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Tutte le fiabe che parlano di "fiaba della settimana"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "fiaba della settimana", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

mistero-baffi

Il mistero dei baffi

“Ma perché non funzionano…aiuto!!!!”. Il gatto Alfredo corre come un matto da una parte all’altra della sua cameretta, si guarda allo specchio, tocca il muso con le zampette morbide. E intanto inciampa, capitombola, scivola.

I suoi amici, Flo’ l’uccellino, e Carlo il topolino, lo guardano stupiti: “Ma Alfredo, cosa succede? Perché ti disperi? Perché corri tanto?”

“I miei baffi sono tristi, mosci, senza vita. Hanno perso i loro poteri, non funzionano più! Guardate!” e concentrandosi prova a saltare dalla poltrona al letto, scivolando giù sul pavimento.

“Perché ti dai tanta pena? Sono solo baffi…”, chiede Flò stupito.

“Disastro! Tragedia!”, continua Alfredo, “Come farò? Non sapete che per un gatto i baffi sono fondamentali? Servono per misurare le distanze, prevedere ostacoli e pericoli, cacciare.”

“Sono così importanti?” chiede Carlo.

Il mistero dei baffi

La barchetta di Camilla

In mezzo al mare c’èra una piccola barchetta
era di colore azzurro, col suo colore
si mimetizzava benissimo col l’acqua azzurra del mare
aveva la vela bianca e la bandierina blù
portava scritto il suo nome in caratteri grandi
da poter essere vista da lontano

Si chiamava Camilla la barchetta variopinta
Il capitano era un omino baffuto
con pipa e berretto alla marinara

Salpavano i mari e gli oceani più lontani e sconosciuti
sempre alla ricerca del grande tesoro dei pirati
nascosto Chissà dove…

La barchetta di Camilla

Birba Bir

La chiamavano Birba Bir.

Era una bimba con un grande fiocco sul capo e un ampio vestito  a pallini.

Lei non amava né il fiocco, né quel vestito.

La sua mamma la vestiva cosi, con cura e attenzione, ogni mattina per andare a scuola.

“Birba tu sei una brava bambina e devi fare la brava bambina ” le diceva.

Forse, Birba avrebbe desiderato un suo abbraccio caldo ma la mamma era concentrata sui preparativi.

Tutto doveva essere perfetto.

Cosi, Birba, appena poteva, si toglieva il fiocco e le scarpe di vernice nera e correva nel fango.

Che belle le pozzanghere!

Birba Bir

La pensilina a pois

Ci troviamo la mattina , sotto casa un po’ più là,
per il nostro appuntamento, alla pensilina a “pois”
Non c’importa se c’è il sole o vien giù un acquazzone,
sia col gelo e sia col vento…siamo pronte ad ogni evento!

La Lulù porta l’ombrello, Serenella un bel cappello,
poi Mariù alla borsetta lega sempre un grande fiocco.
Si va in giro allegramente, raccontando tante storie,
lo facciamo con le rime, con le note e coi colori.

La pensilina a pois

La piccola Annie // Un nuovo agnellino

Qui tutti i racconti della serie “La piccola Annie”.

Quel giorno il sole brillava più che mai nel cielo limpido e azzurro e un denso cinguettio di uccelli sfrecciava dai rami di un faggio.

In quel momento nella “Prateria Verde” Annie aprì la porta di casa, la richiuse e s’incamminò frettolosa verso il bosco vicino.

La natura si svegliò intorno a lei.

Un coniglio bianco uscì dalla sua tana, mentre uno scoiattolo si affacciò dal buco di un albero.

La piccola Annie // Un nuovo agnellino

La scatola dei bottoni

C’era una volta una scatola…che strana storia, direte voi, cosa mai si potrà raccontare su di una scatola? Eppure questa di storie da raccontare ne aveva tante, una diversa dall’altra, perché non era solo una scatola semplice e vuota, ma era una scatola di bottoni…

Per tanti anni aveva abitato in quella casa, era riposta sul mobiletto di legno accanto alla macchina da cucire che la nonna usava per svolgere il suo lavoro di sarta. Era una scatola verde, di cartone, semplice , ma con all’interno un cuore fatto di tanti bottoni, di ogni dimensione e colore, sempre pronti ad essere usati all’occorrenza.

Erano felici i bottoni, in quella casa stavano bene, la sarta li trattava con gentilezza ed era solita attaccarli su bellissimi abiti, fatti di tessuti pregiati, sopra ai quali era un piacere accoccolarsi; erano sempre curiosi di scoprire dove sarebbero andati, in quali case, con quali persone avrebbero abitato e quali avventure avrebbero vissuto.

La scatola dei bottoni

Favola sbagliata

Un giorno a scuola la maestra Smemorina chiamò i suoi bambini in un bellissimo tappeto soffice giallo, era l’angolo della lettura, dove si rilassavano e ascoltavano.

felici le storie! “Venite bimbi! Vi leggo una bellissima favola!”, disse la maestra Ed ecco che in pochissimo tempo tutti la raggiunsero entusiasti! Finalmente il grande libro era nelle dolci mani della maestra….

Appena iniziò a leggere si spalancò la finestra e il forte vento fece sfogliare le pagine all’impazzata! Appena si chiuse la finestra iniziò a raccontare la storia…. “C’ era una volta una bambina che si chiamava cappuccetto blu che doveva andare a trovare il lupo che aveva il raffreddore…” Noooo maestra!! ma è sbagliata la storia, si chiama cappuccetto rosso e va dalla nonna non dal lupo! ” dissero tutti i bambini.

Favola sbagliata

La storia dell’orso del bel Castello

Fiaba dedicata a chi crede che il coraggio di essere fragili è l’unico modo per essere forti.

Gli orsi sono pelosi, solitari e hanno sempre l’aria imbronciata.

L’orso della mia storia non era così.

Pareva nato per stare in mezzo alla gente, sapeva tenere comizi nella piazza del piccolo paese di montagna dove abitava.

Tutti lo ascoltavano con gioia e si assiepavano a spintoni davanti al suo palco per udire le sue parole.

Lui era un orso saggio, ed aveva tanto da raccontare della vita.

La storia dell’orso del bel Castello

Capitan Cuor di Ferro e l’albero degli zuccherini

Il mare era calmo, il vento lieve, i marinai sonnecchiavano tranquilli sotto coperta sul vascello ‘True Life’ quando un pauroso ululato destò prima il Capitano e poi la ciurma.

Un ululato in mare aperto?

Si era Wolf il lupo che seguiva passo passo il comandante della nave ormai troppo vecchio per governare un intero equipaggio, ma ancora forte, sprezzante del pericolo, guardingo e terribilmente superbo, nessuno poteva contraddirlo mai.

«Wolf – intervenne Capitan Cuor di Ferro – che hai, non vedo nulla all’orizzonte?» e così dicendo se ne andò. Il lupo conosceva bene il capitano ed era ormai avvezzo alle sue sfuriate così quatto, quatto si rimise al suo posto, sonnecchiando vicino al padrone.

Capitan Cuor di Ferro e l’albero degli zuccherini

Helianthus

Tanto tempo fa una farfalla svolazzò intorno alla corolla
di un assonnato girasole e gli disse:
“Ti prego solare fiore, permetti alle mie ali di riposare,
prima del lungo viaggio che devono affrontare.

Non ti sarò di peso, non ti sarò d’impaccio,
leggera mi farò, a mo’ di piumaggio.
Nel ristorarmi ti potrò narrare
il motivo per cui lontano devo andare”.

Helianthus

Tra polvere … e cielo

–  Sono veramente stufo di fare sempre la stessa strada , nello stesso posto, fra le stesse cose – sbuffava ansimando il Povero Folletto , mentre s’intrufolava negli angoli più nascosti della cucina della famiglia Giacmul, ingoiando polvere e oggetti di ogni sorta. Alla sua veneranda età – aveva ormai 10 anni – avrebbe voluto godersi la libertà, uscire da quella casa di cui conosceva a memoria ogni piastrella, per averla strofinata migliaia di volte.

– Voglio scoprire il mondo, voglio conoscere gente diversa, provare nuove emozioni! – andava pensando tra sé.

– Sono ormai troppo vecchio e troppo stanco per infilarmi sotto i divani e le poltrone a ingozzare tutto ciò che gli altri abbandonano distrattamente sul pavimento – rimuginava in silenzio nell’angusto ripostiglio, dove lo avevano parcheggiato stanco morto, dopo avere ripulito tutta la casa.

Tra polvere … e cielo

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