Il topino sognatore
Guardando la luna
un dolce topino
sorseggia sidro,
si pappa un dolcino.
Sfoglia un buon libro,
indossa il pigiama,
pensa e ripensa
a ciò che più ama:
alla topina
della porta accanto,
che non ricambia, forse
per vanto;
Guardando la luna
un dolce topino
sorseggia sidro,
si pappa un dolcino.
Sfoglia un buon libro,
indossa il pigiama,
pensa e ripensa
a ciò che più ama:
alla topina
della porta accanto,
che non ricambia, forse
per vanto;
Un cane sta chino
bevendosi un tè,
pensando al destino,
alla vita,
ai perché.
Scrivendo poesie
L’altro giorno la mia mamma
mi ha lavata molto a fondo,
mi ha vestita per benino,
mi ha promesso un regalino.
Quando ho scoperto dopo
quale fosse il suo scopo
son scoppiata in un gran pianto,
arrabbiandomi quel tanto
che permise alla mia mamma
di portarmi con la forza
dal dottore,
quale orrore!
Arrivate alla meta,
sono ancor più disperata,
i miei “no” son tanto acuti
che i pazienti lì seduti
son turbati, ammutoliti.
Un elefante
dichiara, pungente:
-Son mica grasso,
son solo ingombrante!-
Lente rispondono
le tartarughe:
-Se fossimo svelte,
vedresti che fughe!-
Conclude invece,
il gufo saggio:
-Dovreste godere
di quello che avete!
Dracula il vampiro
avvampa di vergogna,
vaneggia con delirio,
l’han messo alla gogna!
Perché con un sospiro,
Slurp… Arf… Glog…. Finalmente il momento si avvicina…. E’ una settimana che aspetto questo momento…….. E sono affamato da giorni….. La bambina è metodica…. Slurp… Che bel tenero bocconcino… Gnam gnam… Glog.
Tutti i giorni alla stessa ora… Metodica… Esce di casa molto dopo il canto del gallo…. Ha sempre una mantellina rossa……. Passeggia canticchiando… Raccoglie fiori e poi ritorna… Tutta sola…
Ieri non mi ha neanche visto mentre la seguivo… Sluuuurp…
Per poco però non mi vedeva sua mamma… Yuk…. Che paura.. Che brrriiivido!
“Non parlare con gli sconosciuti, non fermarti troppo nel bosco, non smarrire il cestino, ma soprattutto: stai attenta al lupo! Capito? Ti preparo le provviste per domani”.
Adelaide, sta per suonare la sveglia, non sobbalzare. Alla tua età le coronarie potrebbero giocarti brutti scherzi.
Drriiin! Ecco, appunto. Rilassati, distenditi supina, realizza quello che è successo: sono le 6.30, la giornata si preannuncia soleggiata, sei nel tuo letto, dalle persiane entrano i primi timidi raggi del sole.
Mettiti gli occhiali, se no col cavolo che ci vedi. No, non è nebbia, è miopia.
Prendili, sono sul comodino. Alla tua destra, Adelaide, non a sinistra. Non ricordi che hai cambiato lato del letto per essere più vicina al bagno?
Ecco, ora è tutto più chiaro, vero?
Forse non tutti sanno ciò che condusse Hansel e Gretel nel bosco quel giorno.
C’è un antefatto di notevole importanza. Quando i figli si sentono trascurati, la colpa sembra sempre dei genitori. Eppure c’è qualcosa di più sottile, di obliquo. Qualcosa che si chiama affetto familiare. O sopravvivenza.
Hansel e Gretel avevano trascorso i primi otto anni della loro vita tra stenti. Il papà Joseph era un taglialegna poverissimo che aveva perduto la moglie quando i bambini avevano sei anni, e si era risposato dopo pochi mesi per poter affiancare ai figli una figura materna, nella speranza che i piccoli non soffrissero troppo per la mancanza della madre.
Che tempi, per i poveri Ippopotami.
Una vergogna.
E dire che una volta, nella Savana, si stava così bene! Solidarietà, generosità, amicizia, sentimenti così nobili albergavano nei cuori degli animali!
E invece adesso…
Povera Wilma, starsene a rimuginare tutta sola in quell’acquitrino bollente.
“Mi sembra di stare a bagnomaria” pensava, avvilita.
Da parecchi giorni era di cattivo umore, scambiava poche parole stiracchiate e se ne stava tutto il giorno in disparte, scansando apposta le conversazioni.
Che caldo.
Un’afa così a Roccabretella non si è mai sentita. Le strade sono deserte. La gente si precipita fuori casa la mattina presto per fare la spesa con l’arietta mattutina, e poi si rinchiude a godere del refrigerio del condizionatore, o del ventilatore.
Nel tardo pomeriggio, poco prima dell’ora di cena, qualcuno fa capolino per portare a spasso il cane.
A Boscofiorito gli enormi alberi tengono imprigionato il fresco, scacciando i raggi di un sole inferocito. Il sottobosco pullula di tavoli da picnic, sdraio, lettini. Tutti si riversano all’ombra per rilassarsi e difendersi dalla calura estiva.