Orione
D’oro la pioggia dai lombi divini
sulla pelle del toro immolato
dal devoto e misero Iseo
nell’orto poi ripiegata e sepolta
E nacque dal grembo della terra
il bambino promesso.
Splendido e forte cacciatore
le nubi corona al suo capo
mentre dalla montagna
veniva in pianura.
Fatale, l’amore lo perse
benché figlio di Dei .
Compagno di caccia di Diana
suscitò le ire di Apollo
che tese loro il tranello crudele.
La freccia scoccata credendolo preda
spense per sempre l’azzurro degli occhi.
Venne a riva il corpo di Orione
come marmo venato di rosso
trafitto alla tempia dal dardo d’argento
Pianse affranta la Dea
mentre Sirio, cane fedele, ululava alle onde.
