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Tutte le fiabe della categoria "Le vostre fiabe"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi appartenenti alla categoria "Le vostre fiabe", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

Lo scrigno

Tanti anni fa, quando tutto era possibile, cadde uno scrigno dal cielo. Sì, sì! Proprio uno scrigno! Era bellissimo. Cadendo dal cielo, però, si era tutto ammaccato e per molti anni era rimasto in un… Lo scrigno

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La città degli Gnomi Verdi e della strega Nebbianera

Nel bosco fitto di abeti e larici, la strega Nebbianera aveva intrecciato i rami fino a costruire un’immensa ragnatela vegetale che circondava la valle degli Gnomi Verdi.
I cerbiatti imprudenti e gli uccellini, durante i primi voli di esplorazione, spesso cadevano nella rete e perdevano i loro colori e la vita, trasformandosi in statue di carbone.
Gli gnomi sapevano dell’incantesimo e si tenevano a rispettosa distanza dalla foresta, ma la ragnatela vegetale cresceva e l’anello nero guadagnava terreno nella valle verde.
Gli gnomi costruivano inutilmente dighe di pietra per opporsi all’avanzata della foresta nera che, però, erano spazzate via dai rami nodosi che ormai avevano preso consapevolezza della loro forza e volevano stritolare la verde vallata e spegnerne per sempre la luce.
Tutto era cominciato il giorno del primo compleanno del figlio del Re degli gnomi verdi: una festa che doveva arrivare nei più lontani angoli del regno per portare felicità e allegria e si era trasformata in tragedia.
La strega Nebbianera non era stata invitata alla festa perché era conosciuta come apportatrice di lutti e dolori. Il Re aveva proibito a tutti i sudditi, pena la vita, di informare la strega che, del resto, viveva appartata in una grotta sulla montagna più nera e infida del paese e non aveva mai espresso desiderio di contatti con la corte.

La città degli Gnomi Verdi e della strega Nebbianera

La Bambarana

Mi ero intrattenuta sino a tardi presso i miei amici di Chivasso e stavo ritornando un pochino insonnolita verso casa. Guidavo lentamente godendomi la strada completamente libera ed ammirando il cielo stellato in cui spiccava, proprio di fronte a me, un’enorme luna piena.

Fantasticavo su come mi sarebbe apparsa, al mio risveglio, la Mole Antonelliana, perchè il venticello che spirava aveva sgombrato perfettamente il cielo, quando ho iniziato a sentire le parole di una canzone… istintivamente ho osservato la mia autoradio ma, come già sapevo, era spenta.

Ho guardato attorno ma le finestre delle case erano tutte completamente buie… eppure man mano che avanzavo le parole di quella canzone mi giungevano sempre più distintamente.

Fermai la macchina, scesi ed iniziai a seguire quella voce per capire da dove provenisse.

La Bambarana

La sfera magica dei ghiacci

Francesca guardava incuriosita quella magica sfera dove, ogni volta che la girava, la neve cadeva.

“Cade, la neve cade” ripeteva come una cantilena.

Incantata da quel rituale, sentì una storia narrare.

Esisteva un regno nel mondo dei ghiacci, antico di secoli. Una leggenda narrava che in quel luogo desolato, era custodita la felicità. Nessuno però sapeva esattamente in che cosa consisteva.

Un giorno avvenne che, nel mondo da noi conosciuto, arrivasse una terribile piaga. Una strana malattia aveva colpito le persone. In modo particolare gli adulti e gli anziani. Sembrava che i bambini fossero immuni da questo strano morbo.

La sfera magica dei ghiacci

Il cignanatroccolo

C’era una volta un piccolo anatroccolo, gli occhi grandi e verdi, il becco aguzzo e tanta, tanta voglia di arrivare.

Era tanto insignificante, o almeno così riteneva di essere, che andava per di qui e per di là  ricoperto di splendide penne bianche, prese in prestito chissà dove, che avevano il potere di farlo apparire nel rilucente aspetto di un cigno.

Ammirato, amato, odiato per quelle splendide penne bianche,  correva affannosamente, pieno di noia,  gli occhi sempre più  grandi e più verdi,  il cuore sempre più piccolo e freddo: voleva arrivare e per arrivare  non aveva bisogno di  stupidi anatroccoli, ma solo di cigni che gli avrebbero finalmente aperto gli occhi sul mistero di un giardino incantato.

Il cignanatroccolo

Il coniglietto Bunny e la gattina Perla

C’erano una volta un coniglietto molto giocoso, dormiglione e mangione di nome Bunny e una gattina mal mostosa e viziata di nome Perla.

Bunny spesso correva in giro per la cameretta e la Perla si sdraiava sul tappeto del corridoio davanti alla camera.

Bunny dopo aver fatto tutte le sue corse andava a dormire o a mangiare, la Perla certe volte entrava nella cameretta in cerca delle coccole mie o della mamma: la maggior parte delle volte saltava fuori Bunny che velocissimo le andava incontro per conoscerla e la Perla scappava invece arrabbiata e velocissima e assai gelosa.

Lui ad orecchie basse si fermava a guardarla andare via triste triste perché invece gli sarebbe piaciuto saltarle un po’ addosso e annusarla per benino! Ma quella gatta gelosa e viziata non voleva avere a che fare con lui neanche un po’ anche se le piaceva molta osservarlo dalla distanza del corridoio. Lui ci riprovava spesso… ogni tanto si lanciava fuori nel corridoio e lei con un soffio tigresco e una alzata di zampa lo allontanava, era già tanto che lo sopportava e non se lo mangiava!

Il coniglietto Bunny e la gattina Perla

Il mio animale domestico Bunny

Io, a casa mia, ho un coniglietto che si chiama BUNNY.

Ha un folto e morbidissimo pelo bianco con sfumature grigie sulle orecchie che sono lunghe, morbide e delicate. Ha un piccolo nasino nero che sembra velluto e due occhioni marrone scuri. Le sue zampe sono molto forti, perché, quando avverte un pericolo o semplicemente desidera attenzione, le batte sul pavimento facendo un rumore tremendo. E’ un coniglietto monello e, alcune volte, appena mi sveglio, lo trovo sul mio letto, lì a guardarmi.

Spesso gioca con il suo pupazzetto che è la sua “fidanzata”: se lo prendi e lo fai girare lui arriva di corsa. Resta libero tutto il giorno e lo mettiamo nella sua gabbietta (che è lunga più di un metro) solo di notte. Appena si sveglia, cerca il papà che lo fa correre: il papà inizia a correre e Bunny lo rincorre passandogli sotto le gambe e scodinzolando (si, scodinzolando come un cagnolino).

Il mio animale domestico Bunny

Dove corrono le nubi?

Le nubi paiono sempre indaffarate. Avessero tutto loro da fare, dico. Invece devono solo rovinare un pic-nic laggiù, allagare qualche cantina lassù, intristire i prendi-sole di quella spiaggia qui e bagnare una sposa (fortunata) là.

A volte corrono, a volte camminano mollemente, a volte si rotolano nel cielo, sono quasi convinto di averne vista qualcuna gattonare. Soffici, lievi, pesanti, candide, plumbee.

E’ divertente osservarle quando giocano a nascondino, non è raro scorgerle mentre sbirciano dietro la cresta della montagna di turno. Quel loro vizio di volare non le facilita molto nel gioco. Poi corrono, per urlare “libera per tutti” e “Bimbi, piove, tutti a casa!!!”.

Dove corrono le nubi?

L’orrenda creatura di Nasinlungo

Nel paese di Nasinlungo, si diceva esistesse un mostro. Tutti sapevano che abitava di là del Giardino Felice, ma pare che nessuno l’avesse mai visto. Gli abitanti lo temevano ed il sindaco aveva proibito alla cittadinanza, di oltrepassare la grande siepe.

Era un paese tranquillo e pieno di bambini, tra cui il piccolo Tobias di sette anni.

Un giorno, si allontanò da casa per andare alla ricerca del suo amatissimo gattino, che non riusciva più a trovare. Pensava che sarebbe riuscito a scovarlo e ritornare, senza che i suoi genitori se n’accorgessero.

L’orrenda creatura di Nasinlungo

Una porticina molto speciale

Molto, molto lontano da qui, c’è un paese che si chiama Nonsoloporte e lì viveva una piccola porticina tanto infelice perché nessuno la voleva. Era molto piccola, brutta e tutta storta ed aveva la maniglia rotta. Non era colpa sua se l’avevano costruita male ed era sempre presa in giro e derisa dalle altre porte. Per questo motivo stava tutto il giorno in un angolo del negozio e guardava la gente che entrava ed usciva. Era così triste e sola, avrebbe fatto di tutto per avere un amico.

Un giorno entrò nel negozio un uomo che voleva una porta per la cameretta del figlio.

“E’ molto malato” si confidò con il negoziante “Piange tutto il giorno ed i medici non sanno che cosa abbia. Speriamo che questa bella porta colorata gli dia un po’ di gioia”.

Una porticina molto speciale

Marco lo spaventapasseri dal cappello rosso

C’era una volta in uno stupendo Campo di Grano un bellissimo spaventapasseri dal cappello rosso e gli occhi di una cangiante tonalità viola scuro, di nome Marco.

Appeso ad un lungo stecco di legno, saggio e accorto, la dolce creatura, trascorreva i suoi giorni compiendo il proprio dovere, in perenne attesa, col sorriso ben stampato sulle labbra.

Dal cuore buono e leale, animo nobile e coraggioso, era lui infatti impavido e valoroso a vegliare sul raccolto con attenzione e cura infiniti.

Alla nascita allegro e spensierato, il più festoso fra i suoi fratelli, il giovane spaventapasseri cullava però infondo al proprio cuore un grande sogno: poter un giorno scendere dallo steccato e correre a perdifiato fra i Campi con le proprie gambe di paglia, agile e scattante.

Marco lo spaventapasseri dal cappello rosso

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