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Tutte le fiabe che parlano di "seme"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "seme", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

L’amore per sé

C’era una volta un prato.

Un prato con tanti fiori profumati.

Su nel cielo si sentivano le grida di tante piccole gocce d’acqua colorate dell’arcobaleno; Si stavano divertendo un mondo tra di loro a mescolare il rosso con il giallo e il blu.

Ad un tratto udirono un rumore strano, un cigolio lento e continuo.

Guardarono curiose giù, verso il basso, e videro una formichina molto triste che stava trascinando un pesante carretto.

Era ricolmo di provviste per l’inverno e tra esse un grosso seme di grano.

Lei pensava sempre a tutti, poco a se stessa, per questo era triste.

Cosi, quel giorno, parlava da sola, o canticchiava non si udiva bene, e ,nel frattempo, trascinava il suo peso.

L’amore per sé

Tullipan

C’era una volta, quando non si sa, una principessa che si chiamava Tullipan, che nome strano direte voi, ma tanto strano non è, perché il suo papà, Re Gaudio, gli diede quel nome quando la vide per la prima volta nella culla.

Re Gaudio era un re buono che amava viaggiare e conoscere il mondo (ma questa è un’altra storia) e nel corso dei suoi viaggi vide tante cose belle, ma bella come quella bambina nella culla non aveva mai visto nulla.

Era così felice che quando dovette scegliere il nome per sua figlia cercò nella sua memoria il posto più bello che avesse mai visto e si ricordò di un bellissimo campo di tulipani in Olanda, illuminato dalla luce dell’alba e bagnato dalla rugiada, quell’immagine magnifica gli ricordò la bellezza di sua figlia e da quel giorno la principessa fu Tullipan.

Tullipan

Il seme di soffione

In un verdissimo prato contornato da tante chiazze colorate viveva una pianta con tanti grossi fiori gialli, insieme a tante altre sue gemelle.

Pianta che attirati in primavera il maggior numero d’insetti per impollinare i suoi fiori, li vedeva trasformare in tanti piccoli semi, che potevano planare nell’aria con l’aiuto del vento, grazie ai lunghi filamenti bianchi posti come dei raggi di sole sulla testa del loro esile corpo.

In un giorno come tanti altri, quando ormai la stagione era matura e tutto pronto per l’addio dei semi dalla madre pianta, uno di questi nel vedere dalle altre piante il volar via degli altri semi di soffioni esclamò «Mamma perché dobbiamo andarcene?».

«È così che le cose sono sempre andate e così devono andare» gli spiegò la madre, cercando di fargli accettare quanto stava succedendo.

«Io non voglio lasciarti qui tutta sola, mamma, come sta accadendo per le altre piante» replicò il piccolo seme alla madre «Non è giusto» continuò.

«Figlio mio anche io prima di te sono stata un seme e ho dovuto lasciare mia madre e tutti i miei fratelli, solo così il mondo può proseguire» aggiunse la madre.

Il seme di soffione

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