Senz’anima
Tanti anni fa, in un paese vicino al mare, viveva un uomo orribile. Questi di mestiere faceva l’usuraio: prestava il suo denaro in cambio di un corrispettivo sproporzionato, così alto e ingiusto da non poterlo… Senz’anima
Tanti anni fa, in un paese vicino al mare, viveva un uomo orribile. Questi di mestiere faceva l’usuraio: prestava il suo denaro in cambio di un corrispettivo sproporzionato, così alto e ingiusto da non poterlo… Senz’anima
Tratto dalla raccolta “Chi vuol fiabe, chi vuole?” di Luigi Capuana. C’era una volta un vecchio contadino che abitava in una grotta in cima a un monte. Nessuno sapeva di dove fosse venuto e perché… Il tesoro nascosto
Un giorno il piccolo pulcino giallo allegro disse alla sua mamma orsa:
– “ Mamma, ho deciso.Vado a cercare il tesoro!Non so quanto ci metterò a trovarlo, so solo che devo farlo.”
– “ Tesoro? Quale tesoro?” chiese la mamma.
Il pulcino non la sentì, ormai era già sul sentiero perso nei suoi pensieri.
– “ Chi sa come sarà il mio tesoro? Brillerà come la luna? Peserà come una roccia?”
Il pulcino camminava..camminava..
Hänsel e Gretel (in tedesco: Hänsel und Gretel) è una fiaba tedesca riportata dai fratelli Grimm. La fiaba presenta numerosi punti di contatto con Pollicino di Charles Perrault.
La trama di Hänsel e Gretel è in gran parte identica a quella di Pollicino di Perrault; l’episodio dei sassolini e delle briciole di pane, per esempio, è identico in entrambe le fiabe, sebbene in tal senso venga ricordata di più la fiaba di Perrault.
Di Hänsel e Gretel è soprattutto nota l’immagine della “casa di marzapane”, che costituisce l’opposto della casa povera e affamata dei bambini, e la materializzazione quasi “eccessiva” dei loro desideri, ma si rivela al contempo una trappola per trasformarli in cibo; vi si potrebbe leggere qualche analogia con il Paese dei Balocchi di Carlo Collodi.
La tradizione attribuisce ad Esopo (VI sec. a. C.?) l’invenzione della favola; tuttavia sappiamo bene che la prima testimonianza nell’ambito della letteratura greca risale al racconto in versi dell’Usignolo e lo Sparviero, contenuto nel poema didascalico Ἔργα Ἡμέραι di Esiodo (VIII – VII secolo a.C.), se non addirittura ad Omero, il quale nell’Odissea paragona i Proci, nella predizione di Menelao, alla cerva imprudente che si reca a porre i suoi cerbiatti appena nati nella selva ove dimora il leone, decretandone così la morte.
Ad Esopo resta tuttavia riconosciuto il merito di aver consentito lo sviluppo del genere favolistico e di aver elaborato con originalità questa espressione d’arte popolare.
“Il significato globale dell’opera risulta chiaro: attraverso la finzione della favola, dietro il travestimento animalesco Esopo vuol proporre un’interpretazione del mondo dal punto di vista degli umili. Non fa meraviglia, quindi, se dalla sua raccolta emerge una realtà ben diversa da quella veicolata dal ‘mito’ aristocratico di Omero. …. Egli ha saputo indagare e ritrarre la vita degli umili nella tragicommedia dei loro estrosi ripieghi e nell’infamia della loro secolare oppressione; tuttavia, chiuso in un’opaca e fatalistica rassegnazione, non ha osato alimentare la speranza di un reale cambiamento” (L. Barbero)
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Per l’ignoranza grassa ch’è compagnadell’avarizia, un pidocchioso Avaro,non sapendo ove mettere il denaroche ogni giorno sul vivere sparagna,di nasconderlo pensa in un cantone,dicendone a un compare la ragione: – La roba tenta, e se io… L’avaro e il suo compare
Lavorate, faticate,un tesoroimmancabile è il lavoro. Un ricco Contadino, ridotto al lumicino,chiamò d’intorno i Figli e a lor così parlò: – Il vostro poderettomai non vendete, o figli, perché di certo io soche v’è sotto… Il contadino e i suoi figli
C’era una volta un uomo e sua moglie che avevano un solo bambino. Essi vivevano soletti in una vallata deserta. Un giorno la donna andò nel bosco per raccogliere rami secchi e prese con se… Il forte Hans
C’era una volta un principe cattivo e superbo, il cui unico pensiero era di vincere tutti i paesi del mondo e seminare lo spavento con il suo solo nome; avanzava col ferro e col fuoco;… Il principe cattivo (leggenda)
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Seconda parte, trovate tutte le puntate qui.
Finché un giorno un plumbeo burocrate sorrise all’illuminazione sopraggiunta. Sorrise di gusto, qualcuno giurerebbe che la risata fosse di un bell’arancione acceso. I colleghi non erano abituati a vederlo ridere. Curioso.
Prese un paio di giorni di ferie e attraversò il suo paese e al limitar del grigio caliginoso, iniziò ad intravedere il verde esangue del bosco cittadino. Si inoltrò verso quel luogo che ricordava smeraldo nella sua fantasia e ritrovò l’argenteo stagno.
Sorrise di nuovo nello specchiare il volto rosa smunto nel lucido specchio dei ricordi.