Il gatto nel barattolo
La bambina si chiamava Giovanna, ma tutti l’avevano sempre chiamata Nuvoletta, per i capelli biondi, ricci, grandi e luminosi come una nuvola illuminata dal sole. Nuvoletta adorava la marmellata, e faceva collezione dei barattoli usati, li dipingeva, ci giocava finché non si rompevano. La migliore amica di Giovanna/ Nuvoletta era la sua gatta, Mora.
Da qualche tempo Moretta era così grossa che quasi non si muoveva più; Nuvoletta si preoccupava moltissimo, ma la mamma le disse che aveva dei gattini nella pancia. Ma com’erano entrati? La cosa preoccupava così tanto Nuvoletta che si dimenticò di dipingere l’ultimo barattolo, di marmellata di mirtilli; lo lasciò su una mensola.
Dopo un po’ da Mora uscirono tanti piccoli gattini ; così piccoli che sembravano topini. Tutti stavano attorno ai nuovi nati, e il barattolo l’avevano dimenticato; com’era triste abbandonato in un angolo della stanza ad impolverarsi! Ma il più vivace della cucciolata, Giotto, un micino nero e marrone con una faccina appuntita e buffa si affezionò al barattolo: all’inizio toccava solo il vetro con le zampine, forse sentiva l’odore dei mirtilli. Poi un giorno ci cadde dentro, e miagolò; la mamma gatta andò in suo soccorso, ma Giotto non voleva più uscire dalla sua culla di vetro.
