La gomma difettosa non riusciva a cancellare, né a scancellare. Per quanto impegno ci mettesse i segni tracciati restavano al loro posto; numeri, parole, perfino le virgole non se ne volevano andare. La gomma ci metteva tutto il suo impegno, ma lasciava sul foglio solo lunghe strisce nere. Fu gettata perciò nel cestino come cosa inutile e lì rimase avvilita e dimenticata fino a quel giorno.
Quel giorno Michele, il più piccino, provò a scrivere il suo nome sul muro del salotto e, orgoglioso della sua impresa, riguardava i suoi scarabocchi con un sorriso. Quando la mamma se ne accorse li guardò disperata sapendo che non c’era soluzione a quel pasticcio.
La gomma difettosa