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Giraffina

C’era una volta una bambina che nacque piccola, piccola, piccola, pesava solo 1.100 grammi. La mamma era molto preoccupata perchè non mangiava e non cresceva molto, ma da un bel giorno la bambina cominciò a… Giraffina

Il sentiero magico

Gianni, Paolo e Marco giocavano tirandosi la palla nel prato ai piedi della collina. Marco ad un certo punto disse ” sono stanco di giocare a questo stupido gioco da bambini , vado a fare… Il sentiero magico

Pezzettino

“Pezzettino” è scritto da Leo Lionni Narrato da Giulia Martinelli Musicato e effettato da Luca Gallini https://www.youtube.com/watch?v=YaBmUCiAPbg Video tratto dal progetto FAVOleLETTE.    

Pensiero di una Zia

Bambini miei, che siete cresciuti con troppa velocità, che state accompagnando la mia vita e date la possibilità a me di accompagnare la vostra e non è finita qui… Vi ho visto nascere e vi… Pensiero di una Zia

La gabbiana e la tartaruga

Un giorno una graziosa gabbiana, volando sopra l’oceano, si imbatté in una scena che la sconcertò: centinaia di tartarughine appena nate arrancavano faticosamente sulla spiaggia nel disperato tentativo di raggiungere il mare.

Per molte di loro la tanto agognata distesa azzurrina non restava che un miraggio, mentre la loro folle corsa terminava negli artigli di affamati uccelli predatori. Quando, in seguito, la nostra gabbiana venne a sapere che le tartarughe erano solite abbandonare le loro uova sulla spiaggia, totalmente ignare della sorte dei loro piccoli, restò veramente indignata.

Lei, che aveva pazientemente covato le sue uova e accudito i piccoli con tanto amore, fino a che non erano stati in grado di volare da soli fuori dal nido, non riusciva a capacitarsi di come una madre potesse essere tanto irresponsabile.

La gabbiana e la tartaruga

Il mio bambino

Sono qui seduta,da sola a pensare. 

Guardo il mio bambino, con suoi giochi, iniziare a giocare.

Allegro,sereno, la sua giornata,è senza fine.

Ripone, i giochi nello scatolone, lo trascina in giardino,
prende il triciclo,si avvia pian pianino,
suona il clacson lui dice; io lo chiamo sonaglino.

Due anni sono tanti, per lui che cresce con impazienza, e pochi per le mamme, che attendono serene.

Il mio bambino

Il piccolo alpinista

Le campane suonavano a festa quella domenica mattina nel piccolo villaggio ai piedi della grande montagna.

Un bel sole primaverile illuminava la piazza riscaldando un po’ l’aria frizzante che scendeva dalle altre vette.

Gli abitanti di quel paesino erano per lo più boscaioli ed abili alpinisti.

Durante la settimana gli uomini lavoravano nei fitti boschi, tagliando i rami secchi e preparando la legna per gli inverni rigidi e nevosi.

La domenica invece, dopo la messa, partivano, con i ragazzi alla volta della grande parete rocciosa e scalarla era una sfida  alla quale nessuno voleva rinunciare.

Così, se il tempo lo permetteva, tutti si preparavano a partire.

Il piccolo alpinista

Piccolo Uomo e Grande Vecchio: la domanda

Piccolo Uomo era salito sulla Montagna Più Alta e finalmente era di fronte al Grande Vecchio della Terra.

«Ciao, Grande Vecchio» disse Piccolo Uomo. «E’ tanto che cammino e le mie gambe non mi reggono più. Ma il mio problema è enorme e solo tu mi puoi aiutare».

«Davvero?».

«Certo. Giù in città, tutti dicono che sono un bambino e che debbo imparare. Se faccio domande, si irritano: mi rispondono che un giorno capirò e che adesso non è il momento di sapere. Che quando sarò cresciuto, e finalmente sarò uomo, avrò tutte le risposte che cerco. Ma io voglio crescere adesso. E non voglio diventare un uomo. Voglio diventare come te».

«Come me?» domandò il Grande Vecchio.

«Sì, come te» rispose Piccolo Uomo.

«E come sarei io?» domandò il Grande Vecchio.

Piccolo Uomo e Grande Vecchio: la domanda

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