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Tutte le fiabe che parlano di "gioia"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "gioia", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Un dono inaspettato

Era la mattina del 27 dicembre. Mi svegliai tardi, ancora frastornata dai festeggiamenti dei giorni precedenti. Il salone era un incanto. Anche quest’anno avevo desiderato che tutte le cornici delle porte di casa fossero decorate… Un dono inaspettato

Abbinamento perfetto

Sono finalmente arrivate Le due migliori amiche Già tra loro accoppiate Dalle popolazioni antiche.   Sono perfette insieme Come crema e cioccolato, Come fiore e seme, Incontro combinato.   Estate e primavera Le star dell’anno… Abbinamento perfetto

Il Paese senza specchi

Nel paese della gioia non esistevano gli specchi e nessuno perciò sapeva quale fosse il proprio aspetto; il magro non sapeva che era affilato come un grissino, il grasso non sospettava di essere tondo come un bue appesantito, la bella si beava dello sguardo altrui, la brutta si compiaceva di passare per simpatica, ma nessuno conosceva i dettagli del proprio corpo.

A dire il vero, in questo paese, non essendoci termini di riferimento e paragone, mancavano tutte le parole che in genere si riferiscono alle qualità delle persone; non esisteva “bello” e neanche “brutto”, e tantomeno “alto” oppure “basso” e le persone, per capirsi, si accontentavano di fare gesti per indicare gli altri.

“Hai visto il..?” e si faceva un certo segno con le dita a significare alto, oppure si limitava il gesto della mano per dire basso; per indicare una bella ragazza si facevano circolare pollice e indice, per indicarne una bruttina quelle stesse dita dovevano ruotare al contrario. Esistevano, invece, tutte le parole che indicano le qualità morali, come simpatico, intelligente, gentile, perchè quelle non si vedevano con gli specchi, ma con gli occhi che si trovano dentro il cuore.

Il Paese senza specchi

Il cavallo con il corno dorato

C’era una volta in un paese lontano un cavallo bianco con il corno dorato che cercava l’erba magica per  mangiare, girava in lungo ed in  largo perche l’erba magica voleva trovare camminando lungo la strada incontra tre fate e le fate gli domandono: “cosa cerchi?”

 Il cavallo con il corno dorato gli dice: ” sto cercando l’erba dorata voi mi potete aiutare?”, e le fate rispondono:

(Ritornello cantato)  “se tu l’erba dorata vuoi trovare giù dal sentiero devi andare …   Do-Re-Mi-Fa …”

Ed il cavallo va verso il sentiero per trovare  la sua erba da mangiare, ed arriva fino in fondo che lui sa non ce ritorno.  Ed incontra sul suo cammino un ometto piccolino, e la domanda che gli fa: “Chi è  lei, che fa qua? “.

Risponde l’ometto: “Sono uno gnomo dal cuore  spezzato ed in questo bosco sono nato, cosa cercate qui da me, parlate ed io se potrò aiutare sarò felice di camminare.”

Il cavallo con il corno dorato

Un albero speciale

Un grande albero faccio a Natale

con tante luci e un lungo puntale.

E’ così alto che tocca il soffitto,

e per addobbi ci son gli orsacchiotti.

Proprio così…non ci sono palline

e a cercarle …..neanche stelline.

Ci metto sopra solo pupazzi,

di quando eran piccoli  miei due ragazzi.

Me li ricordo tutti a memoria ,

Un albero speciale

La pace

La pace ritorna solo festeggiandola
non c’e’ posto per l’odio e la tristezza

c’e’ l’amore nel mondo che ci aspetta
tutto il mondo cammina nell’inferno per donare 

la pace e l’amore e ritrovare strade abbandonate 
rendendole piene di gioia e di fiori 

La pace

L’ascia d’oro e l’ascia d’argento

Alla corte di un Re di un paese straniero girava una storia che tutti volevano udire una seconda volta, tutti già la conoscevano.

Un giorno un menestrello di corte passò le mura della città sistemandosi nella piazza principale dove cominciò il proprio racconto:

Un povero taglialegna lavorava duramente per mantenere la sua famiglia. Ogni giorno andava nella foresta a tagliare i rami di alberi immensi, che poi riduceva in pezzi da vendere al mercato.

Un giorno, mentre lavorava vicino al fiume, l’ascia gli scivolò dalle mani e cadde in acqua. Per quanto la cercasse, passando le mani nella corrente rapida e nelle acque tumultuose, non riuscì più a ritrovarla.

L’ascia d’oro e l’ascia d’argento

Le papere ballerine ed il ballo di fine estate

Nel bosco di Lilybets vive una famosa coppia di papere appassionate di cià cià cià e vincitrice di numerose gare di balli di coppia. Nella loro scuola di danza, “Balla quà, quà, quà ”, vicino alla sorgente dalle acque blu, si radunano, così, sera dopo sera, tutti gli animali del bosco a seguire le loro lezioni.

I signori conigli scodinzolano a ritmo di musica le soffici codine a forma di pon pon, il lupo litiga con la moglie, perché si distrae quando vede signor e signora Porcellina ancheggiare tanta deliziosa ciccetta, le tartarughe, ahimè, trottolano sui piedi di tutti i partecipanti e tanti altri simpatici animaletti danzano allegramente. La scuola di ballo di Mr e Ms Papérs è aperta tutta l’estate, e, quando il caldo soffoca l’aria, è bello ritrovarsi insieme, mentre le lucciole illuminano la pista di ballo coperta da migliaia di sassi colorati. La musica avvolge magicamente alberi, piante e fiori e sembra di partecipare ad un ballo di corte in un meraviglioso palazzo regale.

Il tempo scorre piacevolmente e, come spesso accade quando ci si diverte, i giorni volano via veloci. Così, un anno, arrivati alla fine dell’estate la maestra di danza decise di indire un ballo per proclamare la più brava coppia di ballerini dell’anno. E, quando finalmente arrivò la fatidica sera tutti gli animali del villaggio sembravano dame e principi; chi si era arruffato la criniera, chi aveva legato alla coda un fiocco colorato di raso, chi si era sistemato margherite e boccioli di rosa dietro le orecchie.

Le papere ballerine ed il ballo di fine estate

Non ti arrendere

Suor Evelyne ama il suo Dio che la guida e la sostiene, rendendo il suocuore ebbro di gioia. La sua vita è una missione colma di luce e di speranza.

Il suo istinto asseconda un’anima dolce e innocente …

Le sue braccia sono sempre tese verso il prossimo e i suoi occhi neri petrolio si illuminano come fari in una notte buia.

Molti sono i bimbi sofferenti che acclamano un minimo di considerazione e Suor Evelyne è la mamma della bontà.

«Non si piange, ma si sorride a tutto il mondo» acclama quando lacrime impertinenti sovrastano visini di bimbi afflitti.

«Io sono la vostra mamma, vi amerò e vi proteggerò in ogni istante del vostro cammino», non è mai stanca di ripetere tali parole …

Non ti arrendere

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