Un’aiuola di tulipani
La signora Serena curava bene il suo giardino. Non aveva tanto tempo, ma ogni volta che poteva si dedicava ai suoi fiori. Aveva una bellissima aiuola di tulipani gialli, rossi e arancioni che si estendeva… Un’aiuola di tulipani
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "giardino", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
La signora Serena curava bene il suo giardino. Non aveva tanto tempo, ma ogni volta che poteva si dedicava ai suoi fiori. Aveva una bellissima aiuola di tulipani gialli, rossi e arancioni che si estendeva… Un’aiuola di tulipani
Ma che vento che tira stamattina in giardino! Proprio stamattina che la signora Dora aveva deciso di sedersi tra le sue belle piante e leggere un libro in santa pace. Aveva annaffiato le rose e… Il vento e la signora Dora
In un piccolo villaggio, non lontano dalla grande città, vi era un giardino ben curato con un folto albero di albicocche. Appena sotto, alla sua ombra, una panchina sulla quale sedeva un uomo anziano. Il… La chiave del cancello ritrovata
La fiaba “Il giardino di Azzurrino” apre le danze del mio piccolo libro “Fiocchi Fantasma e altre meraviglie“. “Pianta tanti fior , e lascia ogni timor … Della poesia unico fior la vita è bocciolo d’amor .”… Il Giardino Di Azzurrino
Marisa se ne stava in giardino a fissare le prime nubi, messaggere dell’inverno ormai imminente. Seduta sulla panchina di pietra, un po’ annoiata, un po’ impigrita dall’ozio del periodo estivo, s’era, strano a dirsi, quasi… La colomba azzurra
Cinello è un piccolo funghetto prataiolo che vive insieme alla sua famiglia in un enorme giardino. Ogni giorno si diverte a rincorrere i piccoli scoiattoli fulvi che saltano da un ramo all’altro di grandi alberi verdi. Quando piove si ripara sotto il suo cappellino bianco, aspettando che esca il sole per scaldarsi tra l’erba.
Tra qualche giorno, il giardino verrà aperto anche alle tante persone che vogliono rilassarsi e godere del meraviglioso paesaggio. Cinello è felice, finalmente potrà conoscere da vicino qualche bimbo e giocarci insieme. Nel frattempo, fa un girotondo con le margherite e le violette.
-Che bello, amiche! Tra non molto arriverà tanta gente a farci compagnia! esclama Cinello.
Cari bambini, sono una foglia.
Vivo dalla scorsa primavera nell’albero del vostro giardino, sì, proprio quello con le foglie a forma di stella.
Ogni mattina la mia sveglia suona presto, perchè mi piace vedervi arrivare a scuola .
Che gioia quando giocate con me!
Non troppo vicino, ma nemmeno molto lontano da qui, c’era la casa di Brigitta.
La costruzione di per sé non era niente di speciale: una casa come tante, di mattoni rossi e con un grande portico ombreggiato.
Quello che era a dir poco spettacolare, era il giardino.
Nei dintorni non cresceva niente del genere: cipressi, querce e grandi faggi proteggevano, dall’alto delle loro fronde, un giardino dalle fioriture fantastiche. Farfalle e uccelli d’ogni tipo, svolazzavano rendendo quel giardino un posto da favola.
Del resto Brigitta non si sarebbe accontentata di niente di meno. Era ormai avanti con gli anni, ma vivace e attiva come una giovinetta.
Tutti quelli che abitavano nelle vicinanze, la ritenevano una vecchietta stravagante dato che la vedevano spesso comprare terriccio e concime oppure cercare riviste di giardinaggio, tosaerba, bulbi o vasi, ma non la incontravano mai al cinema o dalla parrucchiera.
Il giorno dopo la creazione Dio inviò il suo angelo giardiniere sulla Terra con un compito molto importante: dare un nome a tutti i fiori che incontrava.
Allora l’angelo giardiniere partì subito, perchè era onorato di poter fare una cosa così bella: si buttò in picchiata dal Paradiso in direzione Terra e iniziò a planare con le grandi ali aperte multicolori sui prati , sui monti, sulle colline, sopra gli alberi: che spettacolo tutti quei fiori.
Puntando il dito iniziò così dicendo: Oh, come sei bella! Tu ti chiamerai Rosa; poi vide lì vicino un fusto alto e snello: Tu sarai Giglio.
Il giardino di nonna Costanza è poco più grande di una piccola stanza.
E’ un fazzoletto tutto intero e vi manca solo un pero.
Ci trovi tutto,proprio ogni cosa:pesche,limoni e anche una…rosa.
Lei lo cura con tanto passione ,ci mette fatica ,piacere e sudore.
Come un figlio lo tiene protetto,e guai a chi strappa un solo rametto.
Con la pianta lei ci parla, le da l’acqua ,pulisce la terra e questa d’incanto diventa più bella
con foglie,fiori e colore e lei, la guarda con tanto amore.
Franco viveva al quarto piano di un palazzone, nella periferia ” bella” della sua grande città. Non che ci si vivesse male, lì: vita tranquilla, rispettabile ed un elegante giardino condominiale sul quale si affacciavano quattordici appartamenti, più o meno tutti uguali e c’era gente gentile ed educata che vi abitava, insieme alle proprie grandi, ingombranti, importanti… automobili!
Tutto rientrava nei canoni richiesti ( da chi, poi?), come la sua stanza grande e luminosa, come il silenzio che accompagnava le vite di quelle quattordici famiglie, così discrete e lontane…. Ora, però, Franco sentiva che in lui qualcosa era cambiato, ora non riusciva più a guardare quel grande edificio, senza notare che sapeva di vecchio, di triste, di dimesso.
– Accipicchia, che guaio!
Matteo guardò stupito l’amico che borbottava i suoi pensieri camminando su e giù per la stanza, mentre i suoi lunghi e sottili baffi viola serpeggiavano inquieti ed accarezzavano la punta degli stivali dalle grandi fibbie argentate.
– Che c’è, Pèopo? Perché sei così preoccupato?
– Che c’è? C’è che tra poco tu compirai sette anni ed io, lo sai, dovrò cercare un altro bambino, un bimbo piccolo com’eri tu, quando ti ho incontrato. Ti ricordi? Cercavi di fare un castello con il fango, laggiù, in giardino, sotto le dalie appena annaffiate ed eri tutto nero, tutto coperto di malta!
Adoro i bimbi inzaccherati, ti ho scelto per quello! Pèopo cerca casa