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Miki, il topolino che voleva fare Babbo Natale

miki topolino natale

C’era una volta, in una grande casa illuminata a festa, un topolino di nome Miki.
Miki era piccolo, con i baffetti sempre in movimento e un cuore grande come una slitta piena di regali.

Una notte, mentre spiava dal buco del muro, vide qualcosa che gli cambiò la vita.

Un uomo vestito di rosso, con una lunga barba bianca, entrava in casa lasciando pacchetti colorati sotto un enorme albero.

Gli occhi di Miki si spalancarono.
«Ma certo!» squittì emozionato. «Quello sono io! Io sono Babbo Natale… solo che non lo sapevo!»

Da quel momento, Miki ne fu convinto.

Il topolino in missione natalizia

Il giorno dopo, Miki si costruì un cappello rosso usando un pezzo di stoffa rubato a una bambola e si legò alla schiena una nocciolina, come se fosse un sacco di regali.

«È ora di lavorare!» disse fiero.

Uscì allo scoperto tra gli umani… e lì iniziarono i guai.

Trappole, spaventi e grandi salti

La prima avventura fu in cucina.
Miki voleva portare un “regalo” (un biscotto sgranocchiato) ai bambini, ma… CLACK!

Una trappola per topi!

«Oh oh… Babbo Natale non aveva previsto questo!»
Con un balzo degno di una renna olimpica, Miki riuscì a scappare per un pelo, lasciando dietro di sé solo qualche briciola e tanto spavento.

Più tardi finì sotto un divano, inseguito da un gatto curioso.
«Renne giganti ovunque!» pensò Miki, tremando.

Un gesto che scalda il cuore

Stanco e infreddolito, Miki si rifugiò vicino al camino.
Lì vide qualcosa di speciale: un bambino dormiva sul divano, stringendo un vecchio peluche tutto rovinato.

Miki capì.

Non servivano grandi regali.
Serviva amore.

Con grande fatica, trascinò vicino al bambino una caramella dimenticata e la posò accanto al peluche.

«Buon Natale,» sussurrò piano.

La vera magia

La mattina dopo, la mamma del bambino notò la caramella.
«Che strano…» disse sorridendo. «Forse è passato un topolino gentile.»

E da quel giorno, in quella casa, non misero più trappole.
Lasciavano sempre un po’ di pane vicino al muro.

Perché anche se Miki non era davvero Babbo Natale…
aveva fatto il suo lavoro alla perfezione.

E ogni Natale, con il suo cappellino rosso un po’ storto, Miki continua a portare piccoli gesti di felicità.

Perché la magia, a volte,
cammina su quattro zampette e ha i baffi.

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