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Tutte le fiabe che parlano di "bellezza"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "bellezza", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Bimbi belli

Hai mai visto gli occhi di un bambino sono limpidi puliti impenetrabili non hanno visto le cattiverie del mondo Un bambino nasce  nudo son tutti uguali nessuna differenza la fortuna sta dove nasce Se non… Bimbi belli

Flora e la vocina dei pensieri positivi

Quel pomeriggio di primavera Flora se ne stava sdraiata sulle rive del fiume vicino a casa a prendere il sole. Portava sul capo una bandana a pois rossi ed era concentrata ad ascoltare l’ultimo singolo degli One Direction col suo i pod. Si guardava intorno e ammirava quel paesaggio da favola che l’aveva affascinata fin dalla tenera età: i raggi tiepidi del sole che facevano brillare l’acqua del fiume, la sottile brezza che muoveva i rami degli alberi, il prato gremito di fiorellini azzurri mentre uccellini e farfalle svolazzavano dappertutto.

La ragazzina non aveva molta fiducia in sé e si trovava tanti difetti: non si sentiva bella, tantomeno simpatica ed era di una timidezza disarmante.

“Flora, Flora, sapevo di trovarti qui; Floraaaa !” gridò la sua amica correndo da lei. “Spegni l’i pod! Allora, sei riuscita a trovare un accompagnatore per il ballo della scuola?”.

Flora e la vocina dei pensieri positivi

Il Fiore Farfalla

Non esistono brutti fiori, ma lui era un piccolo fiore insignificante, di un pallido colore violaceo, non abbastanza viola da attirare l’attenzione, né abbastanza elegante nella forma perché qualcuno si fermasse ad ammirarlo.

Questo suo aspetto lo aveva reso timido e introverso, ma nonostante questo non riusciva ad essere invidioso dei suoi fratelli più belli di lui.

Perfino le piccole margherite avevano ai suoi occhi uno splendore ed una bellezza unica col cuore giallo e le splendide candide corolle.

Cercava di nascondersi dietro ogni stelo d’erba che gli capitava perché si vergognava di essere così com’era ed aveva sempre la corolla china verso terra perché non voleva incontrare lo sguardo pietoso degli altri fiori che si pavoneggiavano nei loro colori e nelle loro splendide forme o profumi.

Il Fiore Farfalla

Il brutto anatroccolo // Audio fiaba

Tratto dalla fiaba di Hans Christian Andersen.

L’estate era iniziata; i campi agitavano le loro spighe dorate, mentre il fieno tagliato profumava la campagna.

In un luogo appartato, nascosta da fitti cespugli vicini ad un laghetto, mamma anatra aveva iniziato la nuova cova.

Siccome riceveva pochissime visite, il tempo le passava molto lentamente ed era impaziente di vedere uscire dal guscio la propria prole… finalmente, uno dopo l’altro, i gusci scricchiolarono e lasciarono uscire alcuni adorabili anatroccoli gialli.

Clicca su “Leggi tutto” per ascoltare l’audio fiaba.

Il brutto anatroccolo // Audio fiaba

Clotilde

Clotilde viveva sola, non parlava con nessuno, era molto triste.

Le anziane del paese uova, farina, frutta fresca per aiutarla. A volte carbone per il camino.

Clotilde non è stata sempre un befana.

Nella sua gioventù era un madre affettuosa.

Poi un brutto giorno la casa prese fuoco, morirono nell’incendio i suoi cari, bambini compresi.

La giovane cambiò molto, Clotilde viveva il ricordo di quel giorno.

Diventò la befana del paese per veder felici i bambini.

Posso dirvi però non era molto bella: goffa, gobba, rugosa, non amava farsi vedere così dai bambini.

Clotilde

Le fate

C’era una volta una vedova che aveva due figliole; una figlia legittima, tale quale a lei, bruttarella e scorbutica di carattere ed una figliastra del marito defunto, bellissima d’aspetto e d’animo.

Ovviamente la figliastra era trattata molto peggio e considerata come una serva da sfruttare sia per lei che per la figlia naturale.

Un bel giorno la vedova ,sentendo che in paese giravano voci che il figlio del re cercava moglie convinse la figlia a farsi vedere nei pressi del bosco ove era stato avvistato il principe, con la scusa di riempire la brocca d’acqua alla fontana vicino al bosco.

La figlia ci andò controvoglia, borbottando come sempre.

Nei pressi della fontana comparve una bellissima fata elegantissima che gli chiese un po’ d’acqua da bere; lei rispose in malo modo che mai e poi mai gli avrebbe dato da bere e che se la voleva doveva munirsi di una brocca al mercato.

Le fate

Gala la gattina bianca

C’era una volta una giovane gattina bianca dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Gala.

Perduta una zampa alla nascita, con una soltanto, lei non si era mai persa d’animo, e anche se storpia e malferma, non aveva mai smesso di riempire con le sue gioiose capriole il creato, seppur facendolo un passo indietro come la sua condizione le imponeva, ugualmente fiera e orgogliosa.

“Ma con una zampa sola!” giungevano al suo orecchio voci soffocate di tanto in tanto “Una soltanto!”, “Non è per niente un bello spettacolo!”, “Quella zampa che le manca, però!”, “Si, non si può guardare!”, “Le sono rimaste quei grumi di sangue!”, “Fanno male allo stomaco, solo a guardarsi!”, “Io non riesco, mi fa volta stomaco!”,“Peccato davvero, ripeto!”, “Non può affrontare lunghi percorsi, non andrà mai oltre!”, “Che pena!”,“Nessuno la inviterà mai in casa propria!”, “Scherzi?!”.

Ma agli occhi di Tancredi, giovane gatto dallo splendido pelo cenerino, tutto quel ciarlare appariva soltanto gratuito e insignificante, Gala per lui era bellissima, speciale, solo lei riusciva a guardarlo in quel modo, a farlo sentire amato, importante, invincibile, unico, irripetibile.

Gala la gattina bianca

Il principe ranocchio // Audio fiaba

Audio fiaba tratta da “Il principe ranocchio” dei fratelli Grimm, letta da Katinka Charlotte.

Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c’era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto.

Vicino al castello del re c’era un gran bosco tenebroso e nel bosco, sotto un vecchio tiglio, c’era una fontana: nelle ore più calde del giorno, la principessina andava nel bosco e sedeva sul ciglio della fresca sorgente; e quando si annoiava, prendeva una palla d’oro, la buttava in alto e la ripigliava; e questo era il suo gioco preferito.

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Il principe ranocchio // Audio fiaba

Il brutto anatroccolo // Video Fiaba

Testo: Lucia Bazzi
Voce recitante: Marco Amodio
Illustrazioni: Silvia Carbotti

Un giorno d’aprile vicino a uno stagno,
mentre dei cigni facevano il bagno,
da un uovo dischiuso uscì un bel pulcino,
di color scuro un po’ biricchino.

La mamma lo vide e disse: “Povera me,
tu non sei mio figlio, sai il perche´?
Le mie piume son bianche come la neve
e il mio collo è lungo, mentre il tuo è breve.

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Il brutto anatroccolo // Video Fiaba

Il Paese senza specchi

Nel paese della gioia non esistevano gli specchi e nessuno perciò sapeva quale fosse il proprio aspetto; il magro non sapeva che era affilato come un grissino, il grasso non sospettava di essere tondo come un bue appesantito, la bella si beava dello sguardo altrui, la brutta si compiaceva di passare per simpatica, ma nessuno conosceva i dettagli del proprio corpo.

A dire il vero, in questo paese, non essendoci termini di riferimento e paragone, mancavano tutte le parole che in genere si riferiscono alle qualità delle persone; non esisteva “bello” e neanche “brutto”, e tantomeno “alto” oppure “basso” e le persone, per capirsi, si accontentavano di fare gesti per indicare gli altri.

“Hai visto il..?” e si faceva un certo segno con le dita a significare alto, oppure si limitava il gesto della mano per dire basso; per indicare una bella ragazza si facevano circolare pollice e indice, per indicarne una bruttina quelle stesse dita dovevano ruotare al contrario. Esistevano, invece, tutte le parole che indicano le qualità morali, come simpatico, intelligente, gentile, perchè quelle non si vedevano con gli specchi, ma con gli occhi che si trovano dentro il cuore.

Il Paese senza specchi

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