La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "orto", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
C’era una volta un principe che viveva da solo in un meraviglioso castello ai margini del bosco. L’intera costruzione era avvolta di verde durante il giorno e di nero nel corso della notte. La zona… Il principe, la fata e l’orto magico
Giacomino Basilico era precisino e conosceva il suo orto a memoria. Questa, se gradite, è la sua grande storia: in casa sua, tra quadri che rappresentavano melanzane e cipollotti piccoli come tappi, su di un tavolo di quercia antica, c’era sempre una grande mappa.
Quando la moglie Gelsomina gli chiedeva: “Caro Giacomino, dove posso trovare i pomodorini pachino e i ravanelli?” “Gelsomina, non ricordi?…per i pomodorini arriva in centro e poi il terzo solco a destra, qualche metro oltre le rape, le cicorie e le cipolle bianche. All’improvviso troverai le fave, i peperoni e le zucchine, i sedani e i fagioli, un metro e ventitré centimetri dinanzi a te, eccoli lì o là!”
Breve, veloce e precisa come una novella narrata da un canta-storie, la fiaba di Apuleio si riveste di contemporaneo grazie alle musiche elettroniche che l’accompagnano.
La Farfalla si sente bella e snobba il cavolfiore ma alla fine della vicenda viene da chiedersi: è davvero questo il modo migliore di comportarsi?
“Era una bella mattina di primavera e il sole scaldava il prato trapuntato di fiori. Su uno di essi aveva dormito una farfalla che, stiracchiandosi, distese le ali e cominciò a curiosare qua e là”.
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In cima alla collina c’è un bellissimo orto dove il contadino Antonio e la moglie Rita, coltivano amorevolmente moltissimi tipi di verdura.
Quest’anno, dopo aver tracciato con cura dei solchi perfettamente dritti, hanno piantato: patate, fagioli, fagiolini, piselli, pomodori e zucchini.
Poichè, proprio vicino agli zucchini, rimaneva ancora un piccolo spazio hanno voluto provare a metterci alcune piantine di melanzane.
Tutti i giorni i due anziani contadini impiegano molte ore a bagnare e rincalzare il terreno vicino a tutte quelle piantine e poi, stanchi ma soddisfatti, si siedono all’ombra del grande noce e iniziano a commentare tra di loro i progressi raggiunti.
Un Ragazzaccio allievo di collegio,vo’ dir due volte peste,citrullo per cagione dell’etàe per il privilegioch’hanno i pedanti di guastar le teste,rubava con discreta abilitàa un povero vicinoi prodotti più belli del giardino. In primavera risplendea… Lo scolaro, il pedante e il padrone dell’orto