C’era una volta una giovane gattina bianca dagli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Gala.
Perduta una zampa alla nascita, con una soltanto, lei non si era mai persa d’animo, e anche se storpia e malferma, non aveva mai smesso di riempire con le sue gioiose capriole il creato, seppur facendolo un passo indietro come la sua condizione le imponeva, ugualmente fiera e orgogliosa.
“Ma con una zampa sola!” giungevano al suo orecchio voci soffocate di tanto in tanto “Una soltanto!”, “Non è per niente un bello spettacolo!”, “Quella zampa che le manca, però!”, “Si, non si può guardare!”, “Le sono rimaste quei grumi di sangue!”, “Fanno male allo stomaco, solo a guardarsi!”, “Io non riesco, mi fa volta stomaco!”,“Peccato davvero, ripeto!”, “Non può affrontare lunghi percorsi, non andrà mai oltre!”, “Che pena!”,“Nessuno la inviterà mai in casa propria!”, “Scherzi?!”.
Ma agli occhi di Tancredi, giovane gatto dallo splendido pelo cenerino, tutto quel ciarlare appariva soltanto gratuito e insignificante, Gala per lui era bellissima, speciale, solo lei riusciva a guardarlo in quel modo, a farlo sentire amato, importante, invincibile, unico, irripetibile.
Gala la gattina bianca