Leonardo Da Vinci
C’era una volta a Firenze,
in un paesino chiamato Vinci,
un ragazzo,
il suo nome era Leonardo.
Era più intelligente rispetto ai suoi amici,
ma no, non era un “secchione”,
era solo e semplicemente un genio.
La filastrocca, la poesia a forma di fiaba! Giocare con le parole inseguendo la propria fantasia.
Divertitevi con noi ed inviate le vostre idee.
C’era una volta a Firenze,
in un paesino chiamato Vinci,
un ragazzo,
il suo nome era Leonardo.
Era più intelligente rispetto ai suoi amici,
ma no, non era un “secchione”,
era solo e semplicemente un genio.
Ti cerco nel frastuono festoso
di grandi e piccini
tra piumini e zainetti di mille colori
ed ombrelli che si apron di scatto
coprendo visetti dal naso arrossato
dal freddo pungente.
-Mamma son qui!-
mi dici arrivando di corsa
e guardandomi col solito sorriso furbetto.
Giro, giro, tondo
ma solo dentro al mondo
un salto in quello giallo
lo faccio col cavallo,
un salto in quello rosso,
sorrido a più non posso.
Un salto in quello nero
si gioca per davvero,
un salto in quello bianco
non sono ancora stanco.
Mentre scendevo giù per le scale, sai chi ti vedo, intanto che sale?
Una fata! Per davvero!
Proprio no, non ci credevo!
Era bionda e assai graziosa
col vestito tutto rosa,
un cappello con gran falda,
quattro trecce, ma tu guarda!
Quattro ali sulle spalle
come l’ hanno le farfalle.
Un gran fiocco sulla vita,
come mai qui era finita?
Lei mi guarda sorridente
sussurrando dolcemente:
“sono Flora, una fatina,
mi son persa stamattina,
sai, andavo un po’ di fretta
e ho scordato la bacchetta,
La fatina Flora
filastrocca ispirata al racconto musicale omonimo
Per il monte passeggiando
Salutando e fischiettando
La cipolla cerca amici
Forse per andare in bici
Con il mais e la patata
L’amicizia non è nata
Il fagiolino dice no
Il pomodoro no ci sto’
La cipolla triste e sola
Solo il grillo la consola
Si ritira in cantina
C’era una volta un Re
prigioniero del suo castello
vestiva fili di ragno
sognava cavalli di stagno.
Se questo Re incontri
ti può sembrare strano!
Sorridi e parla piano,
prova a dargli la mano.
Il profumo
dei fiori di ginestra
inondava la mia finestra
in un’estate fresca.
Io appoggiata
al davanzale
ti guardavo
camminare lungo il viale.
Bello,fiero,altero
sei sempre stato il mio guerriero.
Tra le tue braccia
mi sento
una gatta,
sinuosa graffiante
estremamente provocante.