Tutte le fiabe che parlano di "orco"
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "orco", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Chi è il giusto?
(L’uomo nero) Cari bambini mi presento: io sono l’uomo nero e son felice e assai contento di vedervi tutti qui e di gradir la mia compagnia io spero che diciate di sì. (La strega) Non… Chi è il giusto?
Radichetta
Fiaba tratta da “Chi vuol fiabe, chi vuole?” di Luigi Capuana. C’era una volta una povera donna a cui nacque un bambino così piccinino che, invece di fasciarlo, dové tenerlo avvolto nella bambagia. Bello, ben proporzionato,… Radichetta
La vendetta delle fate
Nelle fiabe e nelle favole, come dico e dirò sempre, il tempo e lo spazio sono intangibili ed incalcolabili preludi di preziose e misteriose “scintille”, lontani dall’esattezza scientifica e dall’immanenza per cui, ogni storia che… La vendetta delle fate
Fata Selvina
Sara e i suoi amici, durante le vacanze estive, si divertivano a fare lunghe passeggiate nel bosco a pochi passi dal loro paese. Quando il sole iniziava il viaggio verso il tramonto, si sdraiavano sulla… Fata Selvina
Il fiore Lilla alla scoperta del mondo
C’era una volta un fiore lilla che viveva in un giardino sorvegliato da un orco che voleva avere un prato bellissimo e curato. Il fiore però era stufo di stare sempre in quel giardino e… Il fiore Lilla alla scoperta del mondo
L’orco così così
Nella valle del sì no nì ogni orco è così così. Uno poi è particolare: non veste, di un colore uguale e intero ma metà bianco e metà nero. Cuoce le salsicce metà cotte e… L’orco così così
Celestino Mingherlino e l’orco col raffreddore
Celestino Mingherlino è un ometto sempre vispo e arzillo, acuto e curioso, gode di buona salute ed è un inguaribile ottimista. Ha molti anni, ma nessuno sa esattamente quanti.
È magro magro come un chiodo, da qui il soprannome. Ha una lunga barba soffice e candida, e due occhialetti sul naso appuntito. A vederlo, sembrerebbe uno gnomo.
Vive in una casetta di legno al limitare del bosco, dove ancora la natura è incontaminata e il traffico cittadino si stempera nell’aria pura e nella quiete degli alberi.
Celestino Mingherlino abita con un canarino e due gatti.
È sempre di ottimo umore, non si perde mai d’animo, convinto che a tutto ci sia rimedio. Sorride ogni giorno a un nuovo mattino che, è sicuro, sarà pieno di belle sorprese.
Il gatto con gli stivali // Audio fiaba
L’audio fiaba è realizzata dall’Associazione CulturAbile, letta da Luca Ruffini
[…] C’era una volta un mugnaio con tre figli, un asino, un gatto soriano e nemmeno un becco di un quattrino !
Vecchiaia e fatiche avevano logorato il corpo e la mente del mugnaio, tanto è vero che, giunto alla fine dei suoi giorni, divise i suoi averi tra i figlioli.
Al primo, Arduino, lasciò il mulino.
Al secondo, Alvaro, il somaro.
“E per te, Germano, non ho che il gatto.”
Arduino ed Alvaro erano felici. “Io, con il mio mulino, e tu, con il tuo somaro, faremo società, con il servizio di consegna del macinato al domicilio dei clienti. Ci arricchiremo in pochi anni ! ” […]
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Giacomino e il fagiolo magico
In una casetta di pietra vivevano una vedova e suo figlio Giacomino. Avevano solo una mucca che dava loro ogni giorno latte che vendevano per campare, seppure miseramente. Ma la mucca invecchiava, allora la vedova l’affidò al figlio perché la portasse al mercato, dove avrebbe potuto venderla.
Lungo la strada, Giacomino s’imbatté in un viandante, un tipo curioso che propose al giovane di barattare la sua mucca in cambio di cinque fagioli magici.
Giacomino non sapeva come comportarsi, ma alla fine accettò la proposta. Una volta a casa la madre si mise le mani nei capelli e, per la rabbia e lo sconforto, afferrò i cinque fagioli e li fece volare fuori dalla finestra.
L’indomani Giacomino vide che nel punto in cui erano stati gettati i fagioli era spuntata una pianta di fagiolo gigantesca: non se ne vedeva la cima. Incuriosito, vi si arrampicò e, quando giunse sopra le nuvole, vide un castello.
La radice miracolosa
C’era una volta, in un lontano villaggio, Zuri; un bambino di sei anni. Aveva gli occhi neri,i capelli corti e castani,ed era piccolino e magro.
Viveva in una famiglia numerosa e lui era il più piccolino. Un giorno la madre mangiò un’erba velenosa e si sentì molto male. Allora Zuri,vedendo la madre sul punto di morte,si rivolse al saggio del villaggio e chiese:
“Salve Grande Saggio. Mia madre,avendo mangiato per errore un’erba velenosa,è in punto di morte. Mi potreste aiutare a trovare un rimedio?”.
Pollicino // Audio fiaba
Pollicino (Le Petit Poucet) è una celebre fiaba di Charles Perrault, raccolta anche dai Fratelli Grimm (la versione narrata è quest’ultima). Originariamente pubblicata nei Racconti di Mamma Oca nel 1697. Alcune traduzioni italiane la riportano con titoli diversi, come Buchettino.
Il racconto di Pollicino, come quello di Hansel e Gretel, con il tema della fame in primo piano, può essere interpretato come un insegnamento per i bambini affinché superino quella che Freud chiama la fase orale. Pollicino rinuncia a mangiare e invece impara a usare la sua intelligenza, i suoi occhi e le sue orecchie. Al contrario (i fratelli di Pollicino, l’Orco, le sue figlie) mangiano e dormono.
Il Pollicino di Perrault, pur essendo certamente ricollegabile a radici medioevali comuni a quelle di Hansel e Gretel, reinterpreta questo tema con riferimento alle grandi carestie sotto il regno di Luigi XIV, dovute alla “piccola era glaciale” verificatasi fra il 1687 e il 1717 in Europa (nel 1715 la Senna ghiacciò completamente durante l’inverno “siberiano”, e il suolo gelò per 70 cm). Tutto il tema del racconto volge in qualche modo intorno all’alternativa “mangiare o essere mangiato”; Pollicino rinuncia al suo pane per far cadere le briciole, mangiate dagli uccelli; i fratelli nel bosco sentono l’avvicinarsi dei lupi affamati; nella casa dell’Orco ricevono un lauto pranzo ma corrono il rischio di essere a loro volta divorati.da un orco.
Introduzione tratta da Wikipedia.
Tutte le versioni di Pollicino qui.
Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare la fiaba.
