglia. Gli animaletti erano accarezzati da tutti, potevano entrare nella casetta ed a volte c’era anche qualche bambino che si addormentava stretto stretto ad un simpatico animaletto.

 

La piccola Pierina era molto carina, era bella paffuta e sorrideva sempre. Il porcellino era piccolo piccolo, con orecchie dritte ed aguzze ed il colore del mantello era bianco.

Pierina e il porcellino

Tullipan

C’era una volta, quando non si sa, una principessa che si chiamava Tullipan, che nome strano direte voi, ma tanto strano non è, perché il suo papà, Re Gaudio, gli diede quel nome quando la vide per la prima volta nella culla.

Re Gaudio era un re buono che amava viaggiare e conoscere il mondo (ma questa è un’altra storia) e nel corso dei suoi viaggi vide tante cose belle, ma bella come quella bambina nella culla non aveva mai visto nulla.

Era così felice che quando dovette scegliere il nome per sua figlia cercò nella sua memoria il posto più bello che avesse mai visto e si ricordò di un bellissimo campo di tulipani in Olanda, illuminato dalla luce dell’alba e bagnato dalla rugiada, quell’immagine magnifica gli ricordò la bellezza di sua figlia e da quel giorno la principessa fu Tullipan.

Tullipan

Tre cose solamente

Io mi sento fortunata…. perché? Mangio ,amo e rido .
Son tre cose solamente ma ti cambiano la vita.
Se non mangi è un dispiacere , ci son cose buone assai!
Come fai a rinunciare a tagliatelle con ragù?

Se ci metti un” secondino” stai sicuro che non sbagli e
poi anche un bel dolcino se ne avevi proprio voglia.
Eeeh… ma basta qua, andiamo oltre: tu mi chiedi perché amo?
Perché vivere d’amore è una cosa favolosa,
lo puoi dar continuamente e se poi è quello vero…è sublime veramente!

Tre cose solamente

Un nuovo amico

Un giorno il piccolo pulcino giallo allegro disse alla sua mamma orsa:

– “ Mamma, ho deciso.Vado a cercare il tesoro!Non so quanto ci metterò a trovarlo, so solo che devo farlo.”

– “ Tesoro? Quale tesoro?” chiese la mamma.

Il pulcino non la sentì, ormai era già sul sentiero perso nei suoi pensieri.

– “ Chi sa come sarà il mio tesoro? Brillerà come la luna? Peserà come una roccia?”

Il pulcino camminava..camminava..

Un nuovo amico

Storia di un maggiolino e di un bruco

Una mattina il maggiolino si svegliò particolarmente allegro.

Era giorno di mercato e sarebbe andato presto per poter scegliere tutto ciò che più gli piaceva. Voleva cucinare un delizioso pranzetto e trascorrere quel pomeriggio di ottobre al calduccio in poltrona davanti al focolare, che l’avrebbe protetto dai primi rigori dell’inverno.

Dopo un’abbondante colazione uscì di casa con sciarpa, cappello e ombrello, e si diresse verso la Grande Quercia, attorno alla quale ogni sabato veniva allestito il più grande mercato del bosco.

Già a quell’ora del mattino numerosi animaletti si erano radunati per potersi accaparrare le brioches e i croissants appena sfornati, con o senza marmellata, con o senza crema, con o senza cioccolata.

Alcune donnole si erano riunite a crocchio attorno al banco dei pizzi e dei merletti, per scegliere stoffe di qualità sopraffina con le quali confezionare camicette e vestiti per figlie e nipoti.

Storia di un maggiolino e di un bruco

Lo stanzino segreto

Michelino era un bambino di sette anni, proprio come ce ne sono tanti. Biondo e allegro, frequentava la scuola elementare e aveva una stanza dei giochi tutta per sé. La stanza era grande, grandissima. Che dico? Grandissimissimissima! E in più, conteneva giocattoli di ogni tipo e misura. Dal cavallino a dondolo ai trenini di legno, dagli orsacchiotti di pezza ai peluches di ogni specie, la stanza era talmente piena che Michelino ci entrava a malapena. Anche se non si poteva più muovere, vi trascorreva tutti i pomeriggi di tutti i giorni dell’anno.
 
Gioca oggi e gioca domani, il tempo passava e i mille e più giocattoli erano stati giocati tutti, fino alla noia. Un bel giorno Michelino si stancò. “Ufffff … basta! Non ne posso più di questi giocattoli! Sono vecchi e rotti. Li ho usati mille volte! E questa stanza? Non mi posso muovere” disse, un po’ seccato. Da un pezzettino di finestra, quasi ostruito da peluches e marionette, si vedeva la finestra della casa di fronte, dove un bambino si era appena affacciato. Michelino gli fece ciao con la mano e il bimbo, di pelle scura e coi capelli neri, gli rispose amichevolmente.
 
Michelino allora lasciò la stanza e scese in giardino, dove lo raggiunse il suo nuovo compagno. “Come ti chiami?” gli chiese, un po’ sulle sue.

Lo stanzino segreto

L’ultimo giorno di quinta

Domani finisce la scuola, che voglia di vacanze,
ma non ho voglia di perdere le fantastiche amicizie e le splendide insegnanti
con cui ho passato 5 lunghi anni…
sono in quinta, con le lacrime agli occhi,
solo al pensiero che domani la 5^A si scioglie,
nella mia testa avviene il diluvio universale.

Voglio bene ai miei compagni, infatti scrivo questo
per liberare la mente dalla tristezza;

L’ultimo giorno di quinta

Il baratto matto

Una filastrocca che insegna il valore della condivisione che ha il sapore di ecologia! L’ecologia a scuola. Scuola dell’Infanzia di Boltiere. Testo e video di Elide Fumagalli. Musica offerta dal canale youtube amicodiverte

Pontecorvo e lo scoiattolo

C’era una volta un grosso corvo soprannominato da tutti gli animali Pontecorvo. Il perché di tale nome derivava dal fatto che permetteva di realizzare una sorta di ponte con le fronde degli alberi; egli, infatti, posandosi su un ramo lo faceva abbassare, grazie al suo peso, tanto quanto bastava per farlo avvicinare a un altro posto dall’altra parte del fiume. In questo modo creava così un passaggio che era molto comodo a tanti scoiattoli del bosco che lo usavano come scorciatoia; così ogni volta che dovevano oltrepassare il corso d’acqua non facevano altro che chiamare il corvo.

Un giorno, come accaduto tante altre volte, si sentì urlare «Pooontecooorvo mi faresti passare?» e poco dopo si vide il corvo uscire dal suo nido per vedere chi si permetteva di convocarlo, e scocciato rispose «Chi è che disturba il mio riposo?».

Pontecorvo e lo scoiattolo

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