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Tutte le fiabe che parlano di "fantasy"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "fantasy", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Poesia ad una Stella

“Nelle fiabe e nelle favole, come dico e dirò sempre, il tempo e lo spazio sono intangibili ed incalcolabili preludi di preziose e misteriose “scintille”, lontani dall’esattezza scientifica e dall’immanenza per cui, ogni storia che… Poesia ad una Stella

L’unicorno Andromeda

L’Unicorno Andromeda amava galoppare nella foresta ricca di alberi dalle ricche fronde cariche di grandi foglie lucenti e dai fiori multicolore profumati e dalle più svariate speci.

Esso giovane e spavaldo di una bellezza incantevole passava le sue giornate a girovagare a curiosare sperando di imbattersi sempre in qualche nuova avventura. Nel suo gironzolare aveva trovato una serie di amici: Baffo il coniglietto, Geremia il topolino, Ben il cane, Rufus il gatto, Annabella la cerbiatta, Bianca la capretta, Carbone l’orsachiotto e Pasqualino il merlo.

Erano diventati amici inseparabili e passavano gran parte del tempo insieme dopo che,diligentemente avevano fatto tutti i compiti di scuola.

L’unicorno Andromeda

La leggenda del grande albero Kalpataru

L’anziano Gotam era un Rishi, un sacro cantore veggente e maestro di Raya Yoga. Possedeva un piccolo giardino con un grande albero, Kalpataru.

Lui era solo un pellegrino mendicante, ma da qualche tempo non riusciva più a camminare e la generosità dei suoi ammiratori lo aveva costretto ad accettare una capanna e quel piccolo podere.

Un giorno vennero a giocare nel suo giardino, quattro ragazzi del vicino paese: tre maschi, Prathvi, Agni e Vata e una bambina paffutella, Jala, continuamente derisa ed emarginata dai tre monelli.

Agni si rivolse al vecchio Gotam, con modo sfrontato e accento insolente:
– Dimmi signore, possiamo giocare sotto il tuo albero?
– Andate pure, giovanotti, ma state attenti, quell’albero si chiama Kalpataru ed è antico e magico: se gli parlate ed esprimete un desiderio, oppure se ve ne state solo in silenzio sotto le sue fronde e pensate o sognate un desiderio, allora quel desiderio sarà esaudito.

La leggenda del grande albero Kalpataru

Il pianto delle fate

La vita per i due innamorati, Dono e Splendente,  trascorreva felice.

Non avevano bisogno di null’altro  che del loro amore. Ma dopo un anno di vita insieme, cominciarono a sentire  dentro il loro cuore qualcosa di non ben definito, una specie di sfarfallio, già, come il volo di una farfalla imprigionata, che fosse un desiderio che non riusciva a volare? Decisero di chiamare questo non so che “voglia matta”.

Ecco, non era come la smania di mangiare le more o le fragole del sotto bosco e neppure come l’irrefrenabile voglia di andare a  correre lungo la spiaggia e cavalcare le onde, che sapevano di poter appagare, era proprio una strana voglia, matta, appunto!

A volte era così invadente che  si sentivano molto turbati, ma non appena l’elfo Dono strofinava il proprio naso sul naso di fata Splendente, ritornava la gioia e la serenità che da sempre li abbracciava. Dall’alto della   loro  casa, il cipresso,  guardavano la vita del mondo animarsi e quando cresceva l’esigenza di avere degli amici intorno, non potevano fare a meno di scendere e confondersi  con gli alberi e i fiori. 

Il pianto delle fate

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