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Tutte le fiabe che parlano di "mago"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "mago", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Cicala

Tanto tempo fa c’era una guardiana delle oche che si chiamava Cicala, per il suo brutto aspetto tutti l’evitavano. Cicala raccontava tutto quello che gli succedeva alle sue oche. Queste non la capivano ma cullate… Cicala

Il mago Là per Là

Nella paese della magia tra le rocce e senza via vive per di qua o per di  là vive il mago là per là. E’ un mago strampalato, che non sa dire il suo nome ne cognome. Non sa bene… Il mago Là per Là

Il cuore del mago

Quando la principessa Clara giunse alla veneranda età di ventidue anni, le fu imposto di prendere marito. Per la magnifica occasione, il re domandò al suo fidato consigliere, nonché mago di corte, di riunire a… Il cuore del mago

Che bella invenzione

Tanto tempo fa ,abitavano in una fattoria in campagna, cinque maialini, grassocci e rosa.

Il primo si chiamava Timido, era sempre silenzioso e poteva solo sentire: per questo stava sempre in silenzio, perché voleva ascoltare !

Suo fratello si chiamava Gustavo e poteva solo usare il gusto … e mangiava… mangiava… mangiava, tanto chè era il più cicciotto.

Il terzo maialino si chiamava Mammolo e passava il tempo a toccare tutto quello che trovava.

Il quarto maialino era Pippo e si fidava del suo naso: annusava ogni cosa e il suo olfatto era infallibile.

Che bella invenzione

Quando arriva l’autunno

Oggi le nuvole hanno due forme:
una di coniglio, e l’altra di mago.
Una nuvola con le orecchie mezze lunghe
e la seconda indossa un cappello.

Così quando il vento aumenta
il cielo inizia a danzare e corrono
qui e là le mille forme che
quasi quasi appaiono favole.

Quando arriva l’autunno

Le favole sono stupide?

Era una fredda mattina di dicembre ed Elisa si stava preparando per andare a scuola; frequentava, orgogliosamente, la quarta elementare. Sua sorella Laura, tre anni più piccola, non ne voleva sapere di alzarsi dal letto.

“Fa freddo fuori!” strillava.

“Ma dai Laura!” la incitò la mamma, “Oggi a scuola la maestra Silvia vi legge le favole”

“Le favole sono stupide!” affermò con grinta Laura e si infilò con la testa sotto le coperte.

Elisa intanto aveva finito di bere il suo latte, aveva preparato lo zaino e si era imbacuccata con cappotto, sciarpa e guanti. Sua madre le infilò il berretto di lana, calzandoglielo fin sugli occhi e gridò, per farsi sentire da Laura: “Noi siamo pronte e ce ne andiamo! Qualcun altro vuol venire a scuola?”

Le favole sono stupide?

Il fabbricante di alberi d’acciaio

Aisha non si stancava mai di fare domande e suo nonno, un vecchio capo tribù, rispondeva sempre.

Una sera, vedendo il sole sparire fra le colline, Aisha chiese al nonno: “dove va il sole?”

“Torna a casa” rispose il vecchio capo tribù. “Proprio come gli uomini e le donne dopo il lavoro.”

“Qual è la sua casa?” ribatté allora la bimba.

“Un bosco di querce da sughero grande e verde, dove il sole abita insieme ad altre creature.”

“Dai racconta!” incalzò Aisha.

Il fabbricante di alberi d’acciaio

Celestino Mingherlino e il mago Barbabè

L’incontro di Celestino Mingherlino col mago Barbabè fu simpatico e curioso.

Celestino era malaticcio, si era beccato da poco uno di quei fastidiosi virus parainfluenzali, cioè che non sono ancora influenza vera e propria, ma poco ci manca.

Il povero Celestino, che per tutta la sua lunga vita non si era mai buscato più di un raffreddore, si sentiva proprio giù.

Sembrava che il suo proverbiale ottimismo l’avesse abbandonato.

Era a letto con un febbrone da cavallo, il naso tappato e gocciolante, gli occhi cisposi e lacrimanti, e un tossone da far invidia al tuono.

La gente del paese lo aiutava sollecita, poiché Celestino era benvoluto da tutti.

Celestino Mingherlino e il mago Barbabè

Il piccolo cuore

C’era una volta un piccolo cuore, ma proprio piccolo piccolo, tanto che il suo lieve battito si sentiva appena.

Un  giorno, non si sa come nè quando, questo piccolo cuore si ritrovò  in un luogo misterioso e cominciò a piangere silenziosamente.

Le fate stavano facendo la loro passeggiata giornaliera e notarono fra le foglie di malva, al bordo del sentiero, una cosina tutta rossa che non era sicuramente una fragola. Beh, era il piccolo cuore, naturalmente. Le fatine si fermarono di botto assai incuriosite. Fata-farfalla lo raccolse delicatamente nella sua mano cercando di asciugargli le piccole lacrime, poi lo mostrò alle sue compagne che lo ammirarono stupefatte perché non avevano mai visto nulla di simile dalle loro parti.

Il piccolo cuore

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