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Tutte le fiabe che parlano di "viaggio"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "viaggio", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Il topolino e l’elefante

C’era una volta un elefante che doveva fare un lungo viaggio.

C’era una volta un topolino che doveva fare un lungo viaggio.

Si misero d’accordo e viaggiarono insieme.

Il topolino prese uno straccio e ci mise dentro un pò di pane e un po’ di formaggio.

E l’elefante si procurò due grosse ceste e le riempì ben bene di paglia e se le posò sul groppone.

Il topolino e l’elefante

Il viaggio di Cristoforo Colombo

L’equipaggio di Cristoforo Colombo ormai era stanco. Da molto tempo viaggiava fra cielo e mare. La terra non appariva mai. Un giorno, finalmente, un marinaio scorge sulle onde un ramoscello verde. Un altro vede un uccello in volo ed esclama: – Se c’è l’uccello, c’è il nido. Se c’è il nido, la terra è ormai vicina, compagni!-

L’Ammiraglio scruta l’orizzonte e dice: – Fate buona guardia, ragazzi! Il primo che vedrà la terra e ne darà l’annuncio, avrà in premio mille monete d’oro dal re di Spagna.-

Gli occhi di tutti si fissano all’orizzonte, ma la notte scende di nuovo prima che qualcuno abbia potuto vedere la terra.

L’occhio di Cristoforo Colombo scruta nell’oscurità profonda. Ecco appare da lontano una tremula luce.

Ora appare e poi scompare: sembra un piccolo fuoco.

Il viaggio di Cristoforo Colombo

specchio-matsuyama

Lo specchio di Matsuyama

Tantissimi anni fa, nell’antico Giappone, vivevano a Matsuyama, nella Provincia di Echigo, un uomo e sua moglie.

Quando questa storia ha inizio, erano già sposati da alcuni anni e la loro unione era stata benedetta dalla nascita di una bambina, che era la gioia e l’orgoglio della loro vita, e pensavano che sarebbe stata una fonte d’infinita felicità nella loro vecchiaia.

Giorni incisi a lettere d’oro nella loro memoria erano stati quelli che avevano segnato l’uscita della bambina dalla prima infanzia; la visita al tempio quando aveva appena tredici giorni, con la mamma che la portava in braccio orgogliosa, vestita con il kimono da cerimonia, per metterla sotto la protezione della divinità di famiglia; e poi la sua prima festa delle bambole, quando i genitori le avevano regalato una serie di bambole e i loro corredini da arricchire un anno dopo l’altro; e poi l’avvenimento forse più importante, al suo terzo compleanno, quando il suo primo obi, tutto oro e scarlatto, era stato legato intorno al suo vitino a simboleggiare che aveva oltrepassato la soglia della prima infanzia e l’aveva lasciata alle spalle.

Lo specchio di Matsuyama

La Storia del Re Bambino (raccontata da un piccolo asino)

C’era una volta, tanto tempo fa, o forse ieri, un Re Bambino che voleva venire nel mondo.

Era un impresa molto difficile, anche per Lui che era tanto potente, perché si trattava di nascondersi bene in una vita normale, con genitori normali, con sembianze normali. Non doveva essere riconosciuto subito: troppe creature erano malvagie e avrebbero potuto approfittare del suo essere indifeso per ucciderlo e non permettergli di portare a termine la sua missione.

Fu così che un giorno trovò la situazione giusta per nascere: una mamma giovane, coraggiosa e bellissima, un babbo buono, giusto e forte, un Paese che era crocevia del mondo intero, dove però la pace era una parola tanto usata, anche nel saluto, tanto attesa, ma difficile da mettere in pratica. E venne.

La Storia del Re Bambino (raccontata da un piccolo asino)

Il fantastico viaggio di una mozzarella in carrozza

Quanti kilometri può percorrere una mozzarella in carrozza? “Boh, dipende dalla carrozza” dice uno. “Se ha due cavalli, almeno 40 km orari.”

“Se invece è di grossa cilindrata ed ha i 700 ronzini di una Ferrari può arrivare a toccare anche i 350” dice l’altro. “Naaaaaaaaaaaaa” dice l’altro ancora. “La mozzarella in carrozza è lenta come una tartaruga.”

Come venirne a capo? Forse è il caso di rivolgere il domandone al cuoco Matteo, che  abita a Roma ed ha il ristorante sempre pieno, tanto è bravo. “Chef” tiene a precisare Matteo, quando gli pongo il difficilissimo quesito.

Il fantastico viaggio di una mozzarella in carrozza

Il principe felice

Alta sulla città, in cima ad un’imponente colonna, si ergeva la statua del Principe Felice. Lui era tutto coperto di sottili foglie d’oro finto, come occhi aveva due zaffiri lucenti, e un grande rubino rossi… Il principe felice

La barca colorata

Costruirò una bella barca, con la carta colorata
e ci metterò il mio nome, sarò certo assai notata.

Farò quindi un lungo viaggio ,tutto in giro per il mondo ,
per conoscere la gente e parlar “del più e del niente”.

Tanta voglia ho d’imparare,
dei paesi più lontani lingua,storia e usi strani .

Metterò tutto da parte , ne farò un bel pacchetto
e assicuro tutti quanti che ne avrò un gran rispetto.

La barca colorata

Fantalego e il suo viaggio

C’era una volta un ingegnere che viveva in solitudine. Un giorno, per ravvivare le sue giornate, decise di costruire un burattino di lego. Non sapeva bene che forma dargli, ma nonostante ciò riuscì a creare un perfetto buralego. Pensò di chiamarlo Fantalego.                                                                                        

Erano ormai le 11:00 di sera e l’ingegnere, ovvero Geprot, era molto stanco; così andò a letto. Durante la notte successe una cosa strabiliante: il piccolo Fantalego, grazie all’incantesimo del Divino Telma, prese vita. La mattina seguente Geprot corse a vedere il suo ‘’capolavoro’’ alla luce, ma esso non era più al suo posto. L’ingegnere si guardò attorno e ad un tratto sentì un rumore. Si voltò verso la porta e vide Fantalego che stava ritornando a casa in sella ad una fantastica Harley Davison. Non credeva ai suoi occhi e soprattutto non si capacitava del fatto che il suo burattino avesse preso vita. Da quel momento tutto cambiò. Geprot lo trattava come un figlio e come tutti i padri si preoccupava che non finisse nei guai.                                                                                    

Un giorno, tuttavia, non vedendolo arrivare allo stesso orario, andò a cercarlo in giro per la città. Vide la sua moto, ma alla guida c’era un altro ragazzo; gli chiese subito che fine avesse fatto Fantalego. Lui gli spiegò che la moto l’aveva acquistata da un tipo che aveva bisogno di soldi per fare un viaggio. Geprot capì subito che la curiosità di conoscere il mondo si era impadronita di Fantalego. Pensò che il Divino Telma fosse l’unico che potesse aiutarlo. Infatti egli, dopo essersi consultato con i suoi collaboratori, scoprì che Fantalego si trovava a Miami: non più in sella ad una moto, ma ad una tavola da surf.

Fantalego e il suo viaggio

Walden

Qualche giorno dopo essere nato mi trasformai in asino.

Ero benvoluto da tutti.

M’insegnarono a dire sempre di sì e portavo carichi pesanti sul groppone, trascinandomi per vasti aridi deserti.

Ogni tanto qualche mercante di spezie, che incontravo nelle oasi, si divertiva a farmi domande strane:

– Senti Ciuchino, domani mi porti sul tuo dorso in cima a quell’alta duna? Se lo fai, ti do in cambio…una bella pedata nel sedere! -.

Purtroppo non conoscevo che una sola parola per rispondere agli sghignazzi sgangherati di quei mascalzoni:

Walden

Viaggiatore stellare

Oggi c’è un grande affollamento per la Via Lattea forse c’è stato un “astro-incidente”.

L’alienetto XZ3 deve andare a casa del suo amico KH8 che abita appena fuori la Via Lattea.

XZ3 è in coda già da molto tempo e sta aspettando che la strada si liberi un po’ ma nell’attesa si addormenta. Si risveglia grazie al suono di un clacson e vede che finalmente la strada davanti a lui è libera, allora accelera al massimo per arrivare a casa di KH8 che lo aspetta per studiare.

Viaggiatore stellare

Dove corrono le nubi?

Le nubi paiono sempre indaffarate. Avessero tutto loro da fare, dico. Invece devono solo rovinare un pic-nic laggiù, allagare qualche cantina lassù, intristire i prendi-sole di quella spiaggia qui e bagnare una sposa (fortunata) là.

A volte corrono, a volte camminano mollemente, a volte si rotolano nel cielo, sono quasi convinto di averne vista qualcuna gattonare. Soffici, lievi, pesanti, candide, plumbee.

E’ divertente osservarle quando giocano a nascondino, non è raro scorgerle mentre sbirciano dietro la cresta della montagna di turno. Quel loro vizio di volare non le facilita molto nel gioco. Poi corrono, per urlare “libera per tutti” e “Bimbi, piove, tutti a casa!!!”.

Dove corrono le nubi?

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