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Tutte le fiabe che parlano di "pericolo"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "pericolo", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

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L’anatra che sognava il mercato

Era una bella mattina d’inizio estate.

In un bel paesino di mare la giornata era appena cominciata e la gente si stava preparando per andare in spiaggia o a fare spesa.

Quel giorno era quello dedicato al mercato e nella via del centro c’erano tante belle bancarelle colorate sulle quali erano esposti i più svariati articoli: vestiti, biancheria da casa, oggetti ricordo, articoli da mare. C’era un gran vociare di persone e tutto era in fermento, chi si fermava per acquistare, chi per chiacchierare un po’, mentre nell’aria si assaporava l’odore della salsedine e dei fiori ed il sole riscaldava la pelle ed il cuore.

Proprio di fianco alla via del mercato, più in basso rispetto al livello della strada, c’era un piccolo rigagnolo che nella stagione invernale diventava un torrente e che era separato dal paese da un muricciolo in cemento e sormontato in alcuni punti da ponticelli di legno che consentivano di attraversare da una riva all’altra.

Qui viveva l’anatra Caterina.

Ogni giorno era abituata a farsi una bella nuotata nelle acque limpide insieme alle altre anatre.

Erano davvero tante e la cosa buffa era che, nelle ore centrali della giornata, si potevano vedere tutte schierate sui vari massi in mezzo all’acqua, immobili, con la testa infilata sotto le ali, mentre schiacciavano un bel pisolino in compagnia.

L’anatra che sognava il mercato

Voglio guardare in faccia la luna

La sua stanza era piena di giochi.

Ce n’erano per tutti i gusti e di tutte le fogge: bambole e bambolotti, lavagne e gessetti colorati, chiodini di plastica, pentole e fornelli, …ma ciò che più la divertiva era andare sull’altalena.

Questa passione era nata in Federica fin dai primi mesi di vita, quando la nonna, portandola al Villaggio della Gioia a vedere le caprette e gli agnellini che pascolavano, si soffermava con lei nel parco per godersi l’aria salubre dei pini.

La piccola le si aggrappava stretta strettae insiemesi abbandonavanoal rilassante dondolio dell’altalena. Quando poi giungeva il momento di andarsene,Fefè – così veniva soprannominata familiarmente Federica – cominciava a frignare, per poi sbottare in un sonoro pianto, allorché la nonna la sedeva nel passeggino per riportarla a casa.

Voglio guardare in faccia la luna

Il boa e il vecchio

Un giorno i giovani di un villaggio decisero di mettere a morte tutti gli anziani poiché le persone ormai vecchie erano un peso per l’economia del villaggio.

L’unico dubbioso sul da farsi era un ragazzo di nome Asingo che, orfano di madre, non aveva intenzione di perdere anche l’amato padre per colpa dei suoi coetanei poco giudiziosi.

Così decise saggiamente di nascondere il vecchio genitore presso uno zio che stava nel villaggio vicino.

La notte seguente tutti gli anziani del villaggio di Asingo furono uccisi e la mattina si celebrarono i funerali solenni e le sepolture.

Passarono i mesi e il ragazzo spesso andava di nascosto a trovare il padre.

Il boa e il vecchio

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