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Il Bambino e il Drago

Era un piccolo villaggio di montagna. Lo attraversava la strada che collegava la valle e per questo era frequentato ogni giorno da molti mercanti, che con i loro carri e i loro prodotti passavano da una parte all’altra della regione, dirigendosi al grande mercato della città distante una decina di miglia.

Da qualche mese la vita degli abitanti era diventata un inferno. All’entrata del villaggio, si diceva, si era insediato un drago.

Nessuno, per la verità, lo aveva visto. Ma di notte, bagliori di luce e di fuoco squarciavano il cielo. E poi, si sentiva un sibilo acuto, insistente, assillante, che non faceva dormire.

Tutti i mercanti erano spariti e la strada ormai era vuota e silenziosa.

Il Bambino e il Drago

Grande Vecchio e i Due Animali

Era da un po’ che Piccolo Uomo, di sottecchi, guardava Grande Vecchio.

Il fuoco crepitava, Grande Vecchio stava caricando la pipa.

«Cosa c’è, Piccolo Uomo?»

Piccolo Uomo si sorprese. «Come cosa c’è?».

«Sento che mi vuoi chiedere qualcosa. Ma non hai ancora deciso se chiedermela…».

«E tu come fai a saperlo?».

«Non lo so, infatti. Mi sembra… Però posso sbagliarmi. E in questo caso ti chiedo scusa se ti ho disturbato…».

Grande Vecchio era sincero. Aveva finito di caricare la pipa. Ora aveva preso uno stecco di legno dal camino e se la stava accendendo.

Grande Vecchio e i Due Animali

Il Vecchio e i Due Cavalieri

C’era una volta, tanto tempo fa, un vecchio. Abitava solo, con qualche pecora e poche galline, in una casupola ai piedi dell’Altopiano, proprio all’inizio del sentiero che conduceva in cima all’unico villaggio della regione. Davanti alla sua casetta passavano viandanti, a piedi o a cavallo, che spesso si fermavano per chiedere notizie: sulla lunghezza e la difficoltà del sentiero e il tempo necessario a percorrerlo.

Un giorno si presentò un giovane cavaliere.

Il vecchio era seduto fuori, a godersi il sole dolce del pomeriggio avanzato. Il giovane fermò il cavallo e si toccò il cappello in segno di saluto. Nonostante la polvere, traspariva una faccia allegra, aperta, accattivante: «Non so più le miglia che ho percorso dall’ultima città. Ma prima che faccia buio devo salire al villaggio. E’ questo il sentiero, vero buon uomo?».

Il Vecchio e i Due Cavalieri

Il segreto di Grande Vecchio

Piccolo Uomo viveva ormai da due mesi con il Grande Vecchio delle Montagne.

Gli piaceva, la mattina appena sveglio, aspirare l’aria pura dei ghiacciai; sentire, appena il sole avvolgeva dolcemente le piante, il profumo intenso dei boschi; camminare lentamente, durante il giorno e soprattutto al tramonto, in vetta alla vallata e vedere, da lassù, gli uomini piccoli della città, che correvano indaffarati come formiche impazzite. E poi, non avrebbe mai smesso di ascoltare, la sera accanto al fuoco, il Grande Vecchio che raccontava, con la sua voce calda e antica, vecchie storie di divinità e folletti.

Ma il Grande Vecchio aveva insistito. L’estate si stava concludendo e Piccolo Uomo doveva riprendere la sua normale vita di bambino: i genitori, la scuola, i compiti a casa, i giochi con gli amici.

Piccolo Uomo era molto triste. Avrebbe contato i giorni: fino alla prossima estate.

Lo zaino era pronto e Piccolo Uomo stava per indossarlo.

Il segreto di Grande Vecchio

Piccolo Uomo e Grande Vecchio: la domanda

Piccolo Uomo era salito sulla Montagna Più Alta e finalmente era di fronte al Grande Vecchio della Terra.

«Ciao, Grande Vecchio» disse Piccolo Uomo. «E’ tanto che cammino e le mie gambe non mi reggono più. Ma il mio problema è enorme e solo tu mi puoi aiutare».

«Davvero?».

«Certo. Giù in città, tutti dicono che sono un bambino e che debbo imparare. Se faccio domande, si irritano: mi rispondono che un giorno capirò e che adesso non è il momento di sapere. Che quando sarò cresciuto, e finalmente sarò uomo, avrò tutte le risposte che cerco. Ma io voglio crescere adesso. E non voglio diventare un uomo. Voglio diventare come te».

«Come me?» domandò il Grande Vecchio.

«Sì, come te» rispose Piccolo Uomo.

«E come sarei io?» domandò il Grande Vecchio.

Piccolo Uomo e Grande Vecchio: la domanda

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