Vai al contenuto

Tutte le fiabe che parlano di "specchio"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "specchio", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

specchio rotto halloween

Lo specchio rotto

Tempo fa, la notte di Halloween, le due sorelle streghe “cattura-demoni” Melassa e Miele ricevettero in ono da un amica veggente uno specchio. Il pacco era accompagnato da una lettera: “Chiedete solo se avete fiducia… Lo specchio rotto

Tacchetti

Ricordi di bambina volevo crescere imitando i grandi nei loro gesti indossavo le scarpe di nonna coi tacchetti alti rubavo dai cassetti di nascosto gonne cappelli e collane facevo sfilate di moda e le bambole… Tacchetti

L’oca giuliva

Se ne va la bella ochetta,
con un  piglio un pò da  sogno,
piano piano nello stagno.

Le sue piume si rassetta,
sotto l’acqua infila il collo
e poi lo scrolla in grande fretta.  

Pronta e tutta sistemata, danza al suon di un “minuetto”,
le fan coro tutt’intorno le ranocchie del “laghetto.”

L’oca giuliva

Lo specchio di Matsuyama

Tantissimi anni fa, nell’antico Giappone, vivevano a Matsuyama, nella Provincia di Echigo, un uomo e sua moglie.

Quando questa storia ha inizio, erano già sposati da alcuni anni e la loro unione era stata benedetta dalla nascita di una bambina, che era la gioia e l’orgoglio della loro vita, e pensavano che sarebbe stata una fonte d’infinita felicità nella loro vecchiaia.

Giorni incisi a lettere d’oro nella loro memoria erano stati quelli che avevano segnato l’uscita della bambina dalla prima infanzia; la visita al tempio quando aveva appena tredici giorni, con la mamma che la portava in braccio orgogliosa, vestita con il kimono da cerimonia, per metterla sotto la protezione della divinità di famiglia; e poi la sua prima festa delle bambole, quando i genitori le avevano regalato una serie di bambole e i loro corredini da arricchire un anno dopo l’altro; e poi l’avvenimento forse più importante, al suo terzo compleanno, quando il suo primo obi, tutto oro e scarlatto, era stato legato intorno al suo vitino a simboleggiare che aveva oltrepassato la soglia della prima infanzia e l’aveva lasciata alle spalle.

Lo specchio di Matsuyama

Ogni favola è un gioco

Ogni favola incomincia con un c’era una volta… questa inizia con un omino, tra tanti omini, in una città senza tempo, senza un dove ma sempre grigia.

Gli omini erano tutti uguali, tutti vestiti di uno stesso colore.

Stesso abito grigio, stesse scarpe, stesso cappello.

Uscivano tutti insieme la mattina, anche se tutti vivevano in case diverse, in quartieri diversi. Tutti in punto alle 7,30 chiudevano l’uscio di casa. Aprivano l’ombrello contemporaneamente, tanto pioveva sempre, e se non pioveva c’era la nebbia. Insieme salivano sul tram per andare a lavorare. Il cancello, l’edificio grande e grigio… quello era il lavoro… quella era la fabbrica.

Ogni favola è un gioco

Una gallina vanitosa

“Specchio specchio del mio fienile chi è la più bella di tutto il cortile?”
Ho messo la cresta più rossa del mondo ,
rossetto sul becco e zampe con tacchi.

Penne di seta e gonna con spacchi,
una camicia verde pisello un tono più chiaro del mio cappello.

Poi… per essere ancor più briosa, metto di lato….un  bel nastro rosa,
vi lego spighe e fiori di campo e di sicuro divento uno schianto!

Una gallina vanitosa

Lo specchio e il coro delle rane

In uno stagno abitato da tantissime rane, piovve un giorno dal cielo uno specchio facendo splash!.

Cos’è? Gracidarono in coro le rane.

Non sappiamo, sembra un oggetto tagliente.

Non toccate, non toccate! Gracidavano in coro le rane: potrebbe essere qualcosa di malefico.

Ma da questa parte è liscio, non può far male!

Lasciate stare, ordinò il loro Re, potrebbe essere un dono malefico degli Dei invidiosi della nostra straordinaria bellezza e avvenenza.

Lo specchio e il coro delle rane

Walden

Qualche giorno dopo essere nato mi trasformai in asino.

Ero benvoluto da tutti.

M’insegnarono a dire sempre di sì e portavo carichi pesanti sul groppone, trascinandomi per vasti aridi deserti.

Ogni tanto qualche mercante di spezie, che incontravo nelle oasi, si divertiva a farmi domande strane:

– Senti Ciuchino, domani mi porti sul tuo dorso in cima a quell’alta duna? Se lo fai, ti do in cambio…una bella pedata nel sedere! -.

Purtroppo non conoscevo che una sola parola per rispondere agli sghignazzi sgangherati di quei mascalzoni:

Walden

Exit mobile version