C’era una volta, tanto ma tanto tempo fa, in un mondo freddo e misterioso, un gruppo di uomini che vivevano in grandi caverne tra i boschi. Non si chiamavano “supereroi”, né “pirati”, ma avevano un nome molto particolare: Neanderthal.
Erano uomini primitivi, robusti, con spalle larghe, sopracciglia folte e nasi grandi che sembravano disegnati dal vento. Non avevano ancora computer, né automobili, né telefoni. Ma avevano qualcosa di speciale: il coraggio di affrontare un mondo pieno di mammut, tigri dai denti a sciabola e vulcani fumanti!
Tra tutti i membri del clan, c’era un bambino curioso di nome Grum. Grum non era come gli altri: invece di pensare solo a cacciare e correre, passava ore a guardare le nuvole, a osservare i sassi e a chiedere un milione di “perché”.
«Perché il fuoco brucia?»
«Perché il mammut ha il pelo così lungo?»
«Perché la luna ci segue ovunque?»
Gli adulti si mettevano le mani tra i capelli spettinati e rispondevano:
«Grum, smettila di domandare! Meglio che tu impari a colpire con la clava!»
Ma Grum non smetteva mai di chiedere.
La grande scoperta di Grum
Un giorno, mentre tutti erano a caccia, Grum rimase vicino alla caverna. Voleva provare a disegnare con un pezzo di carbone sulle pareti. Si mise a scarabocchiare linee storte, finché… puff! Dal disegno sbucò quasi un mammut fatto di fumo nero.
«Oh-oh!» disse Grum, «forse i disegni raccontano storie!»
E da quel giorno capì che i suoi antenati non parlavano con libri e lavagne, ma raccontavano tutto con i disegni e con i gesti. Disegnavano le cacce, i bisonti, le piogge. Era il loro modo di “scrivere”.
Il mistero del fuoco
Grum non era soddisfatto. Voleva scoprire altro. Una notte, quando il cielo era pieno di stelle, sentì un tuono e vide un fulmine cadere su un albero. L’albero prese fuoco!
Spaventato, Grum scappò… ma poi tornò indietro, con gli occhi che brillavano di meraviglia. Il fuoco non era solo pericoloso: scaldava, illuminava, cucinava il cibo e teneva lontani i lupi.
Il giorno dopo corse dagli altri e gridò:
«Guardate! Ho trovato una stella caduta sulla terra!»
Da quel momento, il fuoco diventò il più grande tesoro del clan. E tutti capirono che, anche se era un bambino un po’ strano, Grum aveva un cervello speciale.
Il viaggio dei due popoli
Con il tempo, gli uomini di Neanderthal impararono a vivere nelle caverne, a fabbricare strumenti di pietra, a cacciare insieme come una squadra.
Ma un giorno arrivarono nuovi uomini, diversi: erano più alti, con visi un po’ più sottili. Erano i Sapiens, cioè gli antenati di noi.
All’inizio i due gruppi si guardarono con sospetto.
I Neanderthal dicevano:
«Chi sono questi? Hanno strane collane di conchiglie e usano le ossa come flauti!»
I Sapiens, invece, dicevano:
«Ma guarda che forza hanno quei tipi! Sono robusti come orsi!»
Poi, piano piano, cominciarono a scambiarsi segreti: i Neanderthal insegnavano a rompere le pietre per fare lame affilate, i Sapiens a inventare parole nuove e canzoni.
Grum fece subito amicizia con una bambina sapiens di nome Luma, che rideva sempre. Insieme costruirono giochi con i sassi, inventarono nuove storie e disegnarono sulle pareti della caverna.
La caverna rimbombante
Un giorno scoprirono una grotta segreta. Quando ci battevano le mani dentro, l’eco rispondeva:
«Oh-oh-oh-oh!»
«Questa grotta parla!» esclamò Grum.
Luma rise e disse: «No, è la tua voce che rimbalza! Ma possiamo usarla per cantare!»
E così nacque la prima “canzone primitiva”, fatta di suoni, risate e rimbombi. Tutti gli uomini del clan si riunirono per ascoltare e capirono che la voce, le parole e la musica erano magie ancora più forti del fuoco.
La morale della fiaba
Passarono gli anni, e i Neanderthal pian piano scomparvero, ma non invano: ci hanno lasciato la loro forza, le loro scoperte e il coraggio di vivere in un mondo difficile.
Grum e Luma, con la loro amicizia, dimostrarono che anche uomini diversi possono imparare gli uni dagli altri e inventare cose meravigliose insieme.
E ogni volta che un bambino oggi accende la fantasia, disegna su un foglio o canta a squarciagola, forse… da qualche parte, nell’eco di una caverna antica, si sente ancora la voce di Grum che ride.
Così i bambini imparano che l’uomo di Neanderthal era un uomo primitivo, forte e coraggioso, che ha scoperto il fuoco, usava le caverne, costruiva strumenti e ci ha lasciato tanto di sé.
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