Vai al contenuto

Tutte le fiabe che parlano di "bambino"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "bambino", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

piccolo-uomo-grande-vecchio

Piccolo Uomo e Grande Vecchio: la domanda

Piccolo Uomo era salito sulla Montagna Più Alta e finalmente era di fronte al Grande Vecchio della Terra.

«Ciao, Grande Vecchio» disse Piccolo Uomo. «E’ tanto che cammino e le mie gambe non mi reggono più. Ma il mio problema è enorme e solo tu mi puoi aiutare».

«Davvero?».

«Certo. Giù in città, tutti dicono che sono un bambino e che debbo imparare. Se faccio domande, si irritano: mi rispondono che un giorno capirò e che adesso non è il momento di sapere. Che quando sarò cresciuto, e finalmente sarò uomo, avrò tutte le risposte che cerco. Ma io voglio crescere adesso. E non voglio diventare un uomo. Voglio diventare come te».

«Come me?» domandò il Grande Vecchio.

«Sì, come te» rispose Piccolo Uomo.

«E come sarei io?» domandò il Grande Vecchio.

Piccolo Uomo e Grande Vecchio: la domanda

Il geranio della nonna

Quando morì la nonna, Giulio si arrabbiò parecchio. Non l’aveva protetta abbastanza: non l’aveva abbracciata a sufficienza, non l’aveva tenuta per mano, e così lei era scivolata via, silenziosa come una piuma, lasciandolo solo.

E Giulio era proprio tanto arrabbiato, anche con la nonna, che era sparita senza dirgli nulla. Proprio il giorno del suo compleanno, quando gli aveva promesso la torta al cioccolato. La mamma di Giulio gli aveva detto che la nonna non lo aveva fatto apposta, ma il suo cuore aveva deciso di giocarle un brutto tiro.

Fu quel giorno che Giulio decise che il cuore non serviva a nulla, che quando avrebbe dovuto funzionare non funzionava, o funzionava in modo sbagliato. Si convinse che il cuore della nonna non aveva funzionato perché lei gli voleva troppo bene, ed era colpa di Giulio se era successo quel che era successo.

Il geranio della nonna

Gli occhi di un bambino

Se guardi il mondo adesso con gli occhi di un bambino
anche ciò che è “brutto “ti sembrerà carino!

Il traffico in città,il tram tutto affollato
sarà come una festa e tu… un invitato.

Sorridi a tutti quanti perchè non costa niente
e se lo fai più spesso è proprio divertente!

Gli occhi di un bambino

Canto di Natale

Marley, prima di tutto, era morto. Niente dubbio su questo. Il registro mortuario portava le firme del prete, del chierico, dell’appaltatore delle pompe funebri e della persona che aveva guidato il mortoro. Scrooge vi aveva apposto la sua: e il nome di Scrooge, su qualunque fogliaccio fosse scritto, valeva tant’oro. Il vecchio Marley era proprio morto per quanto è morto, come diciamo noi, un chiodo di porta.

Badiamo! non voglio mica dare ad intendere che io sappia molto bene che cosa ci sia di morto in un chiodo di porta. Per conto mio, sarei stato disposto a pensare che il pezzo più morto di tutta la ferrareccia fosse un chiodo di cataletto. Ma poiché la saggezza dei nostri nonni sfolgora nelle similitudini, non io vi toccherò con sacrilega mano; se no, il paese è bell’e ito. Lasciatemi dunque ripetere, solennemente, che Marley era morto com’è morto un chiodo di porta.

Canto di Natale

La Storia del Re Bambino (raccontata da un piccolo asino)

C’era una volta, tanto tempo fa, o forse ieri, un Re Bambino che voleva venire nel mondo.

Era un impresa molto difficile, anche per Lui che era tanto potente, perché si trattava di nascondersi bene in una vita normale, con genitori normali, con sembianze normali. Non doveva essere riconosciuto subito: troppe creature erano malvagie e avrebbero potuto approfittare del suo essere indifeso per ucciderlo e non permettergli di portare a termine la sua missione.

Fu così che un giorno trovò la situazione giusta per nascere: una mamma giovane, coraggiosa e bellissima, un babbo buono, giusto e forte, un Paese che era crocevia del mondo intero, dove però la pace era una parola tanto usata, anche nel saluto, tanto attesa, ma difficile da mettere in pratica. E venne.

La Storia del Re Bambino (raccontata da un piccolo asino)

Il piccolo cuore

C’era una volta un piccolo cuore, ma proprio piccolo piccolo, tanto che il suo lieve battito si sentiva appena.

Un  giorno, non si sa come nè quando, questo piccolo cuore si ritrovò  in un luogo misterioso e cominciò a piangere silenziosamente.

Le fate stavano facendo la loro passeggiata giornaliera e notarono fra le foglie di malva, al bordo del sentiero, una cosina tutta rossa che non era sicuramente una fragola. Beh, era il piccolo cuore, naturalmente. Le fatine si fermarono di botto assai incuriosite. Fata-farfalla lo raccolse delicatamente nella sua mano cercando di asciugargli le piccole lacrime, poi lo mostrò alle sue compagne che lo ammirarono stupefatte perché non avevano mai visto nulla di simile dalle loro parti.

Il piccolo cuore

La tristezza

La tristezza e’ un cane abbandonato
la gente non dona niente a quel cane

la gente  piange
lacrime cadono dalla faccia di un bambino

di un’adulto e delle donne come diamanti 
altre volte ti viene da piangere per la felicita’

che nasce un bambino 
che adottano un cane
che le persone povere hanno una casa dove vivere 

La tristezza

Il tempio di luce

In un piccolo paese della Grecia circondato dall’immensità del mare viveva con il padre un grazioso bambino dei capelli ricci e neri di nome Noel dal carattere irrequieto ed estroverso.

Noel adorava molto studiare, giocare e divertirsi.

Il padre era un uomo mite e gentile dai modi cortesi che lavorava nei campi agricoli dalla mattina alla sera.

Noel aveva un sogno quello di diventare un famoso marinaio e avventurarsi tra i colori incantati del mare.

Il tempio di luce

L’angioletto e il palloncino

Canti …balli e luci accese…c’è la festa giù in paese!
Burattini , giocolieri e giostrine colorate,
caramelle e torroncini per la gioia dei piccini.
Che succede all’improvviso?

Dalle mani di un bambino scappa via il suo palloncino,
vola via sempre più in alto e si perde là nel cielo.
Lui lo segue con gli occhietti che si chiedono interdetti:
“chi fa mai questi  dispetti?”

L’angioletto e il palloncino

Un nuovo amore a …50 anni

E’ caduta una stella dal cielo,è finita dritta nel cuore,
ora è tutto gioioso e felice, perché colmo e pieno d’amore.

Un amore diverso da tutti , questa gioia non l’ho mai provata,
l’emozione che adesso io sento, l’avrò forse solo …sognata!

Nei miei sogni c’è sempre l’amore, ai miei anni ha dato colore:
un destino di  un verde splendente
con passioni di rosso fulgente.

Tanto azzurro ha inondato il mio mondo,
ho iniziato un viaggio più lungo,
con i miei cari in un gran  girotondo.

Un nuovo amore a …50 anni

Il gigante egoista

Tutti i pomeriggi, quando uscivano dalla scuola, i bambini avevano l’abitudine di andare a giocare nel giardino del Gigante.

Era un giardino spazioso e bello, con morbida erba verde. Qua e là sull’erba si trovavano bei fiori come stelle, e vi erano dodici peschi che a primavera si aprivano in delicate infiorescenze rosa e perla, e in autunno portavano ricchi frutti. Gli uccelli posati sugli alberi cantavano in così dolci suoni che i bambini solevano interrompere i loro giochi per ascoltarli. – Come siamo felici qui! – gridavano l’un l’altro.

Il gigante egoista

La geografia a letto

 

In una casa come tante di un paese come tanti, tutte le mattine, un bambino si alzava dal letto.
 
Michelino era il nome di un corpicino piccinino piccinino, con due grandi occhi ed una cascata di riccioli in testa. E ogni mattina, come tutti i giorni, Michelino lasciava una chiazza bagnata sul materasso.          
 – Ehi, mamma, quella cos’è?         
 – E’ una chiazza quasi a forma di cuore. Manca solo il lembo destro. Somiglia all’Africa …         
 – L’Africa? Che cos’è l’Africa?          
 – E’ un grande spazio di terra pieno di alberi e piante di ogni tipo. E c’è anche un mare di sabbia che si chiama deserto. In Africa è nato il primo uomo ed oggi ci vivono animali di ogni specie. Leoni, tigri, gazzelle, elefanti. E ci sono tanti bambini bellissimi, che non mangiano tutti i giorni ma si vogliono bene, giocano, ridono e qualche volta litigano, come i loro piccoli coetanei di tutto il mondo.

La geografia a letto

Exit mobile version