Il cuore del mago
Quando la principessa Clara giunse alla veneranda età di ventidue anni, le fu imposto di prendere marito. Per la magnifica occasione, il re domandò al suo fidato consigliere, nonché mago di corte, di riunire a… Il cuore del mago
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "magia", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Quando la principessa Clara giunse alla veneranda età di ventidue anni, le fu imposto di prendere marito. Per la magnifica occasione, il re domandò al suo fidato consigliere, nonché mago di corte, di riunire a… Il cuore del mago
Erano uscite entrambe dalle mani di Viola. La prima, una splendida entità sovrannaturale a forma di donna vestita di cielo con una perla per collana e un diadema nei capelli. L’altra, una splendida, ma pur… La Befana e la Bilancia
Cleo, come ogni anno per il giorno della Pasqua ebbe in dono dai suoi genitori un uovo di cioccolato. Ella entusiasta lo aprì frettolosamente curiosa di conoscere quale sorpresa ci fosse al suo interno, pertanto… Cleo e la matita magica
Era una giornata piuttosto fredda, ma il sole faceva già copolino attraverso i tetti del paese di Taratà. Tutte le mattine, tra le piccole stradine e tra i vicoli del paese, si sentiva il rumore… Il piccolo mago di Taratà
C’erano una volta un re e una regina che nel loro castello aspettavano una bambina.
Quando la principessina nacque, erano felicissimi e fecero una festa con tutto il paese. Ma, come sempre capita nelle favole, si dimenticarono di invitare una vecchia strega solitaria che, poveretta, fino ad allora non aveva poi fatto del male a nessuno della famiglia reale.
Appena la strega sentì la felicità nel paese e seppe della festa, si arrabbiò moltissimo e con un balzo apparve dentro al castello, ma le guardie le impedirono di entrare senza l’invito. Allora la strega giocò d’astuzia: disse loro che avevano le scarpe slacciate e questo non andava per niente bene per delle guardie del re!, così quelle vanitose si chinarono per legarsele e lei entrò.
Questa è una storia accaduta tantissimi anni fa
é molto triste
Molti anni fa……….
una nonna raccontava al suo piccolo nipotino chiamato Eroe
una favola
dove le diceva che in un vecchio casolare
abitava un uomo chiamato Amicizia con una donna chiamata col nome amore
Boris era un bambino come tanti altri. I suoi 9 anni non gli pesavano più di tanto e passava le sue giornate leggendo, giocando, guardando la tv e divertendosi con i suoi amichetti. La sua mamma e il suo papà gli volevano un gran bene, come tutti i genitori del resto con i propri figli: insomma, tutto sembrava rientrare in quella normalità familiare che è consuetudine nella nostra società.
Un giorno, purtroppo molto triste, il suo ultimo nonno ancora in vita si ammalò gravemente. Quando il dottore uscì dalla sua stanza dopo la sua ultima visita a domicilio, parlò con i genitori di Boris i quali a capo chino ed affranti dal dolore si rivolsero al bambino seduto mestamente in disparte, come se avesse già capito che c’era ben poco da fare.
– Boris, il nonno vorrebbe parlarti. – disse la mamma al filgio.
Con molto indugio e lanciando qualche sguardo dubbioso ai suoi genitori, Boris aprì lentamente la porta entrò nella stanza del nonno.
– Oh, caro Boris ! – esclamò con voce fioca il nonno …. – scusa se è un po’ buio ma, sai, il dottore è un tipo un po’ pignolo e non ama che si sprechi troppa luce in occasioni come queste. –
C’era una volta un pittore di nome Marley, un ometto molto bizzarro che amava pitturare, era molto bravo e usava mettersi in giardino con la sua tela per creare i suoi quadri.
Una mattina come tante, usci da casa portando con se, la sua tavolozza dei colori, il suo cavalletto e una tela bianca come il latte, che aspettava solo di essere riempita dei pastelli più belli.
Si sistemò in giardino come al solito, si mise in testa il suo cappello preferito e cominciò a creare..dopo poco però le nuvole che passeggiavano sopra di lui, cominciarono a bisticciare tra loro, una diceva all’altra “fammi passare per favore..””no”rispondeva l’altra birbona..”perché no?ti ho chiesto per favore””lo so”disse la nuvola birbona “ma non ho voglia di spostarmi””allora ti sposterò io”disse la prima nuvola..”se solo ci provi…”rispose la nuvola birbona…
C’era una volta in un paese fantastico un magico trenino, esso era formato da sole tre carrozze ed era famoso in quanto la sua destinazione conduceva direttamente in luoghi magici.
Il capotreno, il sig. Hope, un omino piccolo e minuto, si distingueva per la sua lunga barba e i grandi baffi bianchi. Egli era molto entusiasta del lavoro che svolgeva, provava grande soddisfazione nel vedere la gioia espressa negli occhi di ogni bambino.
Ogni qualvolta che si dava inizio alla partenza il signor Hope, con un singolare fischietto impartiva l’ordine di avvio. A bordo posizionati nella prima carrozza due piccoli fratelli Scila, e Tony, felici di poter visitare luoghi magici e fantastici.
C’era una volta, in un bel prato vicino ad un fiume, un piccolo fiore dai mille colori.
Ogni petalo aveva una sfumatura e anche un colore diverso: più che un fiore sembrava un arcobaleno.
Tutti si fermavano ad osservarlo incantati: i bambini a passeggio, gli uccellini di passaggio, le farfalle in volo.
Valli di nebbia
giardini dorati
fili ricamati
di fiori d’argento
parlano d’amore
col cappellino di margherite
inghirlandate
di trine e merletti
incantesimi nei boschi
son felici danzano leggeri
sono nuvole di fiori di seta
ricamano fiabe di filastrocche
– Posso entrare, signora strega?
– Entra, la porta è aperta – disse la Strega Maestra, rigirando il mestolo di legno nell’intruglio disgustoso, che ribolliva nel pentolone nero sul fuoco.
– L’attenzione della strega era tutta per il suo intruglio, qualcosa non andava, forse non ci aveva messo abbastanza carne di somaro. Non si girò nemmeno a guardare chi entrava..
– Chi sei? Cosa vuoi? Non vedi che sono occupata, vattene, torna domani.
– Sono Phoebe, signora strega, voglio imparare i sortilegi, i filtri magici e tutti gli altri trucchi. Prendimi con te.
La strega fece un sospiro, si girò a guardare Phoebe e scoppiò un una risata che fece gelare il gatto.