Forse può sembrare superfluo scrivere una recensione circa uno dei personaggi più amati della letteratura per bambini, intendo dire Peter Pan.
Viceversa, l’invito è quello di riavvicinarsi proprio al testo originale, di leggerlo e rileggerlo facendo piazza pulita delle varie rivisitazioni cinematografiche che ne sono state date.
Perchè, se l’intima vocazione di Peter Pan, a onor del vero, non è mai stata tradita, le pagine scritte da sir James Matthew Barrie hanno però una levità e allo stesso tempo una profondità che possono essere percepite a fondo soltanto se ci si riavvicina a loro con animo sgombro e mente pulita.
L’invenzione di questo straordinario bambino che, caduto dalla sua carrozzina, decide caparbiamente di non crescere più, e riesce a farlo, appare così nuovamente nella sua straordinarietà e purezza. Accanto a Peter, che resta sempre uguale a se stesso assecondando a fondo l’intima vocazione dei personaggi letterari, si muove poi una miriade di altre figure che vengono sbozzate dalla penna dell’autore, e pure si stagliano nitidamente all’immaginazione del lettore: non ultima quella di Tinker Bell, Trilli Campanellino, la fatina gelosa e fedele, cattiva ma altruista, assolutamente deliziosa, nata dal sorriso dei bambini, salvata dal battito delle mani degli stessi.
Tutti i bambini crescono, tranne uno