La ruota magica
Lara e Dany, due piccoli fratelli, erano felici di recarsi assieme ai loro genitori al Lunapark. Una volta raggiunto il posto, cominciarono a guardarsi attorno, era tutto uno sfavillare di luci e di colori. Dany… La ruota magica
La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "fata", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".
Lara e Dany, due piccoli fratelli, erano felici di recarsi assieme ai loro genitori al Lunapark. Una volta raggiunto il posto, cominciarono a guardarsi attorno, era tutto uno sfavillare di luci e di colori. Dany… La ruota magica
C’era una volta una piccola Fata che viveva dentro un castello fatto di zucchero filato, lei stessa era di zucchero filato, eterea e morbida come una nuvola…La Regina delle fate l’aveva mandata sulla terra per… La fata Helga
C’era una volta una bellissima principessa fatata, alla quale daremo il nome che preferiamo, che portava un lungo e sontuoso vestito nero. Da lontano, sembrava bassa bassa, ma da vicino faceva invidia ai grattacieli. Per… La principessa e il cane.
C’era una volta una casina che stava sopra una collina era abitata da una bambina che coccolava la sua gattina Avvenne poi che una mattina giunse in quei luoghi una fatina e nel vedere quella… La fata madrina
Roby un giovane coniglio, vagava affamato lungo una stradina di campagna, mentre procedeva si imbatté in un grosso uovo. Si avvicinò circospetto e non scorgendo nessuno pensò di raccoglierlo, dopodiché si avviò verso casa soddisfatto… Il coniglio Roby e l’uovo di Pasqua
Lontano nel tempo e lontano dai villaggi popolati da, donne, contadini, bambini, principi, re e regine, si stendeva vasta e maestosa una meravigliosa foresta.
I suoi alberi toccavano il cielo, le loro fronde accarezzavano il sole mentre la brezza giocava con le foglie sue più tenere.
Anche questa, come il villaggio era abitata ma il suo popolo era invisibile agli occhi degli umani e aveva l’importante compito di vigilare attento su tutto ciò che accadeva al suo interno specialmente quando la gente del villaggio si avventurava lungo i sentieri stretti e sinuosi .
I misteriosi abitanti della foresta erano le splendide fate silvane che si nutrivano della linfa vitale delle piante e si ricaricavano di energia con i caldi raggi del sole .
Fiaba di Emma Tartaglione
C’era una volta un villaggio dove gli abitanti si vestivano con delle tuniche molto lunghe e colorate ed erano sempre allegri. Un giorno però in questo villaggio
arrivò una regina molto perfida che comandò a tutti i suoi sudditi di festeggiarla un giorno a settimana.
La domenica tutti i cittadini del villaggio erano obbligati a fare festa alla regina e dovevano mangiare torte, pasticcini, cioccolata…
Mangiavano talmente tanto, che erano diventati tutti grossi grossi e, invece di camminare, rotolavano come palle!!!
Viveva un tempo, in un bosco incantato, una fatina dallo sguardo dorato. Un giorno di aprile la bella fatina vide una mamma su una stradina piangere lacrime dense e collose, che sulla terra facevano rose. Le rose rosse piano sbocciavano e dalla terra si arrampicavano, si arrampicavano e salivano al cielo a cavalcare l’arcobaleno. La bella fatina era molto ardita, chiese alla mamma tutta compita: “posso aiutarti dolce mammina? Sono la fata della mattina!”
“Oh cara fata” rispose la mamma “viviamo in tre in una capanna, il mio bambino è piccolino non ha vestiti né un giochino. Salta allegro di stanza in stanza e il sorriso certo non manca, gli mancano però tante altre cose e io sono triste come le rose, che vivono un giorno e vanno a morire sotto il cielo intenso di aprile“.
La fatina chiese alla mamma, “su portami alla capanna.Voglio vedere il tuo bambino, guardare i suoi occhi e il suo visino“.
Al di là delle alte montagne risiedeva un piccolo villaggio denominato “Lago d’oro”.
Al suo centro sorgeva uno specchio d’acqua che irradiato dai raggi del sole gli conferiva il colore dell’oro. Nel villaggio girava voce che nelle profondità di quelle acque giacessero sul fondo molte pepite d’oro.
La voce si sparse in breve tempo, così cominciarono ad arrivare una grande quantità di persone con l’intento di fare fortuna. Ai margini del lago nella sua piccola casa viveva una giovane donna di nome Emma, abitava assieme alla sua famiglia, il marito ed i suoi due figli. Emma conduceva una vita semplice e morigerata, cresceva i suoi bambini come solo una buona madre sa fare.
Una regina, accudiva in ansia il piccolo futuro erede, mentre dormiva.
Il bimbo era debole, il medico di corte, aveva detto alla sovrana non sarebbe vissuto a lungo.
La regnante, tutte le notti,accudiva il piccolo, ascoltava il suo respiro Le accade però qualcosa che dal dolore la sollevò.
Una sera, una fata, si presentò al castello; si fece chiamare indovina.
La regina l’ accolse.
“Tuo figlio non morrà nei primi mesi, metti nell’acqua, polvere di propoli, al primo anno di vita. La sua frutta sarà il Lime, dovrà mangiarne tutti i giorni. crescerà sereno, vivrà.”
Un tempo Gocce di Primavera, viveva serenamente tra foglie e fiori.
Giocava con la rugiada e la brina. Un giorno la bellissima, fata, si allontanò dal suo territorio, e si trovò disorientata, in un territorio isolato, assolato.
Lì c’era un albero di frutta, i frutti erano invitanti rossi scuri sfiorati dal sole.
Le venne sete ne assagiò uno.
Era dolcissimo, ne avrebbe mangiati altri.
Dopo poco tempo, si senti stanca si sedette sotto l’albero e si addormentò.