Omran e Alaa
Sono un nonno con nipoti grandi e vi affido questa favola sperando che i bambini che la leggono possono capire che il mondo è bello e buono nonostante tutto. Stava attraversando l’acquitrino oltre la… Omran e Alaa
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "differenze", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Sono un nonno con nipoti grandi e vi affido questa favola sperando che i bambini che la leggono possono capire che il mondo è bello e buono nonostante tutto. Stava attraversando l’acquitrino oltre la… Omran e Alaa
Vero siamo diversi
ma cosa è diverso
diverso il colore
il colore della pelle… Si
diverso la statura
alto
basso… Si
Un elefante di nome Salim viveva nella foresta con tanti altri animali: il leone Walter, la pantera Rina, l’orso Tino e tanti altri. L’elefante era ancora piccolo ma cresceva a vista d’occhio. Mentre cresceva però, c’era qualcosa che non andava! Il suo corpo e la sua testa diventavano sempre più grandi, mentre la sua povera proboscide rimaneva piccola.
– Mamma, ma perché io non sono come gli altri elefanti? – chiedeva preoccupato il piccolo Salim – La mia proboscide è troppo corta rispetto al mio corpo.
Un picchio sonnecchiava sul ramo di un albero, quando il silenzio fu interrotto da un vivace cagnolino che cominciò a scorrazzare tutto intorno.
“E’ mai possibile che non si possa riposare in pace neanche per un minuto?” brontolò il picchio fra sé e sé, mentre il cane saltellava e scondinzolava facendo un grande baccano. Chiuse gli occhi con decisione, ma quando dopo pochi minuti li riaprì, per poco non gli venne un colpo. Il cagnolino, contro ogni logica, aveva cominciato a ruotare su se stesso tenta disperatamente di mordersi la coda.
Il picchio si gettò in “picchiata” sul cane “ma sei impazzitò?” urlò “sei un autolesionista o cosa?”
Il cane lo fissò con i due occhioni nocciola sinceramente stupito “E’ tutto ok amico, sto solo giocando” disse placidamente.
Il picchio resto basito. Lo scrutò sospettoso per alcuni secondi, e poi se ne volò via.
Un giorno una graziosa gabbiana, volando sopra l’oceano, si imbatté in una scena che la sconcertò: centinaia di tartarughine appena nate arrancavano faticosamente sulla spiaggia nel disperato tentativo di raggiungere il mare.
Per molte di loro la tanto agognata distesa azzurrina non restava che un miraggio, mentre la loro folle corsa terminava negli artigli di affamati uccelli predatori. Quando, in seguito, la nostra gabbiana venne a sapere che le tartarughe erano solite abbandonare le loro uova sulla spiaggia, totalmente ignare della sorte dei loro piccoli, restò veramente indignata.
Lei, che aveva pazientemente covato le sue uova e accudito i piccoli con tanto amore, fino a che non erano stati in grado di volare da soli fuori dal nido, non riusciva a capacitarsi di come una madre potesse essere tanto irresponsabile.
“Il principe serpente” è un’antica fiaba persiana, dall’autore sconosciuto tramandata per via orale nei secoli.
[…]
C’erano una volta un re ed un visir che erano amici da lunga data.
Entrambe le loro mogli aspettavano un bambino e decisero che se fossero nati un bambino e una bambina li avrebbero poi fidanzati e fatti sposare, ma quando nacquero, la moglie del re ebbe un serpente, mentre la moglie del visir una bellissima bambina.
[…]
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