L’incontro di Celestino Mingherlino col mago Barbabè fu simpatico e curioso.
Celestino era malaticcio, si era beccato da poco uno di quei fastidiosi virus parainfluenzali, cioè che non sono ancora influenza vera e propria, ma poco ci manca.
Il povero Celestino, che per tutta la sua lunga vita non si era mai buscato più di un raffreddore, si sentiva proprio giù.
Sembrava che il suo proverbiale ottimismo l’avesse abbandonato.
Era a letto con un febbrone da cavallo, il naso tappato e gocciolante, gli occhi cisposi e lacrimanti, e un tossone da far invidia al tuono.
La gente del paese lo aiutava sollecita, poiché Celestino era benvoluto da tutti.
Celestino Mingherlino e il mago Barbabè