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Tutte le fiabe che parlano di "folletti"

La più completa raccolta di fiabe, favole e racconti brevi che parlano di "folletti", tra le migliaia inviate da tutti gli autori di "Ti racconto una fiaba".

I tre folletti

Tre erano le Parche, tre erano le Graie, tre le Gorgoni: c’è sempre un numero tre che si ripete nelle leggende, nella mitologia e nelle saghe.
E non dimentichiamo la Santissima Trinità e i tre Buddha.

Qui si narra dei tre folletti Peng, Ping, Pang.

Mauro li vide per la prima volta dall’alto di un crinale, mentre andava nel bosco a cercare erbe per fare dei decotti.

Li vide e non ne rimase del tutto sorpreso: lui conosceva la natura, si fidava delle erbe benefiche e sapeva identificare quelle velenose, conosceva molte creature dei boschi ed era conscio di non conoscerne molte altre; che nei boschi ci fossero, quindi, dei folletti, come da tempo si andava dicendo, non lo stupì più di tanto; li vide, ma quando scese verso di loro, questi se n’erano già andati: comunque non immaginava che li avrebbe incontrati di nuovo e presto, anche.

I tre folletti

Io e i Micros

Fiaba di Teresa Carrelli.

Mi chiamo Margerita e ho 20 anni.

Diciotto anni fa, quando avevo 2 anni, mia nonna mi raccontò la storia di esseri microscopici, piccoli come le pulci, chiamati Micros che vengono di notte dai bambini: se un bambino non riesce a dormire i Micros lo aiutano con i loro granelli di sabbia magici che hanno il potere di far addormentare le persone. Io entusiasta ci credevo e tutte le notti li aspettavo,aspettavo fino a tardi, ma non li vedevo mai.

Poi sono cresciuta e ogni notte prima di addormentarmi ho aspettato quello che aspettavo da piccola.

Purtroppo a scuola ho parlato alle mie amiche di questa storia, ma loro mi hanno detto che sono troppo infantile se credo ancora a queste storie. Ero desolata e credevo che loro avessero ragione.

Io e i Micros

La Foresta della Luce // Parte seconda

Qui tutti gli episodi.

Tante notti erano trascorse da quando grazie alla polvere della Luce, all’abilità dei folletti, alla magia delle fate e al soffio di Rubinia tutto il mondo aveva sulla testa un enorme e brillante cappello.

Ma non a tutti piaceva lo scintillio delle notti…ed infatti non poco lontano, in un tetro castello…

“Phuà! Che cosa è questo bagliore che non mi fa chiudere occhio tutta la notte!” esclamava seccato Re Tenebrone, capo dei Neroni.

“Puzzonio! Puzzonio! Vieni qui Puzzonio! Muoviti!” urlò re Tenebrone chiamando il capitano delle truppe del buio.

La Foresta della Luce // Parte seconda

La Foresta della Luce // Parte prima

Qui tutti gli episodi.

C’era una volta, tanti e tanti anni fa, un posto chiamato la Foresta della Luce. Nessuno sapeva di preciso dove si trovasse ma si narra che essa fosse un luogo ricco di grandi e strabilianti meraviglie. Lì vi regnava la Principessa Rubinia che assieme al suo popolo di fate e folletti custodiva il più importante dei segreti: la creazione delle stelle.

Dovete sapere, infatti, che il mondo non è sempre stato illuminato da quei piccoli e lucenti astri che si vedono sù nel cielo, al contrario le notti per tanto tempo sono rimaste buie e silenziose. Tutto cambiò quando un bel giorno in una lontana e segreta foresta comparve d’improvviso una fanciulla di nome Rubinia.

Ella aveva la pelle bianca come il latte e le gote rosse come rubini, era aggraziata nei modi e di animo gentile. Le fate e i folletti che fino a quel momento avevano dimorato nella foresta senza farsi mai vedere da nessuno, rimanendo abbagliati da tanta grazia, decisero di conoscerla e Rubinia fu lieta di vedere che le fate e i folletti non erano spaventati dalla sua presenza, ma che anzi avvicinandosi la circondavano come ad abbracciarla.

La Foresta della Luce // Parte prima

I folletti della notte

Occorre dire, anzitutto, che a casa di Marcello, anche se lui non lo sapeva, né l’avrebbe mai saputo, si erano installati i folletti della notte in carne e ossa.

Tutto cominciò per il fatto che Marcello amava tutto quello che è un po’ kitch, così quando vide in vendita, su una bancarella del mercato, gestita da uno strano vecchietto, la serie dei folletti in resina, se ne innamorò subito. C’era, è vero, anche una serie di fatine dei fiori ma, per i gusti dell’uomo, queste erano troppo sdolcinate; a lui piacevano le cose un po’ più estreme, talvolta anche truci.

I folletti della notte

Il bucaneve

C’era una volta in una foresta incantata degli alberi ricoperti di neve. La nebbia vorticava intorno ad essi e il gelo aveva ornato di cristalli tutto intorno dai rami più alti ai ciuffi d’erba. Un bianco chiarore si stendeva intorno.

Il Signore del Gelo passava su ogni ramo e su ogni stelo d’erba posandovi i suoi cristalli. Quando il sole brillava tutto si trasformava in luccichii come perle e diamanti messi alla luce.

In quella foresta vi era una collina e sotto di essa dormiva la Fata dei fiori. Un giorno vi era tanto sole ed i cristalli si stavano sciogliendo goccia a goccia ed il calore tenue che filtrava nella terra stava per risvegliare la Fata dei fiori.

Il Signore del Gelo disturbato da questo fece vorticare tanta nebbia che il tepore scomparve e un vento freddo ghiacciò tutte le gocce d’acqua sui rami e di perle il bosco fu ricoperto.

La Fata dei fiori tornò nel suo sonno profondo. Il Signore del gelo prese a spargere neve e freddo tutto intorno. Passarono giorni e giorni di freddo. In quella foresta vi erano pure Gnomi e Folletti.

Lo Gnomo che dormiva nel tronco del castagno fu svegliato dal freddo intenso e dagli ululati

del vento e si arrabbiò perché il Signore del Gelo non cessava la sua morsa.

Il bucaneve

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