PIF PUF PAF, erano tre porcellini che amavano molto arrotolarsi nel fango del cortile, piuttosto che andare a scuola.
Un giorno la mamma disse loro : “Così non va, non potete sempre giocare nel fango, dovete andare a scuola, altrimenti rimarrete ignoranti e il contadino farà di voi dei buonissimi salamini”.
I tre porcellini risposero: “NOO !!! NO !!! Salamini NO !!!! Vogliamo andare a scuola”.
Il giorno successivo, di buon mattino si sentì suonare il clacson dello scuolabus; era “Gino il vetturino”, uno scoiattolo spumeggiante che sfrecciava con il suo scuolabus nei boschi come un fulmine.
Avvistati i maialini, Gino, gridò: “Forza ragazzi, salite, sono quasi le otto, se arriverete in ritardo la maestra vi sgriderà”.
Loro continuavano imperterriti a giocare e, solo dopo aver fatto adirare Gino, salirono sull’ autobus.
Non erano molto contenti di andare a scuola, ma pensando a quello che aveva detto la mamma, si sedettero subito e stettero in silenzio. Quando arrivarono a scuola, la campana era già suonata e, bussando timidamente alla porta, entrarono in classe.
La maestra, contenta di vederli, disse: “Buongiorno porcellini. Bravi, bravi! Lo sapete che siete in ritardo, volete mica diventare dei salamini?”
“No, No” risposero i porcellini.
Si sedettero nei loro banchi, mentre venivano guardati con occhi stridenti da tutti i compagni. Tom il gufo dormiglione rideva di loro: “Ah, ah ah, voi diventerete salamini!!”.
Aila la gazzella chiacchierina diceva anch’essa: “ah, ah, si è vero, è vero”. I porcellini si sentivano un po’ a disagio.
Ma ecco che intervenne la maestra, una volpe non solo furba ma anche bella, che disse: “Basta finiamola, lasciate stare i porcellini, io sono sicura che studieranno”.
Come ben ricordate i porcellini spesso non andavano a scuola, perciò si perdevano molte lezioni, e ciò non permetteva loro di essere bravi come gli altri.
Per cui PIF di nascosto, chiese a Tom le attività dei giorni precedenti, le annotò sul diario per poi poterle completare a casa insieme ai fratelli.
Arrivati a casa infatti, dissero alla mamma: “Mamma sbrigati a preparare il pranzo, perché dobbiamo fare subito i compiti”.
La mamma chiese: “Come mai non andate ad arrotolarvi nel fango? Che succede?”
“Sbrigati mamma, poi te lo dico disse PAF.”
I porcellini mangiarono frettolosamente, andarono nella loro cameretta e incominciarono a fare i compiti. Si aiutavano a vicenda e ogni tanto dicevano: “No, no, non vogliamo diventare dei salamini”.
Il giorno successivo si alzarono molto presto e quando arrivò Gino i porcellini erano già pronti; saliti sull’autobus arrivarono puntuali a scuola, al suono della campanella, loro erano già seduti in classe.
Entrò la maestra e disse: “Buon giornooo!!”
Tutti risposero: “Buongiorno maestra”.
La maestra aprì il registro e proseguì come ogni mattina con l’appello: “PIF”. PIF rispose: “Presente”.
“PUF”. PUF rispose : “Presente”.
“PAF”: “Presente”.
“Gazzella canterina”. La gazzella: “Presente”.
“Gufo dormiglione”. Il gufo: “Presente”. e cosi via.
Poi la maestra chiese: “Chi ha fatto i compiti?”
I porcellini si alzarono immediatamente e in coro risposero: “Noi signora maestra”.
“Bene” disse la maestra, “venite qui”.
La maestra dopo aver guardato i compiti dei porcellini: “Bene, bravissimi, siete stati veramente bravi, voi sicuramente sarete promossi alla successiva classe”.
Tutta la classe si alzò in piedi dicendo: “anche noi signora maestra vogliamo diventare come i porcellini”.
La maestra: “certo che potete, ma dovete impegnarvi come loro”.
I porcellini diventarono i più bravi della classe, da quel giorno studiarono sempre e, solo dopo aver finito i compiti andavano ad arrotolarsi nel fango.
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