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Tutte le fiabe che parlano di "normalità"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "normalità", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Il bell’anatroccolo

C’era una volta un bellissimo anatroccolo che suscitava l’invidia di tutti. Reietto per sua bellezza di piume dai mille colori, nato con l’arcobaleno indosso che a vederlo non ci si credeva.

Tutti lo guardavano con sdegno, non si può essere così belli dalla nascita, è un’ingiustizia sociale, il Sacro Libro dei Savi Grimm impedisce cotanto splendore.

La consolidata abitudine della Legge Universale, non può essere sovvertita in un solo semplice esemplare, ma il Sinodo delle Anatre non consente nemmeno quell’eccezione che conferma la regola.

Il bell’anatroccolo

pollicino-audio

Pollicino // Audio fiaba

Pollicino (Le Petit Poucet) è una celebre fiaba di Charles Perrault, raccolta anche dai Fratelli Grimm (la versione narrata è quest’ultima). Originariamente pubblicata nei Racconti di Mamma Oca nel 1697. Alcune traduzioni italiane la riportano con titoli diversi, come Buchettino.

Il racconto di Pollicino, come quello di Hansel e Gretel, con il tema della fame in primo piano, può essere interpretato come un insegnamento per i bambini affinché superino quella che Freud chiama la fase orale. Pollicino rinuncia a mangiare e invece impara a usare la sua intelligenza, i suoi occhi e le sue orecchie. Al contrario (i fratelli di Pollicino, l’Orco, le sue figlie) mangiano e dormono.

Il Pollicino di Perrault, pur essendo certamente ricollegabile a radici medioevali comuni a quelle di Hansel e Gretel, reinterpreta questo tema con riferimento alle grandi carestie sotto il regno di Luigi XIV, dovute alla “piccola era glaciale” verificatasi fra il 1687 e il 1717 in Europa (nel 1715 la Senna ghiacciò completamente durante l’inverno “siberiano”, e il suolo gelò per 70 cm). Tutto il tema del racconto volge in qualche modo intorno all’alternativa “mangiare o essere mangiato”; Pollicino rinuncia al suo pane per far cadere le briciole, mangiate dagli uccelli; i fratelli nel bosco sentono l’avvicinarsi dei lupi affamati; nella casa dell’Orco ricevono un lauto pranzo ma corrono il rischio di essere a loro volta divorati.da un orco.

Introduzione tratta da Wikipedia.

Tutte le versioni di Pollicino qui.

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare la fiaba.

Pollicino // Audio fiaba

La ragazza mela

C’era una volta un Re e una Regina che più di altra cosa  al mondo desideravano un figlio ma non arrivava mai.

Un giorno la Regina espresse il desiderio di poter fare figli così come il melo fa le mele e presto fatto! Da lì a nove mesi alla coppia di regnanti nacque una bella mela tutta rossa e con le striature dorate!

Ciò che è opportuno sapere è questa mela non era come tutte le altre, si trattava di una mela molto speciale perché in essa  era racchiusa… Volete sapere cosa si nasconde dentro la mela?

Ascoltate la storia cari amici e lo scoprirete!

Clicca su “Leggi tutto” per vedere il video.

La ragazza mela

La melanzana vanitosa

In cima alla collina c’è un bellissimo orto dove il contadino Antonio e la moglie Rita, coltivano amorevolmente moltissimi tipi di verdura.

Quest’anno, dopo aver tracciato con cura dei solchi perfettamente dritti, hanno piantato: patate, fagioli, fagiolini, piselli, pomodori e zucchini.

Poichè, proprio vicino agli zucchini, rimaneva ancora un piccolo spazio hanno voluto provare a metterci alcune piantine di melanzane.

Tutti i giorni i due anziani contadini impiegano molte ore a bagnare e rincalzare il terreno vicino a tutte quelle piantine e poi, stanchi ma soddisfatti, si siedono all’ombra del grande noce e iniziano a commentare tra di loro i progressi raggiunti.

La melanzana vanitosa

La bambina che perse la S

C’era una volta una bambina a cui scappò la S di bocca.

 

A volte succede, se uno ride a bocca larga le consonanti possono scappare via  e  per un colpo di tosse possono fuggire anche tutte le vocali. Per questo si mette la mano davanti alla bocca quando si tossisce. Io conosco un tale a cui è successo. Ma questa è un’altra storia.

Dunque  a questa bambina, che si chiamava Laura, un giorno scappò proprio la S. Stava giocando con una sua amica nel giardino della scuola  e si stavano divertendo proprio tanto.

La bambina che perse la S

Annina

 

Era piccola, ma così piccola da non sembrare nemmeno una bambina vera. Anna era il suo nome, ma la chiamavano Annina perché il diminutivo sembrava molto più adatto a lei. Misurava 2 centimetri dalla cima dei capelli alla punta del tallone ed era la bambina più piccola del mondo.

-Crescerà- dicevano i suoi genitori

-Diventerà normale- aggiungevano

-Si sistemerà- continuavano

Ma gli anni passavano e Annina non cresceva, non diventava normale, non si sistemava.

Annina

Hannah

Gli alunni della Scuola Media di Villaguardia (CO), guidati dalla professoressa Silvana Giuffrida, hanno affrontato la lettura di alcune opere dell’autore marocchino Tahar Ben Jelloun, come “Il razzismo spiegato a mia figlia” e la riscrittura in chiave moderna della “Bella addormentata nel bosco”, che trattano temi odierni come l’emarginazione, le differenze, il razzismo. 

Ispirati da queste letture hanno inventato due fiabe rappresentandole con la loro voce e numerosi disegni: “Hannah” e “I Pinocchi”, che hanno come protagonisti una principessa dalla carnagione scura e un pinocchio di colore nero. 

Nei video che seguono, gli alunni ci raccontano come si è svolto il loro lavoro e quali pensieri, emozioni e riflessioni sono scaturiti da questo particolare percorso che li ha portati ad avvicinarsi a temi delicati come quelli della discriminazione e del razzismo.

Ispirati da Tahar Ben Jelloun – autore marocchino che attraverso fiabe antiche tratta temi odierni come l’emarginazione, le differenze, il razzismo – gli studenti di Villaguardia (CO) hanno scritto e rappresentato nel modo seguente una fiaba, la cui protagonista è una giovane ragazza di nome Hannah.

(Per vedere il video clicca su “Leggi tutto”)

Hannah

La selvaggia // Parte 3

Clicca qui per vedere tutte le puntate del racconto.

Questa è la storia che si racconta nelle fattorie solitarie ai confini dei monti Catskill, dove sono cresciuta.

Tra fattoria e fattoria si stendono boscaglie e ogni fattoria ha il proprio bosco, e di notte ci sono cervi e conigli e perfino lupi, e le grandi linci che in tempo di carestia scendono a caccia a sud del Canada.

E di tanto in tanto, a qualche derelitta ragazza di fattoria che s’aggira di notte ai margini e al centro del profondo bosco, nasce un figlio come Helma Lassiter… (Marion Zimmer Bradley, 1960)

La selvaggia // Parte 3

La selvaggia // Parte 2

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Questa è la storia che si racconta nelle fattorie solitarie ai confini dei monti Catskill, dove sono cresciuta.

Tra fattoria e fattoria si stendono boscaglie e ogni fattoria ha il proprio bosco, e di notte ci sono cervi e conigli e perfino lupi, e le grandi linci che in tempo di carestia scendono a caccia a sud del Canada.

E di tanto in tanto, a qualche derelitta ragazza di fattoria che s’aggira di notte ai margini e al centro del profondo bosco, nasce un figlio come Helma Lassiter… (Marion Zimmer Bradley, 1960)

La selvaggia // Parte 2

La selvaggia // Parte 1

Clicca qui per vedere tutte le puntate del racconto.

Questa è la storia che si racconta nelle fattorie solitarie ai confini dei monti Catskill, dove sono cresciuta.

Tra fattoria e fattoria si stendono boscaglie e ogni fattoria ha il proprio bosco, e di notte ci sono cervi e conigli e perfino lupi, e le grandi linci che in tempo di carestia scendono a caccia a sud del Canada.

E di tanto in tanto, a qualche derelitta ragazza di fattoria che s’aggira di notte ai margini e al centro del profondo bosco, nasce un figlio come Helma Lassiter… (Marion Zimmer Bradley, 1960)

La selvaggia // Parte 1

Nel paese dei maiali volanti

Lo sapevi che anche i maiali volano? Proprio così! Basta andare nel paese dei maiaili volanti, dove sono felici tutti quanti:
ogni abitante ha la propria casetta o il proprio nido sull’albero in vetta…
Contributo realizzato da “La Nave di Clo”, in collaborazione con Bambù magazine.
(Clicca su “leggi tutto” per guardare il video).

Nel paese dei maiali volanti

Il drago di Federico è un buon diavolo

Il drago di Federico è un buon diavolo!

Madre Natura gli ha fornito denti forti e aguzzi, una fornace interna per la produzione di fuoco e getti di vapore incandescente, unghioni retrattili sulle zampe muscolose, una coda con terminale tipo ascia a due lame, una cresta ossea con affilatissime lame antiassalto da tergo, ali possenti capaci di sollevare il suo corpo pesantissimo.

Il drago di Federico è un buon diavolo

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