Vai al contenuto

Il brigante saggio

Lungo l’orizzonte di un deserto lontano, a pochi passi dal fiume Eufrate, c’era una volta un brigante marrano, che fuggiva piano piano. Aveva rubato a tutti: poveri, ricchi, belli e brutti. In mano stringeva una… Il brigante saggio

Il Pescatore di regali

Flavio era un traghettatore. In ogni ora del giorno trasportava da una parte all’altra di un grande fiume uomini e merci. A fargli compagnia nelle sue lunghe giornate di lavoro c’era un bianco airone a… Il Pescatore di regali

La gocciolina d’acqua

Una gocciolina d’acqua si trovò un giorno tutta da sola veniva da un viaggio molto lontano si trovava con le altre gocce d’acqua sopra una nuvola bianca con un forte temporale erano precipitate sulla terra… La gocciolina d’acqua

Il Sole in trappola

C’era una volta in un paese lontano chiamato Svezia un bimbo di nome Adam e una bimba di nome Aina che erano fratello e sorella.

Per procurarsi da mangiare andavano a caccia e a pesca assieme a papà Aron, mentre mamma Brita rimaneva a casa a sbrigare il resto delle faccende domestiche.

Da qualche tempo però i 2 bambini si erano accorti che le giornate erano molto corte e che veniva buio presto. Infatti rientravano dalla caccia sempre prima per paura di non trovare la strada del ritorno e per giocare in casa non bastava più solo una candela a fare luce ma dovevano accederne almeno tre.

Il Sole in trappola

La storia del bruco Martino e di Tela La Ragna

Un giorno, il Bruco Martino camminava felice per le campagne, quando a un certo punto si trovò davanti a un enorme fiume. Non sapendo come passare da una sponda all’altra, chiese aiuto a una formica di passaggio, la quale gli disse di rivolgersi a Tela La ragna, l’unica in grado di offrirgli una soluzione.

Così Martino si incamminò alla ricerca di Tela la Ragna, ma a un certo punto si trovò davanti a una strada interrotta da un grande buco. Già si stava disperando, quando Kalì Il Colibrì, che per caso passava di lì, si offrì di aiutarlo: “se vuoi ti posso portare nel mio becco dall’altra parte!”

Martino rispose “Ti ringrazio, ma ho paura che se mi mettessi nel tuo becco, poi mi mangeresti in un sol boccone!”

La storia del bruco Martino e di Tela La Ragna

Un coccodrillo speciale

C’era una volta un fiume lungo lungo. Che dico?! Lunghissimo! Talmente lungo da attraversare cento paesi. Ogni mattina, le acque del fiume erano piene di gente: uomini che pescavano, donne che lavavano i panni e bambini che si divertivano a fare il bagno. Sulle sponde del fiume avveniva anche il contrario e c’erano donne che pescavano e uomini che lavavano i panni. I bambini e le bambine però facevano tutti il bagno, visto che giocare e divertirsi era un loro diritto. O no?

Nei dintorni del fiume abitava una famigliola di coccodrilli: il coccopadre, la coccomadre e quattro coccofigli piccoli. Uno dei coccofigli era nato con un paio d’ali sul dorso e per questo era scansato da tutti gli animali.

“Ehi, coccomostro, ti piacerebbe giocare con noi?” Gli chiedevano i piccoli coccodrilli del gruppo.

“Certo!” rispondeva il piccolo, felice di essere invitato.

“E invece ti lasceremo solo anche oggi! Bleah…” gridavano in coro, facendogli la linguaccia e tenendolo in disparte. Il povero animaletto soffriva in silenzio e quando aveva pianto tutte le sue lacrime (che non erano finte, come quelle degli altri coccodrilli) andava a rifugiarsi da un vecchio rapace, suo amico.

Un coccodrillo speciale

L’ascia d’oro e l’ascia d’argento

Alla corte di un Re di un paese straniero girava una storia che tutti volevano udire una seconda volta, tutti già la conoscevano.

Un giorno un menestrello di corte passò le mura della città sistemandosi nella piazza principale dove cominciò il proprio racconto:

Un povero taglialegna lavorava duramente per mantenere la sua famiglia. Ogni giorno andava nella foresta a tagliare i rami di alberi immensi, che poi riduceva in pezzi da vendere al mercato.

Un giorno, mentre lavorava vicino al fiume, l’ascia gli scivolò dalle mani e cadde in acqua. Per quanto la cercasse, passando le mani nella corrente rapida e nelle acque tumultuose, non riuscì più a ritrovarla.

L’ascia d’oro e l’ascia d’argento

Gemma e la piccola goccia

Le era apparsa il giorno del suo sesto compleanno in un’alba di opale, aggrappata ad un ramo nodoso che, con un’arroganza insolita in  un albero vecchio di molti secoli, si era spinto fino a lambire i vetri della sua finestra, facendoli risuonare con il suo martellante tong-tong, tong, tong – tong, tong tong tong, che  uno zefiro marzolino, con tutte le dissonanze che il suo estro gli dettava, ripeteva all’infinito.

Tong – tong, tong tong tong, tong, tong tong tong…

Un’unica piccola goccia, piovuta chissà da dove, e come lei aggrappata ad un vecchio ramo nodoso.

Un timido raggio di sole sembrava  giocare con quella stilla:  l’ accendeva di rosso fuoco, poi, sparendo tra i rami, la trasformava in una perla lattiginosa, infine , filtrando tra il fitto fogliame, la screziava di vari colori.

Gemma aveva  poco più di un anno quando i suoi nonni l’avevano accolta nella loro casa, poi anche la nonna, come i suoi genitori  tanto tempo prima, era volata via. E d’allora era rimasta aggrappata, come quella piccola goccia, ad un vecchio ramo nodoso, suo nonno Gionò.

Gemma  rimase a lungo a contemplare la goccia, temendo per la sua sorte e  chiedendosi chi mai fosse: una goccia di rugiada, una stilla di pioggia, o piuttosto una lacrima sfuggita ad una stella innamorata?

Gemma e la piccola goccia

Se si arrabbiano loro …

C’era una volta una città, Villantica, costruita sulle sponde dell’Argentello, un torrente vivace e ricco di vita. Un po’ fuori, nei dintorni di Villantica, scorrevano due grandi fiumi, uno laggiù, a mezzogiorno e l’altro là, dove, la notte, vedi la stella polare. La gente amava quei fiumi, il Vorticone e il Granflutto, perciò, per averli più vicini, scavò solchi profondi che percorsero la città in lungo e in largo e così le acque dei due fiumi vi si riversarono allegre.

Finalmente l’Argentello non era più solo e fu felice di scambiare quattro chiacchiere con i nuovi arrivati, i canali.

Era bello assistere agli allegri schiamazzi che facevano, quando sulla superficie della loro liquida chioma spumeggiante, avanzavano le imbarcazioni degli umani e i cigolii delle ruote dei mulini mosse dalla loro corrente gli fecero tanta compagnia…

Se si arrabbiano loro …

Exit mobile version