E giunse il giorno in cui il vecchio Monaco venne chiamato in cielo.
Ad accoglierlo, sul bordo di un aldilà di un azzurro perfetto, illuminato da un sole che carezzava mollemente i volti, l’Angelo del Paradiso: che si inchinò a lui in segno di saluto e gli sorrise benevolo, facendogli cenno di seguirlo.
«Ti stavamo aspettando», annunciò l’Angelo. «La fama della tua santità è giunta sin quassù e tutti vogliono conoscerti».
Il vecchio Monaco si schermì: «Ho solo cercato di vivere in pace con il cielo e con la terra», rispose, congiungendo le mani e chinando il capo come nell’atto tradizionale della preghiera.
Quindi mosse i primi passi dietro l’Angelo, che stava per imbucarsi in una nuvola bianchissima in cui un cartello indicava appunto ‘Paradiso’.
Ma poi il vecchio Monaco si trattenne, sfiorando con la mano l’ala soffice del suo accompagnatore. «Ti posso chiedere un favore, prima di entrare nella nuvola bianca?».
L’Inferno e il Paradiso