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La finestra di dietro / 6

finestra

Il re regnante s’avvicinò alla maniglia. La vedeva chiara e limpida davanti a sè.

Il re regnante era realmente regalmente pomposo, con la sua corona schiacciata sul capo, il suo capannello di gente uscito dalle capanne che lo guardava, il suo ciambellano con la ciambella, i suoi ubriachi e la regina. “Mia regina, è per te!”.

Il muro tiene, la finestra tiene, la maniglia tiene … il re ride e tira più forte.

Il muro tiene, la finestra tiene, la maniglia tiene … il re sorride e inizia a sudare.

Il muro tiene, la finestra tiene, la maniglia tiene … il re s’acciglia e diventa paonazzo.

Il muro tiene, la finestra tiene, la maniglia tiene … il re deluso molla la presa.

Tremore nel capannello di gente uscita dalle capanne, ciambella di traverso per il ciambellano che per poco non ci lascia le penne, sprazzo di lucidità per gli ubriachi e sguardo immutato per la regina.

La maniglia, dal canto suo, se ne stava tranquilla tranquilla appiccicata alla finestra. Il manigliaio l’aveva forgiata per lei. Fu per questo che il muro si strinse attorno alla finestra, folle di gelosia.

Tutti tacquero taciturni nel silenzioso silenzio della real delusione.

Fu una risata ad arridere al ridente futuro. Fu la risata di un bimbo che non resistette a all’irresistibile desiderio di ridere irresistibilmente.

Il bambino rideva e contagiava prima il primo vicino, secondariamente il secondo, terziariamente il terzo, fino al millesimante millesimo. Caddero tutti in uno stato di incosciente, incommensurabilmente, risibile risata.

Il regno rideva. Tutto il regno rideva.  Persino il Cavaliere Nero, da lontano non resistette alla risata e s’assordò nell’eco della sua armatura neranera. La nobiltà accorse dai dintorni, i contadini dai campi, i vagabondi dal mondo.

Fu in quel momento che accadde:

La finestra, lesta, s’aprì.

Lestamente fu silenzio.
Lestamente fu partenza.
Lestamente fu viaggio.
Lestamente fu traguardo.
Lestamente fu stupore.
Lestamente furono sguardi.
Lestamente fu riso e pianto.

La finestra, lesta, si chiuse.

Ognuno stette in silenzio, partì, viaggiò, arrivò, si stupì, si guardò e, rise o pianse.

Non ci fu il tempo di capire cosa fosse realmente dietro quella finestra. Ognuno ebbe un’esperienza diversa, ognuno ebbe la PROPRIA, ognuno fece il PROPRIO viaggio. Ognuno visse sè stesso.  Ognuno stette in silenzio, partì, viaggiò, arrivò, si stupì, si guardò e, rise o pianse; di nuovo, come in un turbine di vite senza fine che cadono dentro sè stesse.

Ci fu chi si accontentò, chi rimase deluso, chi affascinato, chi spiazzato, chi affamato, chi provato, chi annoiato, chi entusiasmato, chi disorientato, chi imbambolato, chi inorgoglito, chi triste e chi invece non smise mai di ridere.

Ci fu chi avrebbe voluto aprire di nuovo la finestra, ma il re lo vietò. E si sa: nel regno del re regnante ciò che dice il re deve essere rispettato persino dal re. Nemmeno il re seppe perchè l’avesse vietato, ma si sa, ciò che dice il re non si discute.

Fu così che iniziò la ricerca della “Finestra Davanti”, con la consapevolezza che la “finestra di dietro” si può aprire solo con la risata pura dell’infanzia, altrimenti si rischia o di non riuscire o di farsi molto male.

… ma quella della “Finestra davanti” è un’altra storia.

FINE.

Ognuno di noi ha una finestra di dietro.

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