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Tutte le fiabe che parlano di "spiriti"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "spiriti", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

La bimba del bosco di lecci

Era una bimba, una donna, o forse uno spirito? Neanche lei lo sapeva, era stata sempre sola con il suo cerbiatto e non sapeva chi fosse, quanti anni avesse, che differenza ci fosse tra uno spirito e un corpo, tra un uomo e un fantasma. Conosceva solo il bosco, fitto di lecci, che a lei, piccolissima, apparivano alberi scuri e immensi.
Aveva una nuvola arruffata di capelli rossi, pelle bianchissima e due occhioni scuri, dolci e impauriti, ma brillanti e vivaci. Viveva di notte, riparandosi dalla pioggia in piccoli anfratti, parlando alle stelle e ai fiori, volando sulle ali delle civette per farsi cantare melodie lievi dalla luna, giocava a rincorrere i ghiri e i topi quercini, e non si separava mai dal suo unico amico, un cerbiatto che, come lei, non sapeva crescere ed invecchiare. All’alba i due amici cercavano un morbido letto di muschio e vi si adagiavano per dormire.

La bimba del bosco di lecci

Uno di molti

Esisteva un luogo, tanto tanto tempo fa, dove gli alberi svettavano alti e il cielo era blu come non avete mai visto.

C’era una grande foresta che ricopriva i pendii di montagne maestose, e un lago ampio come un occhio spalancato, e lì gli inverni erano lunghi e freddi e le estati brevi e calde.

Giù a valle, sulle rive del lago, gli uomini avevano costruito un villaggio fatto di legno, che cresceva fino al centro dell’acqua stessa, su un lungo pontile scricchiolante che si specchiava sulle onde.

Tra gli uomini del villaggio ce n’era uno che si chiamava Beren, un giovane alto dai capelli scuri la cui principale occupazione era di andare a caccia di lupi nella foresta. Spesso partiva il mattino all’alba, quando i raggi del sole erano rossi e neanche arrivavano a lambire il lago, e tornava giorni dopo all’imbrunire, carico di pelli e carni. Il vecchio Zorb, che era il più anziano del villaggio e ricordava tante cose, non vedeva di buon occhio la passione di Beren, e scuoteva la testa sconsolato ogni volta che il giovane riportava i corpi senza vita dei lupi della foresta.

Uno di molti

Jenny e lo spirito di nonna Adelia

Era una giornata di fine ottobre, e la piccola autovettura procedeva lenta sul sentiero alberato, lo scricchiolio della ghiaia sotto le ruote, rendeva ancora più penoso a Jenny, accompagnare la madre. Jenny parcheggio la sua macchina fra due cipressi del viale, non era ancora scesa che sua madre era già arrivata davanti al negozio per comprare dei fiori, ed entrò all’interno de cimitero, Jenny la segui, ma mentre sua madre si spostava per portare i fiori comprati ai defunti, Jenny si fermò accanto alla lapide della tomba di sua nonna. Per Jenny la morte della nonna era stata dolorosa, più di quanto nessuno potesse immaginare. 

Jenny quel giorno aveva perso la sua migliore amica, la confidente, la complice di mille avventure, sua nonna era sempre la prima a lanciarsi nei viaggi che la nipote le proponeva, ma Jenny pensava che sua nonna fosse partita per un viaggio fantastico, e che un giorno sarebbe tornata da lei a raccontarle la sua avventura. 

Jenny e lo spirito di nonna Adelia

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