Tutte le fiabe che parlano di "peluche"
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "peluche", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
L’Orsetto Prugna
C’era una volta un piccolo orsetto di pezza che si chiamava Prugna, lui era tutto marrone con una camicia a righe bianca e celeste e un piccolo cuore rosso cucito al centro del suo petto.… L’Orsetto Prugna
Arianna e la Giraffa
C’era una volta, o forse ci sarà, una bellissima bambina dai capelli rossi chiamata Arianna.
Arianna portava sempre con sé una piccola giraffa di pezza, che stringeva quando era triste o aveva paura di qualcosa.
Una notte d’inverno, mentre fuori infuriava un fortissimo temporale, la bambina se ne stava a letto tutta rannicchiata sotto al piumone, stringendo impaurita la sua giraffa.
Intanto fuori l’acqua cadeva scrosciando, e i roboanti tuoni facevano tremare tutta la casa. Improvvisamente, il forte vento fece spalancare le finestre, e un fiume d’acqua si riversò nella cameretta di Arianna, travolgendo il letto che si sollevò dal pavimento e venne trascinato via.
La bimba, stringendo sempre più forte la sua giraffa, si nascose sotto il piumone aggrappandosi al letto, e si lasciò trasportare fino a che non si rese conto di essersi fermata.
Timidamente provò a far sgusciare fuori la testa dalla coperta. Guardandosi intorno, però, non vedeva che acqua. Il letto galleggiava su un immenso oceano, e stranamente Arianna non vedeva più né la sua casa, né la città.
La barboncina di pezza
Dovevo avere cinque o sei anni. Non so che malattia presi, ma ricordo che dovevo sottopormi a una cura di punture. A me soltanto la vista dell’ago mi terrorizzava (adesso come allora). Né mia madre, né la sua amica, né la figlia della sua amica riuscivano a tenermi fermo per farmi la puntura. Era diventato davvero un bel problema!
Mia madre era disperata: ogni volta che mi trascinava in quella casa sembrava che portasse un agnello al macello. Finché un giorno la ragazza delle punture s’accorse che a me piaceva una cagnolina di pezza che se ne stava al centro del letto.
Era una barboncina nera, con una linguetta rossa, gli occhietti, anche se di plastica trasparente, erano vispi, vispi. Era fatta a grandezza naturale. Io non avevo mai avuto un cucciolo vero, e m’innamorai di quel cucciolo di pezza.
Un albero speciale
Un grande albero faccio a Natale
con tante luci e un lungo puntale.
E’ così alto che tocca il soffitto,
e per addobbi ci son gli orsacchiotti.
Proprio così…non ci sono palline
e a cercarle …..neanche stelline.
Ci metto sopra solo pupazzi,
di quando eran piccoli miei due ragazzi.
Me li ricordo tutti a memoria ,
La bambina e l’orsacchiotto
E’ appena mattino e non riesco a svegliarmi. Ho tanto sonno. Saltando la colazione e senza accorgermi di essere vestita, mi trovo già fuori dalla porta per avviarmi verso la scuola. Eppure non mi sembra tutto normale o, quantomeno, di ordinario aspetto. Anche i prati che mi circondano hanno un colore verde intenso con miliardi di goccioline di rugiada che riflettono luce come tante stelline.
E’ una giornata di cielo sereno e l’aria ventila brevi soffi, alquanto freschi. Siamo nella prima decade d’aprile e la primavera comincia a mostrare i suoi sorrisi. Indosso una gonna azzurra con una camicia bianca ed un pullover celeste. Ho calzato un berrettino molto raffinato, con brevi tese e un nastrino anch’esso azzurro che gira intorno alla sua base. Così, con i miei libri sottobraccio, mi avvio sul sentiero a tratti inghiaiato, a tratti selciato. Guardandomi intorno ho l’impressione di vedere gli alberi e tutta l’area circostante non proprio come solito; mi sembra di vivere in un mondo diverso.
