L’odore del sole
Con l’età i ricordi lontani affiorano, è pura verità, sta succedendo anche a me infatti ricordo l’odore de sole che percepivo nell’ora della siesta, obbligata, quando ero bambina sfollata in Piemonte.
Mentre aspettavo l’ora di sgattaiolare fuori seguivo il raggio di sole che entrava dagli scuri accostati da mia mamma, che pensava dormissi, invece rilassatissima odoravo il sole che mi portava odore di polvere pulita formata dalla terra frantumata dagli zoccoli dei buoi passati al mattino, quando la terra era ancora umida dalla notte mentre le ruote del carro l’incidevano profondamente formando un binario dal fondo e pareti lisce, lucide.
Ancora odoravo il mio raggio amico che mi portava odore del vecchio legno degli scuri riverniciati decine di volte e ormai irrimediabilmente screpolati e ruvidi come la pelle di un elefante sotto il sole e per ultimo, battendo il mio raggio sul materasso riempito di foglie secche delle pannocchie del granturco, emanava pure quello un odore di caldo sole estivo.

