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Tutte le fiabe che parlano di "gnomi"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "gnomi", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

castello sabbia

Il castello di sabbia

Giorgia e Fabio , due piccoli fratelli non stavano più nella pelle, giunti in spiaggia posarono  velocemente la loro attrezzatura;  un secchiello, una paletta e un piccolo rastrello. – Fabio inizia pure  a scavare, io… Il castello di sabbia

Quando arriva l’autunno

Oggi le nuvole hanno due forme:
una di coniglio, e l’altra di mago.
Una nuvola con le orecchie mezze lunghe
e la seconda indossa un cappello.

Così quando il vento aumenta
il cielo inizia a danzare e corrono
qui e là le mille forme che
quasi quasi appaiono favole.

Quando arriva l’autunno

Il bosco delle radici gnomate

PERSONAGGI: la principessa Dorothy, il principe Allan, il gufo Gusatutto, lo gnomo Malignomo, il bambino Samy, il cavallo Cremcaravallo.

C’era una volta un bosco, molto diverso dall’aspetto rispetto agli altri boschi a voi noti. I suoi stupendi pini, i castagni e le querce secolari, nonché le rocce, le grotte e le casette dei boscaioli, erano imprigionati da enormi e fitte radici che uscivano dalla terra allungandosi a dismisura e attorcigliandosi attorno a tutto quello che trovavano davanti. Fu lo gnomo Malignomo, con il suo incantesimo, ad assegnargli tanti anni fa questa triste sorte dopo una lunga e sofferente notte insonne. Da allora fu chiamato: “Il bosco delle radici gnomate” e fu inserito con tale nome anche nelle enciclopedie di botanica di tutto il mondo.

Perché il nostro Malignomo decise di fare una cosa così tremenda, vi chiederete di sicuro?

In quel bosco, all’epoca, quando era ancora giovane, bello e prosperoso, viveva da tanto tempo chiusa in una torre d’avorio, la principessa dai capelli d’oro di nome Dorothy, che a sua volta fu vittima di un altro incantesimo. Dorothy era sempre da sola, si annoiava e piangeva, piangeva e si annoiava e nel frattempo i suoi bellissimi capelli crescevano, crescevano, crescevano. Poiché l’unica stanza della torre era molto stretta per contenere tutto quel groviglio di capelli, Dorothy li fece uscire dalla finestra e presto i suoi capelli si stesero anche tra gli alberi del bosco come un soffice tappeto setoso.

E fin qua ci siamo.

Il bosco delle radici gnomate

Lumachina birichina

C’era una volta, come tutte le favole, un paesino magico
dove vivevano tanti piccoli gnomi di colore verde

Avevano le casette costruite con la mollica
di pane  e si cibavano di fiori
e di rugiada fresca

Coltivavano tulipani e viole e
si ornavano le testoline di ghirlande di mentuccia profumata

Lumachina birichina

L’amore di Filù

C’è un piccolo bosco, in Trentino, che è ancora oggi abitato da una razza di gnomi.

Negli altri boschi, purtroppo, specie affini si sono estinte a causa del disboscamento o del turismo, quindi potremmo considerare questi gnomi di montagna una specie protetta, solo che né il WWF, né alcun altro conosce la loro esistenza.

So che non mi crederete: perché mai nessuno li ha visti, se veramente esistono, vi domanderete? La risposta è semplice: per continuare ad esistere i pochi sopravvissuti devono tenersi nascosti, così da non fare la fine dei loro simili liguri, lombardi, silani eccetera.

Ogni tanto qualcuno, è vero, afferma di averli veduti, ma, fortunatamente, nessuno gli crede e, spesso, lo intervistano in televisione come si fa con un mentecatto innocuo e, tutto sommato, simpatico e divertente.

L’amore di Filù

Il bucaneve

C’era una volta in una foresta incantata degli alberi ricoperti di neve. La nebbia vorticava intorno ad essi e il gelo aveva ornato di cristalli tutto intorno dai rami più alti ai ciuffi d’erba. Un bianco chiarore si stendeva intorno.

Il Signore del Gelo passava su ogni ramo e su ogni stelo d’erba posandovi i suoi cristalli. Quando il sole brillava tutto si trasformava in luccichii come perle e diamanti messi alla luce.

In quella foresta vi era una collina e sotto di essa dormiva la Fata dei fiori. Un giorno vi era tanto sole ed i cristalli si stavano sciogliendo goccia a goccia ed il calore tenue che filtrava nella terra stava per risvegliare la Fata dei fiori.

Il Signore del Gelo disturbato da questo fece vorticare tanta nebbia che il tepore scomparve e un vento freddo ghiacciò tutte le gocce d’acqua sui rami e di perle il bosco fu ricoperto.

La Fata dei fiori tornò nel suo sonno profondo. Il Signore del gelo prese a spargere neve e freddo tutto intorno. Passarono giorni e giorni di freddo. In quella foresta vi erano pure Gnomi e Folletti.

Lo Gnomo che dormiva nel tronco del castagno fu svegliato dal freddo intenso e dagli ululati

del vento e si arrabbiò perché il Signore del Gelo non cessava la sua morsa.

Il bucaneve

Le avventure di Camilla

Questa è la storia di un folletto suonerino e delle sue amiche gnome.

Un giorno, e per la precisione era un martedi mattina, questo folletto suonerino, che si chiama ik, era nel bosco vicino casa, era uscito per farsi una passeggiata fino al mercato.

Arrivato al mercato , vide una bancarella con un bellissimo organetto e incominciò a urlare “Ioioioio è mio è mio mio”.

La gente si giro’ a guardare questo folletto un po’ strano, e tutti iniziarono a pensare che fosse un po’ matto !!

Il fatto è che quell’ organetto ebbe un nome ( Camilla.).

Ebbene, quel martedi mattina incontro’ una piccola gnoma che annusava un fiore, e con il viso faceva buffe faccette, vedendo la scena lui scoppio’ a ridere e la gnometta di nome Aifos si alzò e la risata di Ik si fece piu’ fragorosa quando si accorse che la sua faccia era diventata gialla del polline del fiore.

Le avventure di Camilla

La città degli Gnomi Verdi e della strega Nebbianera

Nel bosco fitto di abeti e larici, la strega Nebbianera aveva intrecciato i rami fino a costruire un’immensa ragnatela vegetale che circondava la valle degli Gnomi Verdi.
I cerbiatti imprudenti e gli uccellini, durante i primi voli di esplorazione, spesso cadevano nella rete e perdevano i loro colori e la vita, trasformandosi in statue di carbone.
Gli gnomi sapevano dell’incantesimo e si tenevano a rispettosa distanza dalla foresta, ma la ragnatela vegetale cresceva e l’anello nero guadagnava terreno nella valle verde.
Gli gnomi costruivano inutilmente dighe di pietra per opporsi all’avanzata della foresta nera che, però, erano spazzate via dai rami nodosi che ormai avevano preso consapevolezza della loro forza e volevano stritolare la verde vallata e spegnerne per sempre la luce.
Tutto era cominciato il giorno del primo compleanno del figlio del Re degli gnomi verdi: una festa che doveva arrivare nei più lontani angoli del regno per portare felicità e allegria e si era trasformata in tragedia.
La strega Nebbianera non era stata invitata alla festa perché era conosciuta come apportatrice di lutti e dolori. Il Re aveva proibito a tutti i sudditi, pena la vita, di informare la strega che, del resto, viveva appartata in una grotta sulla montagna più nera e infida del paese e non aveva mai espresso desiderio di contatti con la corte.

La città degli Gnomi Verdi e della strega Nebbianera

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